Per protestare contro il ripristino della situazione legale precedente, hanno adesso incollato il catenaccio apposto all’ingresso del Bastione degli infetti. Il tutto con la chiamata in causa di sant’Agata, invocata a sanare e a benedire la situazione fuori legge.
Andiamo con ordine. Siamo nel quartiere Antico Corso, vicino al Bastione, all’angolo con via Torre del Vescovo. Ignoti tempo fa posero una gigantografia di Sant’Agata su un tratto delle mura aragonesi, dopo averlo imbiancato per meglio accogliere l’immagine e aver transennato lo spazio stradale antistante.
Circa due anni fa nello stesso posto una targa fu fatta rimuovere dall’allora questore, in seguito ad un’operazione di polizia che aveva portato a numerosi arresti. Quella targa conteneva dei nomi e un messaggio riconducibili ad esponenti mafiosi, un omaggio ai morti ammazzati della guerra tra clan avvenuta nella zona (non dimentichiamo che il quartiere è considerato ‘proprio’ territorio da uno dei clan mafiosi etnei che da esso prende il nome).
Ecco perchè “quell’altarino per Sant’Agata è un posto simbolo per molte persone del quartiere”, racconta Salvo Castro presidente del Comitato Antico Corso.
Qualche giorno fa il Comune, per mano dei vigili urbani, è rientrato in possesso del suolo pubblico, rimuovendo la recinzione illegale.
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La risposta non si è fatta attendere. Sempre i soliti ignoti hanno versato della colla nel catenaccio che chiude l’attiguo Bastione degli infetti, luogo del cuore per la campagna FAI 2014, impedendo così, sabato scorso, l’accesso ai cittadini che dovevano dar vita all’urban trekking, già da tempo programmato dall’Associazione Etna Ngeniousa.
Qualcuno ha ora interesse a far circolare la voce che il Comitato Antico Corso con la sua voglia di legalità e il plauso alla rimozione della recinzione, voglia oltraggiare la Patrona ma fu proprio il comitato che nel 2010 appose temporaneamente una foto-riproduzione ed organizzò una manifestazione denominata “l’Antico Corso per S.Agata”, una tre giorni con mostra di quadri sulla festa ed esposizione di tavole progettuali per il risanamento del
quartiere.
“Continuare a fare l’occhiolino e tollerare le piccole forme di illegalità – dice Castro – significa coltivare le grandi illegalità …Con il Bastione degli Infetti, attraverso il lavoro e l’impegno volontario, il Comitato ha restituito alla città un luogo rappresentativo che è anche il cuore di un’area archeologica ingiustamente ed inopportunamente negata”
E non si tratta solo del Bastione degli Infetti e dell’Antico Corso. Tutta Catania sembra essere consegnata all’illegalità e all’abusivismo.
Piccole cose che aumentano giorno dopo giorno. I commercianti che ‘si annettono’ i marciapiedi per esporre la merce, i ristoratori per disporci i tavolini. E poi la distruzione sistematica delle colonnine dei parcheggi che, del resto piacciono poco
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