Crediamo che il miglior modo per festeggiare la festa dei lavoratori, ed evitare che la sua forza propulsiva si pietrifichi in meri ritualismi, sia parlare di esperienze concrete di impegno sociale, parlare di chi non si rassegna e non ha paura di dire “no”. Lo stesso “no” che i lavoratori gridarono contro orari e condizioni disumane di lavoro a partire dalla fine dell’Ottocento.
Oggi, primo maggio, vogliamo parlarvi dei “Figli dell’Officina”, giovane folk band siciliana, e del loro primo album, “Io non ho”. Ce ne parla Maria Luisa Mordà, che segue la band sin dagli esordi.
In un momento così triste e desolante, in cui i giovani, disillusi e sconfortati, vanno via in massa dall’Italia in cerca di una posizione gratificante, è nel Sud dimenticato che 8 musicanti ci invitano a restare e attuare il cambiamento in prima persona, evitando il pericolo di “scivolare senza appigli” o di lasciare che “il silenzio rubi il tempo all’agire”.
Il messaggio dei Figli dell’Officina è chiaro: resistere, oggi, vuol dire impegnarsi attivamente nella lotta ai mali che mettono in ginocchio l’Italia.
“…L’Italia che si perde tra le onde, di una crisi che cresce e si diffonde, l’Italia che si nutre di credenze, c’è il cemento sopra le ginestre. E’ venuto il tempo di andare lontano, birra, sogni e fantasia, tra i quartieri lacrime e poesia…”.
Questa è l’Italia raccontata nel singolo “Tra i sogni d’Italia”, tratto dal primo album di inediti dal titolo “Io non ho”, pubblicato il 7 febbraio 2015.
La band siciliana nasce nel 2010 proprio dall’incontro di 8 giovanissimi musicisti e amici a Troina, un suggestivo paesino dell’entroterra siciliano in provincia di Enna: Adriano Testa (voce e violino), Salvo Vitale (fisarmonica-tastiera), Silvio Trovato (chitarra elettrica e acustica), Daniele Testa (mandolino e violino), Simone Bonarrigo (basso), Giuseppe Giambirtone (voce), Salvo Pacino (batteria), Salvo Drago (friscalettu, marranzano e tammorra).
Il nome del gruppo, nonché titolo di una famosa canzone popolare della Resistenza, racchiude in sé le radici dell’impegno sociale che traspare nelle canzoni del disco.
Il primo album della folk band nasce, infatti, dalla volontà di dare voce alla vera Sicilia, talvolta dimenticata e umiliata, ma pur sempre “terra madre” e generosa, costruita sui valori e sugli esempi incarnati dagli eroi e dalle eroine che hanno “messo la vita dopo la storia”, combattendo contro l’oppressione morale esercitata dalla mafia.
Ma la lotta alla mafia non è l’unico tema affrontato dai testi dei FDO. Infatti, le storie e i personaggi che animano le canzoni della band siciliana esprimono perfettamente i sentimenti, le angosce, le paure, le speranze e le lotte delle giovani generazioni in una nazione ormai sempre più immobile da tutti i punti di vista.
Non è un caso che, alla vigilia del Primo Maggio, la festa nazionale dedicata al lavoro e ai lavoratori, i FDO si siano impegnati con tutte le loro forze ed abilità in vista della competizione nazionale delle band emergenti “1MNEXT 2015”, con l’obiettivo di salire sul palco di Piazza San Giovanni a Roma.
700 band hanno preso parte al contest musicale e i FDO sono giunti a un passo dal concertone: straordinaria è stata la mobilitazione di oltre 5000 fan, determinati nel voler aiutare la band che ha fatto saltare e ballare le più belle piazze siciliane.
Tramite una votazione online e una selezione da parte di una giuria di qualità, infatti, la band ha avuto l’occasione unica di esibirsi dal vivo, insieme ad altri 11 gruppi, per la semifinale della competizione al Contestaccio, noto locale romano.
Nonostante il sogno di esibirsi in un palco come quello di Piazza San Giovanni non si sia potuto avverare, i FDO non hanno esitato ad accettare l’invito a chiudere uno dei più importanti concerti siciliani dedicato proprio ai lavoratori, quello di Enna.
Gli organizzatori del concerto avevano già “conteso” insistentemente la band che, con il suo combat folk e con un repertorio di generi musicali diversi tra loro, riesce ad animare un pubblico giovane e adulto, che avverte il bisogno di esprimere il disagio provocato da decenni di malgoverno e corruzione.
Con un sound unico e suggestivo, i Figli dell’Officina si esibiscono oggi 1 maggio al “Parco Minerario Floristella” a Enna offrendo l’occasione di ascoltare l’album “Io non ho” in versione live e di ballare e divertirsi sulle note di coinvolgenti canzoni folk.
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