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Villa Fazio, cifre da capogiro

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Pur non essendo vendibile in quanto sede di un progetto finanziato con fondi europei, Villa Fazio, l’antica masseria rurale di Librino, è stata inserita nell’elenco dei beni che il Comune spera di cedere a privati per fare quadrare i propri conti.
Come Argo ha già scritto, per questa struttura sono state spese somme notevoli già dalla fine degli anni novanta. E anche adesso i soldi assegnati al progetto Polo Educativo Librino sono davvero tanti, molto più dei seicentomila che si trovano citati qua e là.
Il budget del progetto ammonta infatti a 1.440.000 euro, l’equivalente di 2 miliardi e quasi 800 milioni delle vecchie lire, o – se preferite – di circa 100 anni di lavoro se usiamo come metro di paragone un reddito annuo medio di 14.400 euro.
E sono tante le cose realizzabili con questa cifra. Con poco più della metà, grazie ad un progetto a valere sul Fondo Sociale Europeo, a Grosseto – tanto per fare un esempio – sarà consentito a 120 cittadini in difficoltà economiche di avviare un percorsi di inserimento lavorativo. Un’esperienza presa a modello da Bruxelles come best practice capace di contribuire significativamente al rilancio economico e sociale.
Ma torniamo a Villa Fazio e al progetto Polo Educativo per cercare di capire qualcosa in più sul budget e sugli effettivi soldi spesi.

Il progetto è cofinanziato da diversi enti pubblici: 633.600 euro vengono dall’Europa, 576.144 euro dallo stato e 230.256 euro dalla regione, per un totale, appunto di 1.440.000 euro.
Attenendoci ai dati “per la trasparenza su come sono stati spesi i soldi pubblici”, indicati  dal consorzio  Sol.Co su un proprio manifesto, il budget risulterebbe ripartito in tre parti:

  • lavori di ristrutturazione per 380.000,00 euro
  • acquisti per 260.000,00 euro
  • servizi per 800.000,00 euro

Per i lavori di ristrutturazione, viene pubblicato un bando dal comune con un importo a base d’asta di 317.151,15 euro, di cui 309.683,95 euro destinati ai lavori a base d’asta e 7.467,20 euro per oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso.
L’appalto viene aggiudicato all’Impresa Megaedil soc.coop. srl di Patti (ME), che ha offerto il ribasso del 28,2099% sull’importo a base d’asta per un importo contrattuale di 229.790,00 euro.
Risulta pertanto un’economia utilizzabile di 150.000,00 euro di cui circa 90.000,00 come economia di gara.
Per quanto riguarda gli acquisti, sono a cura e carico del Comune e sono così ripartiti:

  1. 100.000,00 euro di attrezzature, fra cui spiccano l’impianto di videosorveglianza e la rete informatica
  2. 100.000,00 euro di arredi vari
  3. 60.000,00 euro di materiali per i laboratori

Ma pare che non tutto ciò che era previsto sia stato acquistato, rinunciando a parte di fondi.
Quanto ai servizi, la Rete di imprese con capofila Sol.Co si è aggiudicata la gara  per l’espletamento del servizio “Polo Educativo Librino”, presso Villa Fazio,  con un importo a base d’asta di 608.000,00 euro, gara aggiudicata per l’importo di 599.999,00 euro.
Il budget all’interno della Rete Temporanea di Imprese viene così ripartito:

  • a Sol.Co va il 45,45%,  pari a  272.699,55 euro,  per la Consulenza, l’animazione e la comunicazione
  • ad Opera Don  Calabria va il 23,38%, pari a 140.279,77 euro, per l’analisi e il monitoraggio
  • alla ditta Net Service va il 31,17% ,pari a 17.019,69 euro ,  per lo Sviluppo  del portale e tecnologie.

Andando ancora più in dettaglio Sol.co fa sapere come ha speso i il proprio budget:
Soli 17.699,54 euro vanno nelle tasche di Edoardo Barbarossa, ex presidente del Sol.Co, per il coordinamento del progetto;
176.000,00 euro finanziano il gruppo di consulenza e animazione composto da 12 animatori selezionati a Librino, costo medio 14.670,00 euro;
10.000,00  euro per il gruppo comunicazione che prevede 2 incarichi professionali, al costo  medio 5.000,00 euro;
30.000,00  per materiali, attività ed eventi;
39.000,00 euro per il gruppo di monitoraggio e valutazione di cui, 4 incarichi professionali, al costo medio 9.750,00 euro.
Insomma, cifre da capogiro alle quali vengono associati tanti interrogativi.
Che fine hanno fatto i restanti 192.000,00 euro derivanti dal ribasso? Può un portale costare 187.019,69 euro, di quali tecnologie si parla? Chi sono i 12 animatori, visto che all’appello ne risultano solo 8? Due addetti alla comunicazione non sono eccessivi? Quali eventi sono stati finanziati? Quanti soldi sono andati persi?
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Argo

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