Quante volte ci è capitato di alzare il dito accusatore contro l’apatia e l’indifferenza dei giovani di fronte alle grandi questioni. La presentazione alla città del calendario che i ragazzi ospiti dell’Istituto penale per minorenni (IPM) di Bicocca hanno realizzato in collaborazione con Pax Christi, almeno per una volta, ha smentito questo luogo comune. Argo ne ha già parlato raccontando la genesi e le tappe di questa singolare esperienza.
“La guerra un’inutile strage”, come ebbe a definirla il papa di allora, Benedetto XV, è il titolo scelto dagli autori per ricordare il centenario della I Guerra mondiale.
Assemblando foto d’epoca, che documentano soprattutto la vita quotidiana dei soldati nelle trincee, alcuni testi letterari -le poesie di Ungaretti, le memorie di E. Lussu- e con l’aggiunta delle loro riflessioni, semplici e profonde allo stesso tempo, i giovani detenuti hanno creato un oggetto non solo utile e bello ma anche occasione di quotidiana meditazione sull’insensatezza e la stupidità della guerra.
Pax Christi da anni pubblica un suo calendario, finora curato dalla sezione di Trento. Questa volta, per una volta, si è trattato quindi di un caso di emigrazione al contrario che si è incrociata felicemente con il progetto educativo portato avanti in IPM dalla sua direttora, Maria Randazzo, e dai suoi validissimi collaboratori, in primo luogo l’educatrice Giuliana Mastropasqua che ha coordinato l’iniziativa.
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Questo lavoro, frutto di un impegno collettivo e fortemente partecipato, con la bellezza delle immagini che i ragazzi hanno scelto ma soprattutto con le parole con cui le hanno commentate, ci ricorda che tutte le guerre nascono da decisioni prese da adulti ma il cui prezzo salatissimo continua ad essere pagato dai giovani, con le loro vite troncate o con i loro corpi martoriati da mutilazioni irreversibili.
Don Renato Sacco, coordinatore nazionale del Movimento Internazionale per la Pace, ha ricordato che i monumenti come quelli ai caduti della Prima guerra mondiale che popolano le piazze anche del più piccolo dei nostri paesi, dovrebbero essere stati costruiti per ammonire le generazioni future ma spesso si riducono ad occasioni di retorica inutile quando non diventano veicolo di messaggio insidiosi e menzogneri.
Questo calendario vuole essere invece come un monumento, sia pure di carta, alla pace, un segno e uno strumento di riflessione che andrà nelle case di tante persone.
In questi stessi giorni, fra l’altro, è nelle sale cinematografiche l’ultimo lavoro di Ermanno Olmi, “torneranno i prati”, anche esso dedicato alla memoria della Grande guerra. Nelle interviste che il regista ha rilasciato risuona duro il suo ammonimento: piuttosto che farne una retorica e tronfia commemorazione, la ricorrenza del centenario dovrebbe servire a farci prendere coscienza di quanta ipocrisia e vigliaccheria si è nutrita finora la memoria di questa guerra.
Dovrebbe essere invece l’occasione per chiedere perdono per il grande tradimento che è stato perpetrato nei confronti di un’intera generazione di giovani alla quale non abbiamo saputo neanche spiegare il perché, ammesso e non concesso che ce ne possa essere uno, la stessero mandando al macello.
Tradimento, aggiungiamo noi, che è stato anche più grande nei confronti degli innumerevoli giovani siciliani dei cui nomi sono piene le lapidi degli insopportabili monumenti ai caduti e che sono morti sul Grappa e sull’Ortigara, senza che nemmeno sapessero dell’esistenza di questi luoghi sulla carta geografica.
Marco e Biagio, i due ragazzi dell’IPM che hanno presentato il lavoro a nome dei loro compagni, hanno espresso il loro apprezzamento soprattutto per il fatto di essere stati coinvolti in una discussione nella quale hanno avuto la possibilità di esprimere le loro sensazioni, i loro pensieri e i loro giudizi. “Alla fine, hanno detto, ci siamo accorti che non abbiamo partecipato ad una lezione di storia ma ad una lezione di vita.”
Come ha ribadito Maria Randazzo “hanno riflettuto sul passato per agire nel presente, a partire dal modo di vivere l’esperienza della privazione della libertà, fino alle scelte che dovranno fare conclusa la loro attuale esperienza.”
Dalle frasi scritte, infatti, traspare anche la personale sofferenza degli autori per la loro attuale condizione, soprattutto quando si soffermano a riflettere sulla lontananza dei soldati dalle persone e dai luoghi più cari o sulla incertezza riguardo al futuro.
Traspariva dalle loro parole, in modo particolarmente toccante, la dimensione dell’amicizia. Marco e Biagio, presenti alla manifestazione in quanto ammessi al lavoro all’esterno e quindi nelle condizioni di uscire dal carcere, hanno ricordato con accorata nostalgia i loro compagni forzatamente assenti perchè impossibilitati ad uscire dalla struttura penale.
Ascoltare la voce di questi ragazzi ha dato la misura esatta di quanto anche l’esperienza del carcere possa essere vissuta non con una logica punitiva ma come un’esperienza di riflessione sui propri errori da cui nasce il desiderio e la speranza di un futuro diverso e migliore.
Senza dimenticare che, parafrasando don Tonino Bello, la pace come la maturità nella vita è come un cammino, e per giunta, cammino in salita.
Si può visionare il calendario a questo link, acquistarlo è un modo per sostenere le attività del Moviemnto Internazionale per la Pace.
Chi fosse interessato può contattare il 3245409514 oppure cercarlo, a Catania, presso la Libreria S. Paolo, in via Vittorio Emanuele 182. Sarà anche venduto nelle prossime domeniche davanti ad alcune parrocchie della città.
E’ bellissimo !
Il verbale d’interrogatorio scelto per il mese di agosto e le parole di Mohamed per il mese di aprile danno un briciolo di speranza.
Grazie e complimenti a tutti