Per adesso l’amministrazione comunale, e di conseguenza la città, può tirare un respiro di sollievo.
Non dovrà pagare i quattordici milioni di euro chiesti a titolo di risarcimento per la mancata realizzazione del parcheggio Sanzio.
Lo ha deciso il Tar di Catania respingendo il ricorso presentato da Catania Parcheggi e Final, vale a dire dal ‘principe’ palermitano Filippo Lodetti Alliata.
Illegittimo, secondo Lodetti, l’annullamento operato dalla Giunta. Nessun vizio di forma, come sostenuto invece dal Comune, ma solo una revoca con conseguente obbligo di pagamento delle penali.
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La complicata storia di questo progetto è stata ampiamente analizzata e raccontata da Argo, che -dopo aver chiesto ed ottenuto gli atti relativi – ha inviato un esposto alle autorità competenti ottenendo l’intervento dell’Anticorruzione e impedendo che si ripetesse lo scempio operato a piazza Europa.
Nonostante il cospicuo finanziamento ricevuto dalla Regione, non è detto -tra l’altro- che la società appaltante, implicata in altre vertenze e con guai giudiziari, fosse in grado di sostenere le spese necessarie ad effettuare i lavori.
Oggettivamente molto più comodo ricevere il pagamento di una bella penale senza nemmeno aprire il cantiere. Prevedibilmente Lodetti ricorrerà in appello, portando la questione davanti al Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA).
Il progetto, come sostenuto nell’udienza dello scorso marzo dall’avvocatura comunale, nella persona di Rosario Russo, era stato pensato per utilizzare denaro pubblico nell’interesse di un privato, con un un apporto irrisorio di capitale da parte di quest’ultimo.
Non solo il finanziamento della Regione, ma anche una concessione lunga 60 anni e -ciliegina sulla torta- la realizzazione di un’area commerciale da cui ricavare altri profitti. Una vera e propria speculazione privata operata su un’area pubblica centralissima e di gran pregio, di fatto sottratta ai cittadini e ceduta per lunghissimo tempo ad amici degli amici.
La scelta delle imprese a cui affidare la realizzazione del progetto era avvenuta infatti senza trasparenza, favorendo imprenditori collegati alla mafia o implicati in episodi di corruzione e turbativa d’asta, da Mariano Incarbone a Filippo Lodetti.
DOCUMENTI
Una impressionante linea di continuità che, partendo dal duo D’Urso-Scapagnini, ha coinvolto anche Raffaele Lombardo, ragion per cui il caso ‘Sanzio’ è citato anche nella sentenza di condanna che lo riguarda.
Per favorire gli ‘amici’, il Responsabile Unico del Procedimento Tuccio D’Urso e il suo mentore Umberto Scapagnini avevano ignorato le valutazioni espresse, sui progetti in gara, dalla Commissione di valutazione appositamente creata.
Un elemento, questo, riconosciuto anche dalla sentenza odierna. I giudici fanno esplicito riferimento al fatto che “il RUP nell’esercizio delle sue funzioni di selezione dei progetti, avrebbe disatteso le risultanze dei documenti di gara, manifestando – in violazione del principio di imparzialità – un orientamento preconcetto favorevole al progetto collocato all’ultimo posto della graduatoria, poi dichiarato vincitore”.
Ed entrano anche nel merito imputando al RUP, D’Urso, non solo “l’omessa ponderazione dell’eccessiva durata della concessione”, l’eccessiva quantità di spazi commerciali previsti ma anche la “permanente e gravosa restrizione della importante arteria (via Raffaello Sanzio) contemplata nel progetto in esame.”
La forzatura operata da D’Urso nell’assegnazione dell’appalto, disattendendo le valutazioni di natura tecnica espresse dal Comitato tecnico/scientifico, diventa -nella sentenza- un elemento importante per avvalorare la tesi del comune sulla “incompetenza” dello stesso D’Urso.
DOCUMENTI di supporto
L’amministrazione aveva individuato un vizio di forma, e quindi annullato la concessione, perchè i poteri speciali per risolvere la cosiddetta emergenza traffico erano stati attribuiti solo al Sindaco Scapagnini, quale Commissario delegato. Costui non avrebbe potuto quindi delegarli ad “ulteriore soggetto”.
I ricorrenti si erano opposti alla interpretazione del Comune e avevano fatto presente che la delega concessa a Scapagnini prevedeva la possibilità che egli si avvalesse di altri soggetti, compreso un ufficio speciale e un comitato tecnico-scientifico.
