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I Art, scelte amministrative discutibili

Un progetto “che coinvolge artisti di tutte le discipline e si fonda sulla reinterpretazione dell’universo identitario e delle tradizioni orali di Sicilia attraverso l’arte contemporanea”.
Parliamo di I Art, il progetto promosso nel novembre 2010 dalla giunta Stancanelli all’interno del Programma Operativo del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (P.O. F.E.S.R.) Sicilia 2007/13, per lo Sviluppo di servizi culturali al territorio e alla produzione artistica e artigianale.
Concretizzarlo, come spesso avviene in politica, toccò alla giunta Bianco. Come a suo tempo documentato da Argo (I Art, le critiche di due addetti ai lavori), nel 2015 in 32 comuni della Regione (fra cui Palermo e Catania) vennero proposti 120 eventi tutti gratuiti.
E ciò grazie agli oltre 2 milioni e settecentomila euro finanziati dalla regione siciliana con fondi europei e a una serie di delibere locali.
Per realizzare questi eventi venne costituita un’Associazione Temporanea di Scopo (ATS) fra le Amministrazioni coinvolte e una serie di partner privati attivi nel mondo della cultura.
Per qualcuno si trattò dell’ennesimo spreco di denaro pubblico, di iniziative “fumose e inutili”. In effetti, come era prevedibile, ci furono spettacoli seguiti e altri ignorati.
Torniamo oggi sull’argomento perché, analizzando le delibere relative al progetto e alla sua realizzazione, non capiamo il senso di alcune scelte amministrative e ci piacerebbe che l’attuale giunta comunale di Catania tranquillizzasse l’opinione pubblica sulla coerenza di tali comportamenti.
In particolare, ci riferiamo a tre provvedimenti dirigenziali  con i quali sono stati decisi affidamenti diretti rispettivamente all’Associazione Culturale “Lennon Club”, alla ditta “Musica & Suoni di La Ferlita Sebastiano” e all’Associazione “Teatro del Fuoco”.
Nei due primi provvedimenti dirigenziali (n.15/62/DIR; n. 64/DIR) leggiamo che “nell’ambito dell’attività n.5 Festival dell’arte contemporanea è previsto nella sezione musica un ‘Festival di musica jazz contemporanea, direttamente organizzato dal Comune di Catania”. Seguono, quindi, i due affidamenti.
Nella descrizione tecnica del Progetto la musica jazz contemporanea non è, però, tra gli interventi previsti, nè risultano individuate le due associazioni oggetto dell’affidamento
Al punto 4 della sezione Musica troviamo infatti scritto “L’intervento è suddiviso in due fasi: una prima fase consiste nell’invitare artisti stranieri in Sicilia per un periodo congruo alla progettazione, prova e realizzazione degli spettacoli che saranno realizzati in prima assoluta in occasione del festival […]. La seconda parte prevede un cartellone musicale suddiviso in tre sezioni , con peculiarità musicali differenti , curate dalle tre associazioni partner della sezione musicale: Associazione culturale Zo, Ass. Musicale etnea, Ass. Cult. Darshan”.
Si parla poi di altri generi musicali, nuova musica siciliana, musiche elettroniche e mixed media e nufolk. Nulla sulla musica jazz. A meno che non si siano altre elaborazioni del progetto a noi sconosciute.
Qualcosa di simile si verifica per la sezione relativa al Teatro. Nella descrizione tecnica dell’intervento non compare nessun Buskers Festival, nè viene citata l’Associazione Teatro del Fuoco, sebbene nel terzo provvedimento dirigenziale (N. 15/72/DIR) si legga che “nell’ambito dell’attività n.5 Festival dell’arte contemporanea è previsto nella sezione di teatro contemporaneo e di ricerca un Buskers Festival, direttamente organizzato dal Comune di Catania”.
Anche in questo caso, sempre che non ci siano altre elaborazioni del progetto a noi sconosciute
In sostanza sembra di essere di fronte ad affidamenti di incarichi, sia per quanto riguarda le scelte artistiche, sia per quanto riguarda le associazioni affidatarie, non previsti nel progetto originale, ma decisi in corso d’opera.
Se le cose stanno così, dobbiamo dedurre che l’Amministrazione, in tutti i tre casi, ha utilizzato
come procedura l’affidamento diretto, mentre sarebbe stato più corretto redigere un nuovo bando di gara.

Argo

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