Pediatri e genitori attenzione! Un ragazzo italiano su dieci ha ricevuto messaggi o video a sfondo sessuale; quasi il 7% ne ha inviato ad amici e adulti. Spesso l’invio o la pubblicazione on line di questo materiale è legata ad atti di bullismo, finalizzato a ferire e mortificare il protagonista delle immagini stesse.
Sono i risultati allarmanti di un’indagine di Telefono Azzurro ed Eurispes, condotta su una popolazione di 1.496 ragazzi di età compresa tra i 12 ed i 18 anni. Non sempre Internet rappresenta, soprattutto per i giovanissimi, un’opportunità. Spesso invece nasconde insidie e pericoli.
Che fare? Intanto un decalogo “Non lasciamoli naufragare..” che è stato presentato a Catania dal questore della città etnea, Cardona.
Vi si suggeriscono alcuni accorgimenti: controllate, consigliate, chiedete, stabilite, non consentite.
L’iniziativa catanese, è stata realizzata in partnership con la FIMP, Federazione Italiana Medici Pediatri, rappresentata dal segretario provinciale Giuseppe Mazzola. Ha avuto come obiettivo principale quello di realizzare una rete di prevenzione verso quelli che oggi, nel mondo degli internauti, rappresentano per l’infanzia e l’adolescenza i più gravi pericoli, con una maggiore sensibilizzazione dei genitori e un diretto coinvolgimento dei pediatri di famiglia, che più di ogni altro operatore sanitario conoscono le problematiche dell’infanzia e sono vicini alle famiglie.
Oggi internet è una grande finestra sul mondo, un’opportunità di conoscenza e confronto, un’illimitata possibilità di relazionarsi, ma proprio in questo sta la pericolosità di questo mezzo, ed è necessario riconoscerla in modo tale da difendersi e difendere.
Attraverso la rete si sta sempre più diffondendo tra i giovani il sexting ed il cyberbullismo, spesso tra loro collegati. Il sexting consiste nello scambio di messaggi sessualmente espliciti, con foto o video a sfondo sessuale, nella maggior parte dei casi fatti attraverso il cellulare utilizzando chat, social network o semplicemente inviando MMS. Negli USA, secondo un recente sondaggio, interessa il 20% dei giovani di età compresa tra i 16 ed i 19 anni, ma il fenomeno si sta diffondendo anche in fasce di età inferiori.
Spesso i cellulari vengono usati ma non per telefonare. Non sono pochi i casi che rientrano nei drammatici aspetti di adescamento e gli stessi ragazzi, spesso, non si rendono conto di scambiarsi materiale pedopornografico.
La rete, inoltre, non dimentica: ogni cosa che immettiamo non potrà esser cancellata e si riproduce meglio di quanto fanno i virus! I dati ISTAT ci dimostrano come l’uso del cellulare nella fascia di età 11-17 è cresciuto dal 2001 al 2011 dal 55,6% al 92,5% e la crescita maggiore si è verificata tra i più piccoli, mentre si è ridotta la quota di ragazzi che usa il cellulare per telefonare. Infatti dal 2001 al 2011 bambini e ragazzi tra gli 11 ed i 17 anni che utilizzano il cellulare solo per telefonare è passato dal 20% al 3%!
Vi sono iniziative internazionali che finalizzano la loro capillare attività ad un uso sicuro di internet nell’infanzia. Il network europeo INSAFE organizza ogni anno il Safer Internet Day, nel mese di febbraio, mentre Telefono Azzurro e Save the Children, con i loro canali promuovono costantemente la sicurezza su internet attraverso la formazione nelle scuole e la sensibilizzazione dei genitori.
La Polizia Postale non è nuova a iniziative simili. Nel 2013 ha lanciato su campo nazionale “Per un web sicuro” insieme al MOIGE (Movimento Italiano Genitori). Nel 2014 “Una vita da social”, rivolto principalmente agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado e agli insegnanti.
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