Lomax e Mangiacarte, una palestra abbandonata per un progetto comune

Mesi di lavoro e di confronto in vista di una possibile collaborazione, questo il percorso compiuto sin dall’estate dalle associazioni Mangiacarte e Lomax. Con una domanda presente in sottofondo: in quale spazio realizzare questo nuovo progetto comune senza andare incontro alle difficoltà economiche che hanno condotto alla chiusura delle rispettive sedi?
La ricerca di spazi pubblici è forse la più grossa questione per le associazioni del nostro territorio, una questione che investe anche l’Amministrazione comunale a cui Lomax e Mangiacarte si sono rivolte, nell’intento -non facile e non proprio riuscito- di trovare un percorso condiviso anche con il Comune, nel rispetto della legalità.
Tra gli spazi possibili presi in considerazione anche l’ex palestra di scherma di piazza Pietro Lupo, da tempo chiusa e abbandonata, usata come rifugio da stranieri irregolari e da senza dimora, successivamente sgombrata e murata, fino alla ‘riappropriazione’ operata due anni fa dal Gruppo Azione Risveglio, che la occupò per “restituirla alla città”.
Più che di occupazioni, nel caso del GAR, si dovrebbe parlare di prese di possesso motivate su basi giuridiche e condotte mantenendo un dialogo o uno stato di non belligeranza con le istituzioni.
Adesso, a partire da sabato 13, la palestra, che i volontari delle associazioni stanno già pulendo, dovrebbe diventare un luogo di incontro, di creatività, di produzione artistica e culturale. E, perchè no, anche un ambito in cui creare occasioni di confronto proprio sugli spazi sociali.
Un percorso tutto da costruire, insieme alle altre associazioni che si sono via via aggregate, mettendo in campo la voglia di scommettersi per trovare nuove strade, non solo per far vivere questo spazio ma anche per sperimentare forme innovative di gestione e cooperazione.
Una ricerca condotta con entusiasmo ma anche con i timori e le incertezze di chi non inizia dal nulla ma ha già alle spalle esperienze pregresse, simili tra loro ma non sempre del tutto convergenti.
Una bella avventura a cui tutti i cittadini potranno, in vario modo, collaborare, a partire da gesti semplici suggeriti dal Comunicato di presentazione dell’evento di sabato, che qui riportiamo.

GAR, Mangiacarte e La Lomax sono liete di invitare la città a partecipare alla riqualificazione dell’ex-palestra di scherma sita in Piazza Pietro Lupo a Catania.
RiappropriAzione 2.0 è un’iniziativa che si propone di strappare dal degrado e dall’abbandono un bene comune per restituirlo alla città sperimentando nuovi modelli di partecipazione.
Una palestra delle arti e delle culture, gestita da una rete aperta di associazioni e di persone, per la promozione sociale e la produzione culturale e artistica. Motore dell’iniziativa è la volontà di mettere in rete energie e competenze, associazioni e gruppi di cittadini, affinché la gestione condivisa di un bene comune possa diventare un laboratorio di partecipazione civica.
L’azione nasce dall’esperienza di queste associazioni catanesi che hanno deciso di intraprendere un percorso collettivo, aperto alla partecipazione di altre realtà che condividano i principi del progetto. Attualmente la rete si è allargata coinvolgendo la Ciclofficina Etnea, il Gruppo Informale di Teatro dell’Oppresso Punteruolo e le associazioni di promozione sociale, culturale e ambientale, Circolo Faber e Collettivo Ananse.
Lo spazio sarà aperto il 13 dicembre per una prima iniziativa e per accogliere quanti vorranno dare un aiuto con il proprio lavoro o con la donazione di attrezzi e materiali da lavoro (martelli, spatole, ducotone, stucco, intonaco, ecc.) e beni strumentali (sedie, tavoli, divani, poltrone, piante, addobbi, fili elettrici, sanitari, librerie, vecchie biciclette, vecchi computer e quant’altro).
L’iniziativa del 13 dicembre prevede un pranzo sociale, momento di condivisione e convivialità, un pomeriggio di raccolta dei materiali donati e di lavori di allestimento dell’immobile, e un’assemblea di presentazione e discussione del progetto seguita da musica live.

Argo

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