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MaceroNo, salviamo quei libri!

Da un lato c’è la crisi dell’editoria, dall’altro l’analfabetismo funzionale che dilaga. Da un lato il 37% degli italiani (valore in calo negli ultimi anni) legge un libro all’anno, dall’altro il 4% ne legge uno al mese. Quello dei libri è un universo più complesso di quel che pensiamo, con numerose forze in gioco.
Iniziamo dalla crisi dell’editoria, e in particolare con quella della piccola-media editoria, una crisi cui normalmente consegue il macero di moltissime copie invendute e che invece ha spinto alcune case editrici a unire le forze per salvare i libri destinati ad essere distrutti.
È nata così MaceroNo, un’iniziativa che ha in sé un triplice scopo: da un lato cerca di tamponare le perdite economiche degli editori, dall’altro evita la (seppur metaforica) distruzione della cultura, e infine aumenta la diffusione di quest’ultima grazie a una maggiore accessibilità dei prezzi.
L’iniziativa è stata abbracciata da numerose associazioni in tutta Italia, non ultime quelle di Catania, dove Catania Bene Comune ha organizzato per il secondo anno la vendita di un migliaio di libri (i 400 dell’anno scorso erano stati esauriti in soli due giorni) e una tre giorni di eventi dedicati alla lettura.
L’evento si è svolto praticamente in contemporanea con il Salone del Libro a Torino, a cui il Comune di Catania ha deciso di partecipare con uno stand per presentare “insieme agli editori nostrani, i libri su Catania perché l’occasione sia anche uno spazio di promozione letteraria e turistica della città”.
Il fatto che il Comune abbia preferito pensare alla letteratura su Catania piuttosto che al valore della letteratura per i catanesi non è andato giù alle realtà del territorio che promuovono la lettura.
Librineria, Mangiacarte, Gammazita, Red Militant e altre biblioteche popolari, si sono incontrate per progettare insieme degli interventi a lungo termine, nella consapevolezza che la forza di una rete può conferire maggiore efficacia all’azione che ogni associazione porta individualmente avanti sul territorio.
Si è discusso, tra l’altro, di creare un database unico dei libri consultabili presso le biblioteche popolari, di promuovere lo scambio di libri per mezzo del book crossing, di tornare a praticare la lettura ad alta voce e di iniziare una collaborazione con le scuole per rieducare alla lettura.
Una cosa su cui tutti concordono è la difficoltà di far appassionare i giovani alla lettura, ormai sempre meno praticata.
Il web, tanto per cominciare, ci bombarda di notizie e non ci permette di concentrarci su un singolo contenuto, anzi, pare proprio che ci porti alla continua distrazione costringendoci ad occuparci di più cose alla volta.
In media dedichiamo a un testo scritto 8 secondi della nostra attenzione, 8 secondi fondamentali per decidere se continuare o meno la lettura. Una tendenza che stiamo trasportando nella vita quotidiana. E se persino le persone che solitamente leggono dicono di non avere tempo per leggere, figuriamoci quelle a cui quest’abitudine manca del tutto.
Come fare?
A poco servono le trovate commerciali: si può convincere la gente a comprare, ma acquistare non equivale necessariamente a leggere, e chi non legge difficilmente farà un nuovo acquisto (accumulatori seriali a parte!).
A poco servono anche gli eventi organizzati una tantum che promuovono una fruizione episodica della lettura: il ‘maggio dei libri’ e ‘io-leggo-perché’ sono belle iniziative, ma peccano di efficacia sul lungo termine.
Non è detto che chi riceva in regalo un libro poi riesca (nella migliore delle ipotesi) a finire di leggerlo se non ha esperienza pratica nella lettura. Nella peggiore delle ipotesi persino cominciarlo potrebbe rivelarsi ostico, così come non è detto che leggere un mese all’anno riuscirà ad alzare la media se poi non lo si farà poi per tutti i mesi a seguire.
Cosa ha MaceroNo di diverso? Vuole essere non un evento fine a se stesso ma un punto di partenza dal quale diverse realtà associazionistiche catanesi vogliono partire per ricominciare a promuovere la cultura della lettura.
I libri saranno anche beni di consumo, ma prima di ogni altra cosa sono dei beni perché hanno l’effetto di influenzare chi li legge. Non si può mandare al macero un tale potere con tanta leggerezza.

Argo

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  • Ho imparato a leggere i libri molto presto,forse a qei rempi la sola distrazione era ascoltare la radio con le loro trasmissioni,purtoppo oggi nelle famiglie e nelle scuole non si da´tanto rilievo alla lettura ma ad adoperare il computer e comunicare con i telefonini,i libri sono oggi divenuti oggetti fuori uso,ma e´strano che vivendo in un altro paese vedo come la gente compra libri usati Quando vengono venduti allásta alla Olandese che comincia con un prezzo base e poi va di tanto in tanto diminuendo,il risultato lo vedo io che dopo 15 giorni dove era stata organizata l´asta i banconi sono quasi vuoti;perche´non farlo anche in Italia,queste aste forniscono una svariata offerta di libri di diverso contenuto capaci di attrarrela curiosita´della gente e poi eventualmente láquisto dei libri.

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