Un’oasi di verde in un quartiere congestionato, un imponente resto delle mura cinquecentesche che circondavano la città, ignorato per decenni, utilizzato nel recente passato come discarica abusiva e allevamento di animali per il macello clandestino.
E’ il Bastione degli Infetti, di cui da qualche tempo si sta tentando il recupero per iniziativa del Comitato Antico Corso e -dall’estate di quest’anno- anche del FAI che lo ha proposto per il concorso ‘I luoghi del cuore’, attivandosi per raccogliere le firme necessarie ad ottenere il finanziamento destinato al vincitore. Una meta a cui ci si è avvicinati senza raggiungerla, ottenendo comunque il risultato di accendere i riflettori su un bene dimenticato.
Con il coinvolgimento del Liceo artistico Emilio Greco e di varie associazioni, ma soprattutto con la crescente partecipazione di abitanti del quartiere, il Bastione è stato ripulito e aperto per ospitare visite scolastiche, spettacoli, laboratori e un ‘presepe vivente‘ organizzato dalla parrocchia dei Minoritelli lo scorso 18 dicembre.
Anche la biblioteca comunale Bellini di via Sangiuliano sta facendo la sua parte con una raccolta di materiali che parlano del Bastione e delle mura di Catania in una sezione dedicata a cui stanno lavorando Rosi Comitini e Laura Bacciulli.
Lunedì sera, a Palazzo Platamone, a conclusione della raccolta di firme, sul cui numero il Fai nazionale vuole ancora mantenere il riserbo, si è fatto il punto della situazione ed è stata proposta una presentazione delle iniziative già realizzate.
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Giovanni Condorelli, l’artefice della individuazione del Bastione come ‘luogo’ da candidare per il concorso, si è augurato che l’elevato numero di firme raccolte permetta di avere almeno un piccolo contributo che consenta di dotare il Bastione di servizi minimi, panchine e illuminazione, che ne migliorino la fruizione, anche nelle ore serali. Diventerebbe più reale lo slogan lanciato dal Comitato, “se l’Antico Corso è la nostra casa, il Bastione è il nostro giardino”.
Saranno pure “quattro pietre”, come ha osservato un ragazzino del quartiere, ma sono “pietre cariche di storia, che dobbiamo imparare a rispettare e recuperare insieme alla memoria del nostro passato”, ha ricordato Salvo Castro del Comitato Antico Corso.