La mozione nasce indubbiamente sotto la spinta di alcuni articoli pubblicati su Argo e di altri provenienti da SIGM (Segretariato Italiano Giovani Medici), nei quali si denunciava: lo spreco dei soldi pubblici nell’impiegare molto personale, ben retribuito; la inadeguata preparazione e formazione dei giovani medici rispetto ai loro coetanei europei; la condizione di subalternità retributiva e giuridica rispetto ai colleghi delle altre Scuole di Specializzazione.
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La mozione impegna il governo della Regione a: a) verificare la organizzazione attuale dei seminari; b) verificare la qualità dei corsi e dei formatori; c) a rimuovere le criticità dei cronici ritardi degli stipendi; d) verificare le performance delle figure utilizzate a vario livello; e) verificare i criteri di scelta dei docenti che tengono i seminari nei tre poli.
Si auspica che l’iter parlamentare possa portare ad un riscontro ed incidere positivamente sul servizio e sulla qualità di questi corsi.
A testimonianza ulteriore di quanto già pubblicato ed a sostegno dell’iter della mozione, abbiamo sentito il parere di Alberto Fischer, già Direttore della Unità Operativa Complessa (UOC) di Pediatria di Acireale.
Dottor Fischer, conosce la realtà di questi corsi di Formazione? Come vengono gestiti nell’ambito ospedaliero?
Ogni anno, semestralmente, dal momento dell’istituzione dei corsi, abbiamo avuto nel reparto di pediatria due o tre medici corsisti, i quali al termine del periodo di formazione ruotavano in altri reparti, quali chirurgia, medicina generale, ostetricia. In fase iniziale ricevevo una nota informativa da parte del coordinatore del corso in cui si elencavano nominativamente i medici a cui bisognava fare da tutor.
Come valuta questi corsi di formazione?
Una valutazione globale sui medici corsisti non può non essere che positiva. Nonostante i limiti dell’Università di oggi in tema di formazione, sono nella maggior parte dei casi giovani preparati, curiosi, attivi, con una forte volontà di apprendere soprattutto per quanto riguarda le nuove tecnologie diagnostiche e terapeutiche.
Tuttavia il giudizio globale sull’efficacia di questi corsi, così come vissuto non può essere che negativo, e il consumo di risorse economiche in parallelo rende inefficienti questi corsi.
Innanzitutto vi è da dire, e non penso che sia un pregiudizio, che l’ambiente ospedaliero formi meglio negli aspetti diagnostici e terapeutici, soprattutto in considerazione anche degli aspetti di urgenza/emergenza, anche se le modalità di asssistenza globale, di problem solving, di counseling si apprendono meglio nell’ambito dello studio medico del pediatra e del medico di famiglia.
Per questo è necessario integrare bene i due livelli, ma i medici di medicina generale dialogano poco con gli ospedalieri (per colpa di entrambi) e di qui già una frammentazione del percorso formativo!
Un altro aspetto non indifferente è che mentre il medico di medicina generale viene retribuito dalla Regione per l’attività di tutoraggio, il medico ospedaliero non ha alcun contributo e quindi nessuna gratificazione per il tempo che può dedicare ai corsisti.
Sta di fatto che molto spesso il corsista che frequenta i reparti ospedalieri è abbandonato a se stesso ed alla sua voglia di rubare conoscenze.
Inoltre non viene trasmesso dal coordinatore al responsabile di reparto alcun programma su cui orientarsi e procedere. Ci si limita quindi ad un controllo delle presenze ed ad un giudizio finale tutto improntato su stereotipi che non arrechino danno.
Non esiste alcuna verifica, per cui
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