Un no reso più forte dai pronunciamenti della magistratura, che ha dichiarato le antenne abusive. Un no che ha coinvolto anche l’ANCI (associazione nazionale comuni italiani) Sicilia, presente con molti sindaci al corteo. L’obiettivo di smantellare le parabole abusive è ora più vicino.
La manifestazione ha rappresentato, anche, una risposta a quanti, per difendere l’impianto satellitare USA, invocano superiori interessi di sicurezza nazionale cui tutti dovrebbero inchinarsi.
Il trattato NATO prevede infatti che basi militari di Paesi partner possano essere ospitate sul territorio nazionale solo in seguito ad accordi bilaterali.
Di tutto ciò sembrano non avere contezza commentatori come Angelo Panebianco che, sul Corriere della Sera, scrive: “È sconcertante che la nostra sicurezza nazionale (di cui gli impegni con l’alleato americano sono un’essenziale componente) sia appesa alle decisioni di Tar e procure. È sconcertante, inoltre, che tali decisioni siano prese sotto la spinta di una mobilitazione cosiddetta ambientalista contro presunti, e tutti da dimostrare, ‘rischi per la salute’, […] in una fase in cui andrebbero accresciuti, e non indeboliti, tutti gli strumenti possibili di difesa, nonché la capacità del Paese di dimostrarsi un partner affidabile per i suoi alleati militari”.
MUOS – articoli correlati su argocatania.org
Di quale realtà sta parlando il nostro? Al di là dei comprovati rischi per la salute (basterebbe leggere le relazioni degli esperti nominati dalla magistratura) e dei rischi per la sicurezza dei voli relativamente agli aeroporti di Comiso, Sigonella e Catania (come riconosce lo stesso ENAV); al di là di quanto si può leggere in uno uno studio delle forze armate U.S.A., secondo cui le antenne del Muos non sono state collocate nella base di Sigonella perché c’era il rischio di innesco non voluto degli ordigni presenti sugli aerei; al di là di tutto questo, qual è la sicurezza che verrebbe garantita dal MUOS?
Tutta la storia recente della NATO e, più in generale, delle scelte del mondo occidentale nei vari scenari non hanno forse innescato nuovi e sempre più diffusi scenari di guerra?
Sono stati ‘scelti’, di volta in volta, come nella migliore tradizione “orwelliana”, amici e nemici e amici che si trasformavano in nemici, da Bin Laden al “califfo”. E’ stato affermato, senza nessuna vergogna, che i terroristi sarebbero giunti nelle nostre città sfruttando i barconi di chi fugge da guerra e miseria.
E’ stato spesso fatto il gioco di stravolgere i fatti nascondendo una parte della verità. Lo fa, ad esempio, Panebianco quando cita i missili lanciati, ma non arrivati, da Gheddafi (lo stesso successivamente accolto dal governo Berlusconi con tutti gli onori) nel 1986 contro Lampedusa. Missili che erano però una risposta al bombardamento della Libia da parte degli Stati Uniti (operazione El Dorado Canyion).
Cosa aspettarci, del resto, da un commentatore che, evidentemente, ritiene superata la necessità della separazione dei poteri? Scrive infatti che “stabilire finalmente quali confini non possano e non debbano essere mai attraversati, superati, dalle magistrature, in quali ambiti siano soltanto i governi nazionali (in virtù di un mandato elettorale) a decidere, aiuterebbe a impostare politiche di sicurezza più efficaci”.
E dimostra così di non essere consapevole che ogni qualvolta si ‘forzano’ le
Foto di Maurizio D’Andrea
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A proposito di Panebianco dobbiamo renderci conto che quando si esprimono opinioni così ridicole senza alcuna cognizione di causa in un giornale di livello nazionale, non si può credere che la persona sia in buona fede e stia buttando lì una sparata, ma dietro c'è un movimento di pensiero chiaramente orientato che poi è lo stesso che ha permesso che il nostro paese ancora oggi sia un paese a sovranità limitata, un paese in cui le opinioni "mainstream" devovo compiacere il padrone americano. Basti pensare che è inamissibile qualunque critica ai crimini di guerra al governo Israeliano, pena essere tacciati di antisemitismo!