L’unica tappa italiana di questo 87esimo tour mondiale ha portato nella nostra città gli Hibakusha, i sopravvissuti alle bombe atomiche sganciate nel 1945 sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.
I reduci, ormai ottantenni, hanno incontrato all’I.C. Vespucci-Capuana-Pirandello i ragazzi delle scuole e i loro genitori e hanno incominciato a raccontare la loro storia con questa frase: “I was her age”. Avevo la sua età. Una frase che coinvolge proiettando ragazzi e genitori in una storia forte, drammatica ed ancora oggi emozionante. Perché – come dice Giuseppe Vinci di Libera, tra le associazioni promotrici dell’evento – “un conto è seguire una storia come questa in un film, un altro e sentirne la testimonianza toccante dai protagonisti sopravvissuti all’ecatombe”.
I racconti degli uomini e delle donne sopravvissuti, tradotti in italiano dal prof. Luca Capponcelli della Facoltà di lingue di Ragusa, hanno catturato l’attenzione di piccoli e grandi. Le parole dure evocavano spesso immagini cruente, ma non è forse la guerra stessa ad essere cruenta? Un progetto che ha l’obiettivo di sensibilizzare le nuove generazioni sui rischi della guerra non può fare a meno di affidarsi ai ricordi di chi l’ha vissuta, perché “quando gli esseri umani dimenticano, finiscono con il ripetere gli stessi errori”.
I suoi genitori invece morirono dieci anni dopo di tumore, furono tra le innumerevoli vittime degli effetti collaterali delle radiazioni nucleari, effetti che gli americani si rifiutarono per anni di riconoscere come conseguenza diretta delle bombe da loro lanciate, ma che ebbero esiti devastanti sui sopravvissuti e sui loro discendenti.
Nonostante la giovane età, Ito ha dei ricordi molto forti di quello che accadde nelle settimane successive all’esplosione: i corpi ustionati, i morti cremati per le strade, l’odore di bruciato… I disegni colorati che accompagnano le parole della sua storia sono un’ulteriore testimonianza di quello che ha vissuto, assieme a migliaia di persone che non ci sono più.
La frase “never forget”, mai dimenticare, viene presto accompagnata dalla frase “never again”, mai più.
Il messaggio che il progetto “I was her age” vuole diffondere nel mondo non è un messaggio di rancore, ma un messaggio di pace ed eguaglianza, di rispetto dei diritti umani che si inserisce in un programma di educazione e di cooperazione internazionale di cui fa parte la rete Mayors for Peace – alla quale hanno aderito anche alcuni sindaci siciliani – che promuove il disarmo e la messa al bando delle armi nucleari.
“Voi giovani sarete i protagonisti e gli attori del futuro,” – ha concluso Ito – “vi chiedo solo questo: non fate la guerra, ereditate questo messaggio di pace e create un mondo in cui non ci siano più armi di distruzione di massa.”
La tappa della nave a Catania si è rivelata un’importante occasione per i giovani della nostra città, presenti, nonostante il giorno festivo, in piccole rappresentanze da molte scuole del centro e della provincia.
“Incontri come questo dovrebbero essere promossi più spesso dalle scuole,” ci dice Agatino della 5°BL del liceo E. Boggio Lera. “Sentire dal vivo la testimonianza di una cosa che si è soltanto studiata sui libri, rende l’evento indimenticabile. È un’occasione di crescita personale, non solo di
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