L’appuntamento è per domani. Il progetto dell’architetto Mario Cucinella su Corso Martiri delle libertà verrà presentato al Consiglio Comunale domani 14 luglio alle 17, un passaggio “negli anni passati ingiustamente scavalcato” e definito quindi “doveroso” dall’assessore Di Salvo.
In attesa di poter valutare la reale consistenza dell’aumento “degli spazi a verde e dei servizi per i cittadini” che il sindaco Bianco ritiene siano stati apportati su sua esplicita richiesta, in attesa di verificare che non si spaccino per verde “fiori ed arbusti piantati sul tetto di parcheggi sotterranei” come già denunciato dai Verdi in un comunicato del mese di aprile, abbiamo ritenuto utile -nei giorni passati- guardarci alle spalle e ritornare sulla prima fase di quello che era stato definito il risanamento del quartiere di Sa Berillo.
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Abbiamo infatti pubblicato, a spezzoni, l’inchiesta giornalistica di Pippo Fava pubblicata, nell’estate-autunno 1966, in trentacinque puntate sulle pagine del quotidiano La Sicilia e riproposta nell’86 da I Siciliani.
Forse è il caso di riproporre oggi tutto l’articolo di Fava per richiamare l’attenzione dei cittadini sui pericoli che potrebbero nascondersi in operazioni di cosiddetto risanamento, di “rigenerazione urbana” o, comunque, sulla necessità di essere presenti quando stanno per essere fatte scelte che riguardano la città.
Insieme alla riproposizione integrale in link dell’articolo di Fava, ecco quali dovrebbero essere – secondo un comunicato dell’ufficio stampa del Comune – le caratteristiche del progetto.
A me pare che l’unica differenza con il buco Europa è che qui il tarlo ha tracciato linee curve e poi non ci è dato capire che fine ha fatto Corso dei martiri. Togliendolo si è voluto forse anticipare la richiesta di “chiusura al traffico” dimostrando doti di spettacolare anticipazione dell’avvenire?
Può anche darsi che da cittadino ignorante di edilizia io, come tanti altri, non riesca a capire il disegno ed il plastico, ma una cosa l’aritmetica la insegna: 25.000 mq sono un rettangolo di 100 x 250 metri (ridicola come area) che poi prevista come luogo attrezzato può ridursi ad una griglia di cemento con dentro degli alberi.
la mia idea di città Europea, Occidentale, moderna non è questa colata di cemento forato.
Ma da suddito chiedo scusa per aver osato!
Pienamente d’accordo con Salvatore Castro, ma vi è di più e riguarda gli alberi sui solai di cemento che sono la solita presa per i fondelli riservata a noi catanesi. Non si sono mi visti alberi di altro fusto come quelli mostrati che possano radicarsi su tale cemento. Si tratta in realtà di complesso cementizio accorpato che farebbe impallidire quelli già costruiti a Catania a partire dai anni ’60 dei quali c’è poco da vantarsi. Il Sindaco, da parte sua, non spiega perché non riduce i pesanti e poco utili costi di gestione comunale con in testa le somme da vincita al totocalcio che paga mensilmente ai funzionari. Non spiega perché con tali risparmi non espropri le aree pagando adeguatamente i proprietari mediante un mutuo bancario. Non spiega perché non vuole valorizzare le aree con verde effettivo e non apparente e perché non vuole prevedere e tutelare la salvaguardia dei cittadini in caso di evento sismico con una destinazione integrale delle aree e con il mantenimento delle vie di accesso e raccolta che il progetto in questione vorrebbe chiudere con il plesso in argomento.