Urgenti e indifferibili, addirittura di pubblica utilità. Così sono stati definiti gli interventi previsti dal decreto denominato ‘Sblocca Italia‘ in campo energetico, edilizio ….. Un tentativo miope di far ripartire l’economia sacrificando l’ambiente, il territorio e quindi le generazioni future, favorendo di fatto gli interessi di grandi gruppi industriali e speculatori.
Si tratta inoltre di un provvedimento che esproprierebbe gli enti locali, le Regioni in primo luogo, della possibilità di esprimere una loro posizione, in cambio di pochi vantaggi economici limitati nel tempo.
Una petizione promossa da Altra Europa chiede a noi cittadini di fare sentire la nostra voce, in particolare contro gli articoli che riguardano le “misure urgenti in materia di energia” che “destano notevoli preoccupazioni sotto il profilo della tutela ambientale, del rispetto del territorio, della salvaguardia della salute dei cittadini”, tutti beni non negoziabili.
A maggior ragione se, come in questo caso, i benefici promessi sotto il profilo socioeconomico e sulle ricadute occupazionali sono in realtà, al di là delle roboanti promese, bassissimi e comunque di corto respiro, se è vero che si tratta di giacimenti che si esaurirebbero nel giro di qualche anno.
Nella petizione si ricorda che
- che gli idrocarburi che si trovano nel sottosuolo, così come le altre risorse naturali, sono “beni comuni”, cioè proprietà di tutti i cittadini italiani;
- che la gestione del bene comune deve avvenire garantendo il rispetto dell’ambiente, la tutela e la conservazione delle risorse naturali, la sicurezza ed il diritto alla salute di tutti i cittadini;
- che le attività petrolifere espongono il territorio a diversi tipi di impatto potenziali: rilascio di sostanze inquinanti in fase di esplorazione e coltivazione, incidenti di vario tipo, emissione di sostanze gassose in fase di esplorazione, emissione di sostanze inquinanti legate ai processi industriali
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Viene inoltre sottolineato che non si prevede alcun monitoraggio ambientale integrato che misuri costantemente le variazioni dei parametri e le mutazioni dello stato dell’ambiente e non viene tenuto in conto che l’esposizione all’inquinamento ambientale, per un periodo sufficientemente prolungato di tempo, può determinare danni alla salute anche a distanza di decenni.
Quanto al territorio italiano, particolarmente fragile sotto il profilo idrogeologico e ad elevato rischio sismico, si denuncia il rischio di aggravarne il dissesto in modo irreversibile, anche perchè in caso di sisma potrebbe verificarsi la dispersione di idrocarburi.
Viene denunciato che:
- che le trivellazioni in mare determinino comunque la distruzione dell’ecosistema marino, particolarmente fragile essendo il Mediterraneo un mare chiuso
- che non verranno creati adeguati posti di lavoro nei territori oggetto delle concessioni, ma veranno generate di certo notevolissime perdite di posti di lavoro nei settori agricolo e del turismo, con conseguente “perdita di prodotti di eccellenza del settore agroalimentare e mancato sviluppo di un’attività di primaria importanza sotto l’aspetto culturale”.
In conclusione si chiede a tutti i parlamentari di opporsi alla conversione in legge del decreto votando no anche in caso di apposizione della questione di fiducia da parte del Governo.
Enti e istituzioni vengono sollecitati a votare e trasmettere al Governo e al parlamento ordini del giorno, delibere e atti contrari al decreto nonché di sostenere le iniziative che i cittadini e i movimenti metteranno in campo
Per firmare la petizione
non è un governo ma una banda di delinquenti
non riesco a capire come si può fare per fermare questa banda di briganti. Tutti scrivono e denunciano pericoli per l’ambiente. Le città cadono a pezzi e questi cretini pensano ancora di rubare soldi per cementificare quel poco che resta. Ma siamo pazzi.
La chiamano Leopolda ma a me sembra un centro per dementi agitati. Ma come si può condividere un simile governo? come si può accettare che lo presieda un pessimo scout?Come si può dialogare con una masnada di cretini? Lo sblocca italia è solo un piccolo varco per ridare fiato ai predoni delle città e Catania abbonda di questi malfattori, pronti a distruggere quel che resta di un modesto territorio già vandalizzato.