Iniziamo dalla crisi dell’editoria, e in particolare con quella della piccola-media editoria, una crisi cui normalmente consegue il macero di moltissime copie invendute e che invece ha spinto alcune case editrici a unire le forze per salvare i libri destinati ad essere distrutti.
È nata così MaceroNo, un’iniziativa che ha in sé un triplice scopo: da un lato cerca di tamponare le perdite economiche degli editori, dall’altro evita la (seppur metaforica) distruzione della cultura, e infine aumenta la diffusione di quest’ultima grazie a una maggiore accessibilità dei prezzi.
L’evento si è svolto praticamente in contemporanea con il Salone del Libro a Torino, a cui il Comune di Catania ha deciso di partecipare con uno stand per presentare “insieme agli editori nostrani, i libri su Catania perché l’occasione sia anche uno spazio di promozione letteraria e turistica della città”.
Il fatto che il Comune abbia preferito pensare alla letteratura su Catania piuttosto che al valore della letteratura per i catanesi non è andato giù alle realtà del territorio che promuovono la lettura.
Librineria, Mangiacarte, Gammazita, Red Militant e altre biblioteche popolari, si sono incontrate per progettare insieme degli interventi a lungo termine, nella consapevolezza che la forza di una rete può conferire maggiore efficacia all’azione che ogni associazione porta individualmente avanti sul territorio.
Una cosa su cui tutti concordono è la difficoltà di far appassionare i giovani alla lettura, ormai sempre meno praticata.
Il web, tanto per cominciare, ci bombarda di notizie e non ci permette di concentrarci su un singolo contenuto, anzi, pare proprio che ci porti alla continua distrazione costringendoci ad occuparci di più cose alla volta.
In media dedichiamo a un testo scritto 8 secondi della nostra attenzione, 8 secondi fondamentali per decidere se continuare o meno la lettura. Una tendenza che stiamo trasportando nella vita quotidiana. E se persino le persone che solitamente leggono dicono di non avere tempo per leggere, figuriamoci quelle a cui quest’abitudine manca del tutto.
A poco servono le trovate commerciali: si può convincere la gente a comprare, ma acquistare non equivale necessariamente a leggere, e chi non legge difficilmente farà un nuovo acquisto (accumulatori seriali a parte!).
A poco servono anche gli eventi organizzati una tantum che promuovono una fruizione episodica della lettura: il ‘maggio dei libri’ e ‘io-leggo-perché’ sono belle iniziative, ma peccano di efficacia sul lungo termine.
Non è detto che chi riceva in regalo un libro poi riesca (nella migliore delle ipotesi) a finire di leggerlo se non ha esperienza pratica nella lettura. Nella peggiore delle ipotesi persino cominciarlo potrebbe rivelarsi ostico, così come non è detto che leggere un mese all’anno riuscirà ad alzare la media se poi non lo si farà poi per tutti i mesi a seguire.
Cosa ha MaceroNo di diverso? Vuole essere non un evento fine a se stesso ma un punto di partenza dal quale diverse realtà associazionistiche catanesi vogliono partire per ricominciare a promuovere la cultura della lettura.
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Ho imparato a leggere i libri molto presto,forse a qei rempi la sola distrazione era ascoltare la radio con le loro trasmissioni,purtoppo oggi nelle famiglie e nelle scuole non si da´tanto rilievo alla lettura ma ad adoperare il computer e comunicare con i telefonini,i libri sono oggi divenuti oggetti fuori uso,ma e´strano che vivendo in un altro paese vedo come la gente compra libri usati Quando vengono venduti allásta alla Olandese che comincia con un prezzo base e poi va di tanto in tanto diminuendo,il risultato lo vedo io che dopo 15 giorni dove era stata organizata l´asta i banconi sono quasi vuoti;perche´non farlo anche in Italia,queste aste forniscono una svariata offerta di libri di diverso contenuto capaci di attrarrela curiosita´della gente e poi eventualmente láquisto dei libri.