Peccato, però -obiettano i giudici del Tar- che il Rup non solo abbia disatteso le indicazioni fornite da questi organi ma sia entrato “in palese contrasto” con il Comitato di valutazione costringendolo ad astenersi da qualunque ulteriore decisione.
Infondato -a parere dei giudici – anche un altro motivo di ricorso, il fatto che l’annullamento fosse intervenuto troppo tardi, al di là del “termine ragionevole per l’esercizio dell’autotutela” previsto dalla legge.
I tempi previsti, secondo i giudici – che fanno riferimento a precedenti pronunciamenti del Consiglio di Stato- devono essere “rapportati all’aspettativa di stabilità maturata dal privato”.
Nel caso della convenzione relativa al parcheggio, che nella sentenza viene definita “dormiente”, “la reale possibilità di procedere alla esecuzione del parcheggio risultava aleatoria ed ancorata ad una situazione incerta ed in divenire”.
Questo a causa delle “vicende di natura societaria, penale, di prevenzione, antimafia” che non potevano lasciare prevedere imminenti prospettive per la realizzazione dell’opera.
Sulle spese processuali il Tar ha stabilito che possano “essere eccezionalmente compensate tenuto conto della peculiarità, complessità e durata della vicenda in esame.”
Invece per piazza europa tutto regolare?
ascoltate la registrazione del processo nella parte in cui viene ascoltato il perito.
http://www.radioradicale.it/scheda/303715/processo-ad-arena-mario-gioacchino-ed-altri-per-le-concessioni-dappalto-del-comune-di
Questo invece è il parere dell’antitrust relativo alla gara del parcheggio europa:
http://www.agcm.it/component/domino/open/C12563290035806C/81406D444FC3EBFBC12577FB004FEFD2.html
E che dire degli affitti pubblici a Catania?
Mi riferisco agli affitti del Comune, della Provincia, della sede della Agenzia del Demanio di via orlando 1 e delle entrate, ed anche all’affitto citato in questo articolo, in cui si legge:” Le cifre salgono vertiginosamente per la sede della motorizzazione in via San Giuseppe La Rena per la quale vengono dati 682.894,09 euro alla Vir Immobiliare.”
Questo l’indirizzo in cui è pubblicato l’articolo:
http://catania.meridionews.it/articolo/42871/questure-e-commissariati-i-costi-annuali-degli-affitti-si-spendono-complessivamente-tre-milioni-di-euro/
C’è poi l’articolo relativo alla sede della agenzia delle entrate, in cui si legge:” Quel canone di due milioni di euro l’anno è fuori mercato. Il costo dell’affitto della sede dell’Agenzie delle entrate di Catania, al centro di un’interrogazione parlamentare della deputata 5 stelle, Giulia Grillo, è elevato rispetto al costo medio rilevato in città. Lo afferma il vice ministro dell’economia, Luigi Casero, rispondendo alle richieste dei deputati pentastellati che avevano segnalato come “eccessiva” la cifra di 2 milioni di euro sborsati dallo Stato per gli affitti della sede catanese dell’Agenzia, in via Monsignor Domenico Orlando.”
Prosegue l’articlo:”
“Si tratta di un immobile messo in vendita nel 2003 dall’ente pensionistico Inpdap, acquistato dalla famiglia Virlinzi con un mutuo ipotecario di 10 milioni di euro e subito locato all’Agenzia delle entrate, con un canone annuo pari a 2.125.369 euro”
Mi chiedo, se l’amministrazioen è vincolata al rispetto del principio di economicità e se il canone è fuori mercato perchè si continua ad affittare? E soprattutto perchè sono stati stipulati tutti questi contratti? Non poteva l’amministrazione acquistare direttamente l’immobile che era già di proprietà di altro ente pubblico?
Lo Stato vende a privati per riprendere in affitto immobili che prima erano pubnblici?
E’ una scelta razionale?
Questo l’indirizzo dove è pubblicato l’artticolo:
http://catania.livesicilia.it/2014/10/06/quel-canone-ai-virlinzi-e-fuori-mercato-la-risposta-del-vice-ministro-a-5-stelle_311566/
Esimio Siciliano 900,
diamo atto del valore delle Tue critiche che vedono il ben noto e ricco salotto Bianco-Ciancio-Virlinzi, colpevole di un affarismo fra i più gravi di quelli che hanno ridotto Catania nelle attuali condizioni economiche e lavorative.