Immigrazione, un seminario tra testimonianze e questioni irrisolte

Un grosso impegno organizzativo, la partecipazione di magistrati, ammiragli, rappresentanti del governo e del volontariato, tutti -a vario titolo e in varia misura- presenti sul campo, per parlare de “L’immigrazione che verrà. Dal respingimento a Mare Nostrum. Dall’Italia all’Europa” nel convegno nazionale organizzato a Catania da Area, il gruppo a cui aderiscono Magistratura Democratica e Movimento per la Giustizia – art. 3.
Quattro sessioni (migrazioni verso l’Europa, viaggio per mare, l’approdo, nuovo approccio europeo) per
analizzare quello che è stato fatto e quello che si sarebbe potuto fare, con uno sguardo al futuro.
Un momento importante di confronto, con testimonianze toccanti e talora persino sconvolgenti da parte di chi, marina militare e volontari, è stato a contatto diretto con la drammaticità delle situazioni e ha svolto un ruolo concreto nell’accoglienza dei migranti.
Ammiragli e prefetti non hanno risparmiato elogi per la costanza e l’abnegazione di molti volontari che hanno permesso una assistenza continua e fattiva. Fondamentale è stato infatti il contributo di Emergency, Medici senza Frontiere, Terre des Hommes, Save The Children, per indicare alcune delle organizzazioni presenti senza soluzione di continuità nelle aree portuali.
Agghiacciante il video della Polizia di Ragusa, dove immagini crude e drammatiche ci mettono davanti la tragedia che sta avvenendo nei nostri mari (video in fondo all’articolo).
Subito dopo la proiezione del video il Procuratore Salvi è intervenuto per dire che la Procura di Catania, dopo intense indagini, riuscì ad individuare i capi della organizzazione criminale che nel 2014 affondò l’imbarcazione con 250 migranti che si erano rifiutati di trasbordare su un’altra imbarcazione fatiscente.
A fronte dell’impegno encomiabile delle forze dell’ordine e della magistratura, ci saremmo aspettati una parola di maggiore consapevolezza e lungimiranza da parte del prefetto Mario Morcone, responsabile del dipartimento Immigrazione del Viminale, che ha invece impostato il suo intervento sul tentativo di giustificare l’operato del governo e del Ministero dell’Interno in particolare.
E’ davvero possibile definire “funzionante” il nostro sistema di accoglienza, se non ignorando o fingendo di ignorare le sue evidenti falle? Si può descrivere come “civile” e “giusta” l’accoglienza offerta dal Cara di Mineo se non passando sotto silenzio i fenomeni di caporalato e lavoro nero, prostituzione e aborti, più volte emersi dalle indagini della magistratura e da inchieste pubblicate su giornali di varia ispirazione? Come definire “chi cerca l’avventura nel nostro paese” un migrante che rischia la vita in mare anche se, forse, non ha tutti i requisiti per ottenere l’asilo politico? E qui ci fermiamo.
Abbastanza unanime la valutazione sull’operazione Mare Nostrum, che pur non potendo rappresentare una soluzione della immigrazione irregolare, ha permesso non solo di salvare centinaia di migliaia di vite umane, ma ha consentito anche di portare avanti una attività repressiva nei confronti dei trafficanti: 3 navi madre catturate, 7 navi sequestrate, 366 trafficanti arrestati.
Sono state utilizzate 31 navi e 2 sommergibili, c’è stato uno scambio di informazioni internazionali, l’uso di sensori, sono state avviate vtra gli Stati forme di cooperazione e soprattutto è stato perlustrato il territorio per salvare vite umane e fornire informazioni a chi si occupa del contrasto al traffico di esseri umani.
Nulla di comparabile con Triton, le cui navi rimangono a 30 miglia dalle coste italiane e non si occupano di quanto avviene in acque internazionali. Ai trafficanti basta accompagnare le imbarcazioni a ridosso delle acque italiane e poi possono andarsene tranquillamente.
Coraggiosa l’azione della magistratura inquirente che ha tuttavia avvertito l’esigenza non esaudita di un intervento del legislatore che rendesse più facile il sequestro e l’arresto in acque internazionali.
Altro dramma nel dramma, evidenziato da diversi relatori, è quello dei Minori stranieri non accompagnati.
Nel 2014 ne sono arrivati oltre 13.000. Scappano dalle dittature, dalle guerre di clan, dalla fame. Inarrestabile il flusso di chi ha davanti, da un lato – se rimane – una morte certa, dall’altro, pur tra mille rischi, la speranza di una vita migliore.
Cosa vuol dire un viaggio ce lo dimostra – fra i tanti – un profilo facebook di Save the Children: “Il viaggio di Bereket”.
Per i migranti non c’è scampo: se donna, viene sicuramente stuprata, se uomo, viene messo in carcere per mesi. Arrivano con la speranza di andare in Germania o in Svezia, e molti si allontanano appena sbarcati per questo. Chi si fa assistere spera di trovare quanto prima un lavoro in modo da poter mandare del denaro ai parenti rimasti a casa.
Sono stati appena accennati i problemi che si hanno nell’accoglienza di questi minori: identificazione e prima accoglienza, accertamento dell’età, mancanza di un sistema nazionale di accoglienza (banca dati di posti disponibili).
Per cui accade che alcuni ragazzi che hanno dichiarato di essere in età diversa da quella reale vengano collocati insieme agli adulti; altri restano in strutture di emergenza per mesi e mesi fino a quando diventano maggiorenni senza alcuna azione concreta di integrazione. Non si riesce inoltre a sottrarre delle ragazze alla prostituzione perché vengono ricattate attraverso i familiari che sono rimasti nei paesi di origine.
Anche per i minori non accompagnati occorre una legge che Save The children (AC 1658) ha già proposto e altresì l’applicazione della Convenzione di Dublino III. Non basta – anche se è tanto – che vi siano operatori e giudici che sappiano ascoltare i minori e riescano a tirar fuori le sofferenze che hanno dentro.
E’ possibile ascoltare l’audio integrale degli interventi sul sito di Radio Radicale a questo link.
Guarda il video della Polizia di Ragusa

Argo

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