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Al via gli orti di Librino, tra luci e ombre

Orti urbani di Librino fiore all’occhiello dell’Amministrazione Bianco?  Per adesso siamo alla fase iniziale e ieri si è svolta una inaugurazione che potremmo forse considerare prematura visto che ancora non tutto è a posto.
Manca innanzi tutto la firma del contratto di affidamento dei lotti agli assegnatari, non ancora sottoposto ai diretti interessati, che pare debbano firmarlo a giorni ma non ne conoscono ad oggi il contenuto. Così come non conoscono nemmeno l’ammontare della somma che dovranno versare come canone (art. 11 delle Norme di attuazione).
Cordolo in cemento, paletti e recinzione sono pronti solo per i sette lotti assegnati sui dieci messi a bando, 2 per Orti Sociali (Categoria A); 4 per Famiglie (Categoria B), 2 come Orti Didattici (Categoria D); 2 per le Associazioni (Categoria E)
Non sono stati assegnati i lotti della Categoria A, destinati a pensionati che versano in condizioni di riconosciuto disagio sociale. Pare che i requisiti dei richiedenti non abbiano convinto la Commissione.
Non assegnato anche uno dei lotti riservati alle scuole. Solo la Pestalozzi ha infatti partecipato al bando e ottenuto un appezzamento. Silenzio dagli altri istituti, compreso il Campanella Sturzo, adiacente all’area degli orti.
Forse meglio così, perchè i tre appezzamenti non assegnati sono ancora in via di sistemazione e comunque, ad occhio, tutti i lotti sembrano di ampiezza inferiore ai 200 m indicati nel bando.
Poco convincente anche il discorso relativo alla sicurezza che toccherebbe, secondo le disposizioni del bando, agli stessi assegnatari senza che il Comune intenda assumersi l’onere di garantire una qualche forma di controllo, auspicabile per tutto quel difficile territorio.
Ieri, a partire dalle ore 10, alla spina spina verde del Castagnola c’erano il sindaco, alcuni assessori e dirigenti, gli assegnatari, la gente del quartiere e naturalmente la stampa.
Riflettori accesi, dunque, per questa iniziativa che potrebbe davvero essere significativa e contribuire alla riqualificazione dall’area, ma potrebbe anche rivelarsi poco più di una operazione propagandistica.
Le assegnazioni dovrebbero non solo sottrarre gli spazi al degrado ma promuovere socializzazione, “educazione alla conoscenza e alla pratica della coltivazione”, “sostegno ad attività terapeutiche di supporto a processi di riabilitazione”.
Il progetto prevede anche l’avvio di “produzione di frutta e ortaggi per i bisogni dell’assegnatario” e la diffusione di metodi di coltivazione rispettosi dell’ambiente, soprattutto tra i giovani. Il Comune si impegna a garantire acqua, formazione e tutoraggio, oltre che piantine e semi a prezzi agevolati.
Cosa sarà in pratica realizzato lo si vedrà nel tempo e non è detto che tutto scorra liscio. Anche perchè, sebbene le Norme di attuazione prevedano la revoca dell’affidamento per chi non ottemperi agli impegni presi, non è abbastanza chiaro come avverrà il controllo da parte dell’Amministrazione.
Il progetto “Orti Lunari“, presentato dagli Amici di Villa Fazio che – insieme ad altri gruppi che operano nel territorio di Librino – ha ottenuto uno dei due lotti riservati alle associazioni, prevede anche la partecipazione di giovani in “riabilitazione da tossicodipendenze”, seguiti dall’equipe operativa del servizio tossicodipendenze dell’ASP.
Una bella scommessa che, insieme all’impegno e al coivolgimento di altri giovani della zona, rappresenta un valore aggiunto di questa iniziativa. E i giovani si sono attivati davvero, come testimoniano l‘installazione artistica di farfalle giganti realizzate con materiali riciclati, ad indicare la metamorfosi che il territorio può e deve subire, nel rispetto dell’ambiente.
Di due ragazzi, Luca Bonaccorsi e Luana Monterosso, ‘allievi’ del laboratorio di fotografia gestito da Fabio Scuto, le immagini dell’inaugurazione pubblicate sulla pagina Fb dell’associazione Amici di Villa Fazio.
 

Argo

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  • Il sindaco felice e contento nel mostrarsi in pubblico come al solito, non ha perso l'occasione per inaugurare con tanto di zappa alle mani , una delle tante aree colpevolmente abbandonate dal Comune e destinate, in sanatoria di tale abbandono, ad “orti” periferici. Ma anche di tale “sanatoria” la gestione Bianco non rispetta la completezza formale e quindi quella materiale che possa prevenire liti fra cittadini, cattive gestioni o piantagioni vietate. L’articolo di ARGO parla chiaro e forte: ancora un volta Bianco non perde l’occasione per fare apparire nel suo mandato successi inesistenti.

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