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Sicilia, più che mai paradiso di caccia

Diminuiscono le aree protette, aumentano i giorni e i terreni disponibili per i cacciatori. Tutto in virtù della modifica della Legge sulla caccia in Sicilia che rischia di passare nel silenzio generale. Le norme approvate in commissione Attività Produttive della Regione siciliana vengono incontro soprattutto alle richieste dei cacciatori con la diminuzione della superficie di parchi e riserve e con l’ampliamento della stagione venatoria anche in aree fino ad ora vietate.
Lo denunciano nel Comunicato che oggi pubblichiamo le associazioni ambientaliste che non sono state ascoltate, la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), il WWF e l’EBN, associazione di birdwatching.
Specie in netta diminuzione, come il coniglio selvatico che viene ancora cacciato in tana col furetto, non vengono minimamente tutelate, mancano i controlli contro il bracconaggio e si rischia anche la riduzione della biodiversità.

COMUNICATO STAMPA

Approvato dalla Commissione Attività produttive dell’ARS un DDL sulla caccia che ora passa in aula per l’approvazione definitiva: mai in Sicilia una legge così filovenatoria e contro la biodiversità!
Tutto quello che i cacciatori sognavano è stato concesso: riduzione delle superfici dei Parchi e delle Riserve naturali per consentire la caccia, gare cinofile nelle rimanenti superficie di Parchi e le Riserve, caccia nelle aree demaniali regionali e comunali, caccia in tutte le ZPS e SIC, riduzioni dell’importo delle sanzioni, ampliamento della stagione venatoria fino a febbraio, caccia di selezione alle specie “problematiche” come il cinghiale, residenza venatoria dove chiede il cacciatore, la figura di cacciatore “selettore” per gli ungulati, modifiche sugli appostamenti fissi e tante altre concessioni.
E’ grave, a proposito di imparzialità, che la Commissione abbia ascoltato solo i cacciatori, senza ascoltare le associazioni ambientaliste, come se la fauna selvatica, i parchi, le riserve, il territorio tutto fosse solo dei cacciatori che potranno fare così quello che vorranno, anche perché non vi è alcun reale controllo contro il bracconaggio.
Sull’onda emotiva dei danni causati dai cinghiali, che sono stati introdotti a fini venatori portando in Sicilia ibridi con cinghiali più grossi dell’Est Europa e senza avere effettuato alcuno studio preliminare, i cacciatori vorrebbero utilizzare i tragici fatti per confondere i meno accorti ed impiegare tali fatti come grimaldello per ampliare la caccia a tutte le altre specie, anche a quelle in pericolo.
E questo malgrado vi sia una ormai acclarata diminuzione della fauna in Sicilia come in tutt’Europa, tant’è che l’Italia, per le sue concessioni alle lobby della caccia e delle armi è sotto inchiesta europea. Stiamo andando a grandi passi verso la condanna ufficiale. La Commissione europea sta svolgendo sulla caccia italiana un’indagine che si trasformerà in un deferimento dell’Italia alla Corte di Strasburgo.
E’ chiaro a tutti, tranne forse agli onorevoli della Commissione, il perché della richiesta di ampliare territori e periodi di caccia: sebbene i cacciatori siano diminuiti notevolmente in Sicilia (circa 120.000 negli anni “80, circa 40.000 oggi) la fauna percentualmente è diminuita molto di più ed in campagna non trovano più nulla. La fauna selvatica è diminuita molto di più di quanto sono diminuiti i cacciatori.
Tanti anni di cattiva gestione della fauna e solo per accontentare i cacciatori hanno portato a questo. Si vuole raschiare il fondo del barile e sparare fino a quando non ci saranno specie migratrici e stanziali, fino a quando l’ultima lepre sarà stata ammazzata.
A titolo di esempio la riduzione del numero di conigli porta inevitabilmente a mettere in crisi specie predatrici come le aquile ed altri rapaci, o mammiferi come il gatto selvatico o la martora, traducendosi in una grave diminuzione della nostra biodiversità.
Non vi è alcun riferimento ai miglioramenti ambientali per incrementare la fauna, ai censimenti per conoscere la consistenza delle popolazioni, al controllo venatorio: si deve sparare e basta!
Solo che per i cacciatori, foraggiati dalle lobby degli armieri, sparare è un puro divertimento; se una specie scompare poco importa, per compensare amplieremo i territori di caccia riducendo ulteriormente la superficie dei parchi fino a farli sparire! poi si vedrà, si importerà qualche altra specie problematica oltre ai cinghiali in modo che le attività del circo della morte possano proseguire.
Lipu – Giuseppe Rannisi
WWF Sicilia Nord Orientale – Attanasi Maria Grazia
EBN Nodo Sicilia – Giovanni La Grua

Argo

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