Quattro milioni veniva stimata nel 2009, quando fu realizzata, a cura del laboratorio di video giornalismo realizzato da “Step one”, una video inchiesta, che analizzava le condizioni di alcuni impianti sportivi di Librino.
Lo scorso 10 Settembre, invece, la giunta comunale di Catania nel varare il piano di riequilibrio finanziario ha inserito Villa Fazio tra gli immobili del patrimonio pubblico da (s)vendere nei prossimi sei anni e l’ha valutata 441.000 euro.
Un prezzo davvero stracciato, che renderebbe la struttura alla portata di un privato neanche troppo abbiente.
Ma si può davvero vendere Villa Fazio? No, perchè attualmente la struttura è sede di un progetto (“Polo Educativo Librino”) finanziato con fondi europei ed è quindi vincolata.
L’articolo 57 del Regolamento CE 1083/2006 vieta che, “entro cinque anni dal completamento dell’operazione”, vengano introdotte modifiche sostanziali, tra cui il “cambiamento dell’assetto proprietario”.
Perchè allora è stata inserita tra i beni alienabili? Accantoniamo per adesso le domande su potenziali giochi contabili che potrebbero aver suggerito questo ‘errore’.
Torniamo alla Villa e alla domanda iniziale su quanto sia costato ai cittadini rendere agibile questa antica masseria rurale di fine ottocento, abbandonata fino agli anni novanta del secolo scorso.
Dopo averla acquisita il Comune, nel 1996, la adibisce ad impianto sportivo realizzando due campi per calcetto e pallamano e 2 da tennis in sintetico, due strutture spogliatoio, spalti, recinzione ed illuminazione per gare notturne. Tutti interventi che non sono stati certo indolori per le tasche dei cittadini.
L’impianto, completato, viene affidato – dalla prima amministrazione Bianco – ad associazioni sportive che fanno capo alla UIPS (Unione Italiana sport per tutti) e alla parrocchia Resurrezione del Signore. Diventa così un importante centro di aggregazione per i giovani del quartiere.
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Ma già nel 2002 il nuovo sindaco, Scapagnini, la sottrae a chi la stava utilizzando e la affida al parroco di una zona di Librino lontana dalla struttura. Inizia così un altro periodo di decadenza e di progressivo degrado, come Argo ha già raccontato.
Quando, con l’amministrazione Stancanelli, l’ex masseria diviene sede dell’attuale progetto, finanziato con fondi europei, cominciano i lavori di ristrutturazione.
Su un totale di 1.440.000 euro assegnati al progetto, 380.000 sono destinati al restauro della struttura, il resto a servizi, acquisto di beni etc. Sebbene il restauro non sia stato ultimato e non tutti i soldi ad esso destinati siano stati spesi, una parte della Villa è comunque agibile e utilizzata.
Ad utilizzarla è tuttora la Rete di imprese che ha il Consorzio Sol.co come capofila. Insieme al Centro Studi opera Don Calabria e a Net Service, il Sol.co si è infatti aggiudicato nel 2013 “la gara per l’espletamento del servizio Polo Educativo Librino” e continua a gestire la struttura nonostante la concessione sia scaduta.
Probabilmente con la speranza di un ri-affidamento, anche se il relativo ‘avviso’ non è ancora stato fatto.
Lo aspettano anche molte delle associazioni che da tempo operano a Librino. Sperano che Villa Fazio divenga la Casa delle associazioni promessa dal sindaco Bianco che, durante un sopralluogo nel cantiere, aveva affermato che la Villa sarebbe stata “restituita alla comunità e ai ragazzi di Librino” e sarebbe diventata la sede delle associazioni locali, cogestita e aperta.
Fin ad ora così non è stato, ma la speranza è l’ultima a morire.
Considerato che sulla ex masseria sono state investite somme notevoli, svenderla sarebbe comunque un autogol. Non solo per motivi economici. Villa Fazio può e deve avere un ruolo trainante nel tessuto socio-culturale di
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Bravi per avere segnalato il caso :
auspichiamo che possa essere prontamente e definitivamente restituita ai ragazzi di Librino !!!