Ricorreva solo pochi giorni fa, il 18 marzo, l’assassinio di Vincenzo Di Salvo, operaio e dirigente sindacale di Licata, ucciso dalla mafia nel 1958.
Lo hanno ricordato nell’ultimo numero I Cordai, riprendendo un recente articolo pubblicato su un giornale on line dell’agrigentino.
Di Salvo aveva avuto il torto di difendere alcuni operai edili della ditta Iacona che non ricevevano lo stipendio da mesi. Un mafioso licatese lo affronta, lo coinvolge in una discussione, lo attira in una strada isolata anche se nelle vicinanze del centro abitato e lo uccide con un colpo di pistola in pieno petto. Aveva 32 anni, una moglie e due figli piccoli.
Di Salvo non è stato ricordato quasi mai né a Licata né altrove. Sul suo assassinio, oltre ad un trafiletto sul Giornale di Sicilia che non citava nemmeno l’appartenenza al sindacato, solo un vecchio articolo dell’Unità scritto all’indomani dell’omicidio e riprodotto sul sito “Vittime della mafia, per non dimenticare“, che ha creato un archivio per ricordare sopratttutto i “tantissimi di cui ogni anno passa inosservata la ricorrenza”.
Solo il 21 marzo del 2012 per ricordare il coraggioso sindacalista, ha avuto luogo presso l’Auditorium della chiesa San Giuseppe Maria Tomasi un’iniziativa del Circolo Culturale Piazza Progresso, in collaborazione con altre associazioni di Licata, l’ANPI, la CGIL ed il Centro Pio La Torre.
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