Gli ambientalisti hanno perso una battaglia ma non la guerra delle trivellazioni nel Canale di Sicilia. Hanno, così, deciso, immediatamente, di appellarsi avverso la decisione del Tar del Lazio che il 3 giugno si è pronunciato per il progetto “Off-shore Ibleo” di ENI ed Edison e ha respinto il ricorso delle Associazioni e dei Comuni interessati.
Greenpeace, Legambiente, WWF, Italia Nostra Onlus, LIPU Italia, i comuni di Ragusa, Santa Croce Camerina, Palma di Montechiaro, Licata, Scicli, l’Associazione nazionale dei comuni italiani, l’Anci, Legacoop Pesca Sicilia, Touring Club Italia, si oppongono a far trasformare la Sicilia in una fetta di groviera e avevano presentato un ricorso contro la creazione di otto pozzi, di cui due “esplorativi”, una piattaforma e vari gasdotti al largo della costa delle province di Caltanissetta, Agrigento e Ragusa.
Il Tar – sostengono le associazioni ricorrenti – invece, ha sancito la compatibilità ambientale “senza che venissero nemmeno definiti – e tanto meno valutati – gli scenari di rischio rilevante e le possibili conseguenze”.
Secondo gli ambientalisti, inoltre, basilari elementi del ricorso non sarebbero stati presi nella dovuta considerazione.
“Rispettiamo la sentenza del Tar, come ogni altra – dicono le associazioni- non entriamo nel merito delle valutazioni fatte, ma di quelle non fatte: il Tar omette infatti di pronunciarsi sulle questioni fondamentali del ricorso, come la presenza di habitat prioritari e il fatto che il progetto
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autorizzato differisca dal progetto originariamente presentato, prevedendo la costruzione di una piattaforma nel limite delle 12 miglia, in assoluta contrarietà al divieto introdotto dal ‘decreto Prestigiacomo’ del 2010″.
Come se non bastasse, nell’area del Golfo di Gela un altro progetto di Edison, quello della piattaforma VEGA B, che affiancherà l’esistente Vega A, ha da poco ricevuto parere positivo.
Per gli ambientalisti “i progetti con cui si vorrebbe saccheggiare il nostro mare continueranno a essere puntualmente contestati, e troveranno ancora opposizione da parte di associazioni ambientaliste e, siamo certi, di istituzioni, governi locali e cittadini dei territori interessati”.
Se non sfruttiamo noi la possibilità di trovare il petrolio saranno altri a “saccheggiare” il sottosuolo. L’ambiente marino non riceverà alcun danno se gli organi competenti provvederanno agli opportuni controlli.
Questa è pura utopia.Come se non sapessimo come vanno le cose, a maggior ragione al sud. La realtà è che bisogna andare in un’altra direzione con focus puntato sul turismo (e quindi quanto su esposto non farà altro che allontanarlo) ed energie rinnovabili e magari un pò di attenzione in più verso la nostra agricoltura.Ma forse anche questo è utopia..
riferimento a fermare queste societa,i loro apparati sono imbattibili, alla fine in un modo o l´altro riescono a far si´che le loro richieste spalleggiate da uomini politici,gente sensa riguardo per l´ambiente e lobisti,avvocati,riescono ad ottenere i permessi,questa cosa sta´accadento in Groelandia con escavazione di miniere e trivellazione che rovineranno l´ambiente artico;ai poveri abitanti verra´fornito un piccolo gruzzolo da spendere nei negozzi che le ditte faranno aprire cme Uno specchietto per le allodole e la consaguenza della perdita di una popolazione della loro vita quotidiana e l´aumento dell´, álcolismo ed altre malattie,leggete quello che e´stato scritto dalla scrittice americana Ann Katerine Porter nel libro“`la nave dei folli`dove un passeggero descrive che cosa e´la civilta´,queste parole sono ancora valide oggi!`
quello che scrive Alberto Baglioni è giusto. Tuttavia bisogna lottare per evitare che ci rimangano solo gli occhi per..piangere. I permessi per scavare, per trivellare o peggio ancora per realizzare castelli e piani…attici in pieno centro cittadino non si contano. Rientrano nel novero delle illegalità e degli abusi che una classe politica fatta di…ladri e di briganti ha messo in atto per foraggiare i proprio elettori. Da parte nostra c’è stata tanta benevolenza e tanto lassismo per cui i provvedimenti lesivi degli interessi della collettività hanno avuto la meglio e sono stati firmati. Adesso credo si siano rotti gli argini. Bisogna interveniore ed il modo più acconcio è quello di definire pubblicamente LADRI E VENDUTI i politici ed i burocrati che agevolano simili iniziative. Occorrono solo dei vistosi cartelli pubblicitari da sistemare accanto alle loro abitazioni in modo che i passanti sappiano che genia di amministratrori della cosa pubblica abbiamo.