A palazzo di giustizia erano presenti il papà e la mamma di Stefania, la nonna, scampata per miracolo alla furia omicida, l’associazione Sen e le donne delle altre associazioni con i loro striscioni e cartelli.
La Cgil di Catania e il Coordinamento donne della Cgil, hanno espresso “la loro soddisfazione per la notizia, e ribadito la loro grande fiducia nella giustizia e nelle forze dell’ordine che hanno contribuito a punire definitivamente il colpevole, senza scorciatoie. – così in una nota congiunta, la Cgil di Catania e il Coordinamento donne del sindacato che nei giorni scorsi hanno dedicato a Stefania un video diffuso nel Web – È bene che ogni potenziale assassino di una donna sappia che, oltre a spegnere la vita di un essere umano, cancellerà anche le proprie speranze per un futuro migliore”.
“Riteniamo, però, – hanno dichiarato le donne de Le Voltapagina e Snoq-Catania– che il grave problema del femminicidio non vada affrontato e risolto solo nelle aule dei tribunali o nelle carceri. Da anni pensiamo che la violenza maschile contro le donne sia un problema culturale e che come tale debba essere affrontato, a partire dalla scuola, in tutti i luoghi in cui si formano le coscienze dei cittadini e delle cittadine”.
Il 25 novembre, giornata mondiale della lotta contro la violenza sulle donne, come tutte le città del mondo, anche Catania ha fatto sentire la sua voce contro la violenza, tutta la violenza , anche quella che talora si ammanta delle vesti dell’oblio e diventa cancellazione, ostracismo, silenzio, esclusione.
Per rinfrescare la memoria dei catanesi e delle autorità comunali, le donne delle associazioni Le voltapagina e Se non ora quando-Catania hanno deciso così di porre una targa stradale e dedicarle la piazza delle belle che da ora sarà piazza Goliarda Sapienza.
La tappa successiva è stata piazza Stesicoro dove tante sigle si sono unite per dire No alla violenza contro le donne.
Oblio, dunque, silenzio, esclusione, dicevamo. Così Le Voltapagina hanno scelto quest’anno non la violenza fisica ma la Cancellazione come violenza, e hanno acceso i riflettori sulle vite e sulle attività di tante donne, disegnandone i profili nelle pagine di un libro ideale. Tante pagine-cartello quanti i “nomi – dice Sara Catania Fichera – di donne che hanno inventato, scoperto, progettato, scritto, contribuendo a modificare le nostre vite attraverso le loro opere o il loro lavoro, donne che non sono ancora riconosciute dalla storia ufficiale se non, a volte, solo in modo marginale”.
Sapevate che è stata una donna a inventare la lavastoviglie, il tergicristalli, il
“Ebbene, noi vogliamo dare visibilità a queste donne nella toponomastica delle città e nei libri di storia. Siamo convinte che per risolvere il problema del femminicidio sia indispensabile un lavoro culturale di lunga durata, capace di costruire una società in cui ciascuna persona abbia pari valore e dignità, a prescindere e oltre l’identità di genere e l’orientamento sessuale”.
Si è snodata la serata, graziata da un clima abbastanza mite e dall’assenza della pioggia annunciata dal meteo. L’associazione che porta il nome di Stefania Noce ha ospitato Silvia Giuffrida, una giovane donna, vittima di violenza, che ha avuto il coraggio di denunciare.
«Io invito tutte, qualunque sia la loro situazione, – ha detto – ad avere la forza di denunciare; a non vergognarsi e a rivolgersi subito alle autorità e ai centri. Io vivo ancora nella paura perché lui mi ha avvertita che non sarei mai arrivata a vedere la fine di tutto. Ma non mi importa. So solo che io oggi non ho più lividi ma le mie ferite dentro rimangono».
Un auspicio e una speranza nel balletto di Arcigay in cui un uomo libera una donna bendata e incatenata ad una sedia.
Commovente l’intervento di alcune madri di migranti dispersi, arrivate con la Carovana per i diritti dei migranti partita da Lampedusa e in cammino per l’Italia negli stessi giorni in cui in tutto il CentroAmerica si snoda una straordinaria marcia di donne, madri, mogli e sorelle, in cerca dei parenti migranti desaparecidos.
Ancora un intervento istituzionale in Consiglio comunale: la presidente Francesca Raciti ha ricordato come con una delibera di giunta, l’amministrazione catanese abbia deciso di costituirsi parte civile nei processi per femminicidio e per atti di violenza.
In serata l’evento “Contro il Vento della Violenza” organizzato da Demetra Onlus, associazione no profit da anni impegnata in Italia e all’estero contro il fenomeno della violenza di genere e tutte le forme di sfruttamento ai danni dei minori. Una serata di beneficenza al Teatro Massimo Bellini, presentata dal giornalista Salvo La Rosa,con la partecipazione di Arisa, Marella Ferrera, Matilde d’Errico, Lucia Sardo.
E infine anche alcuni esercizi commerciali hanno aderito
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La Ragna-Tela ringrazia la Redazione di Argo per il dettagliato articolo sulle manifestazioni avvenute a Catania il 25 novembre. Siamo concordi con la redazione sia sulla sottolineatura dell’”unità delle associazioni di donne e uomini” che hanno dato vita all’evento del pomeriggio in Piazza Stesicoro, sia con quella relativa alla “cancellazione come violenza”. Queste sottolineature tuttavia ci spingono ad interagire con questo blog e a sottolineare alcuni momenti altrettanto importanti che invece sono stati “cancellati”. Ricordiamo la splendida performance “Ferite a morte”, tratta dall’omonimo libro di Serena Dandini, di Carmina Daniele e Chetty Governale della Ragna-Tela, che ha riempito la piazza e ci ha commosse. Ricordiamo anche l’esclusiva mostra sul femminismo degli anni ’80 dello scorso secolo, delle amiche della Ragna-Tela. Ringraziamo infine Anna Di Salvo (Ragna-Tela), la Rete antirazzista catanese e l’UDI Catania, per averci regalato dei momenti di grande emozione nell’incontro che, grazie a loro, è avvenuto nella Piazza con alcune “Madri di Ciutad Juàrez” facenti parte della carovana itinerante “Caravana de Madres Centroamericanas buscando a sus migrantes desaparesidos”.
Mirella Clausi
La Ragna-Tela