Venivano a deporli, mentre dormivamo, ai piedi dei nostri letti e l’indomani ci dicevano che erano i doni dei defunti, dei morti della famiglia o di amici cari, persone amate e perse che tornavano sulla terra una volta l’anno per regalarci vestiti, giocattoli e dolciumi.
Quest’anno vogliamo ricordare questa usanza tradizionale che si va perdendo e ricostruire l’origine di alcuni di questi dolci, rinviandovi anche alle ricette presenti in uno dei tanti siti che le riportano.
Cominciamo dalla frutta Martorana o pasta reale o marzapane, dolcetti di pasta di mandorla “travestiti” generalmente da frutti o ortaggi. Prendono il nome dalle suore benedettine del convento della Martorana di Palermo che li prepararono e poi li fecero gustare anche a corte, dove furono apprezzati dallo stesso re. Da allora, quindi, il nome si trasformò in “pasta riali”, pasta reale.
I pipareddi, spesso chiamati italianizzandone il nome Piparelle, sono anch’essi biscotti impastati con mandorle intere ma all’impasto dei quali si aggiunge del pepe nero, da cui il nome. I nostri nonni ricordavano ancora un vecchio venditore che incitava i bambini al grido di “Piangi, piangi, bambino, che la mamma ti compra i piparelli”.
E che dire dei magnifici “pupi ri zuccaru”, vere e proprie bambole di zucchero che troviamo -ahimè- solo nel Palermitano. Ritraggono spesso i paladini, i nostri pupi , Orlando, Rinaldo e Angelica la bella o uomini a cavallo e dame. Vengono chiamati anche Pupi a cena o pupaccena grazie ad una leggenda che racconta di un nobile arabo diventato povero che li offrì agli ospiti al posto di altro cibo del quale non disponeva.
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interessante articolo di un autore veramente competente che ci imbandisce nel giorno canonico la tavola della memoria con tutti i dolci della tradizione siciliana, e ne traccia le origini storiche di ciascuno.
Una sola nota: l'ambulante che io ricordo - davanti l'ingresso della villa comunale di Acireale - invitava ad acquistare con la frase citata nell'articolo e rimasta proverbiale "piangi bambino che la mamma ti compra...(non i pipareddi) i 'nciminaddi", che erano biscotti di varia forma cosparsi di diavulicchi colorati.