PUA, parcheggi interrati, porto, varianti urbanistiche. Qui si gioca il futuro di Catania. Un futuro di cemento e speculazione se la cosiddetta società civile non si mobiliterà per impedire che i comitati d’affari oggi dominanti perseguano i loro interessi privati e mettano “Le mani sulla città”.
Su questi temi e con questa prospettiva Catania Bene Comune, insieme a La Città Felice e ai Comitati No Pua e Porto del Sole, ha organizzato sabato 11 ottobre un’assemblea cittadina presso il Gapa, l’associazione presente da anni nel quartiere di San Cristoforo.
Una scelta non casuale, visto che si tratta di uno dei quartieri che rischia maggiormente di essere stravolto dalla prospettata Variante del Centro Storico, forse il pericolo più grave che incombe sulla città. Lo ha detto nella sua introduzione Matteo Iannitti di Catania Bene Comune.
Lo ha ribadito Giusi Milazzo del Sunia, ricordando che è proprio sul centro storico che sono appuntati oggi gli interessi degli speculatori. Aspirano ad ottenere il via libera per abbattere e ricostruire, superando i vincoli del piano Piccinato, che prevedeva solo interventi conservativi. Così il premio di cubatura, eliminato dal Regolamento Edilizio in seguito agli interventi delle associazioni ambientaliste e di alcuni professionisti lungimiranti, rischia di essere riproposto con il suo strascico di effetti devastanti.
Eppure l’Unesco, che ha riconosciuto il barocco di Catania degno di essere segnalato come patrimonio dell’umanità, raccomanda non solo la cura del centro storico e la messa in opera di interventi che ne recuperino l’identità – ha ricordato ancora Milazzo – ma anche il coinvolgimento della comunità nella sua salvaguardia.
Una raccomandazione che rischia di cadere nel vuoto se le decisioni più importanti continueranno ad essere prese nelle ‘segrete stanze‘ degli assessorati.
Imprenditori, associazioni di categoria, persino i sindacati, chiedono di realizzare opere come il PUA della Plaia per offrire occasioni di lavoro e di sviluppo. Ma di quale sviluppo parliamo? E’ questo l’unico sviluppo possibile? Non è invece – come ha detto Giolì Vindigni del Comittao No PUA – uno sviluppo malato e sconsiderato?
Ha un senso costruire alla Plaia un centro congressi pur sapendo che quello esistente in viale Africa è utilizzato al 20% delle sue potenzialità? Catania ha davvero bisogno di un ulteriore centro commerciale di ben 14.000 mq, in un momento in cui il commercio è in sofferenza? E così via discorrendo per l’acquario, il centro fitness, il cinema multisala, le strutture recettive, la pista go-kart e perfino il campo da golf, che rischiano di rimanere in gran parte inutilizzati dopo aver scempiato un’area di grande valore naturalsitico.
Senza dimenticare che si tratta, inoltre, di una zona soggetta a rischio sismico ed idraulico nonchè appartenente all’Oasi del Simeto, e quindi inedificabile prima che l’Oasi fosse riperimetrata “con un tratto di penna”, e oggi comunque vincolata.
Il rispetto dell’ambiente piuttosto che come un vincolo, può essere considerato un’opportunità di sviluppo diverso, come dimostrano i casi – ricordati da Vindigni – di Vendicari e della Riserva dello Zingaro, mete turistiche ad alto gradimento proprio perchè capaci di valorizzare l’integrità e la bellezza della natura.
Quanto alle occasioni di lavoro, potrebbero essere offerte da altro tipo di interventi, a cominciare dalla messa in sicurezza delle strutture pubbliche dal rischio sismico.
La domanda diventa allora: quali sono le finalità di questi progetti? Qual è l’interesse dominante, “quello della collettività o quello di singole persone, che sono poi sempre le stesse”?
alcuni articoli correlati su argo.catania.it
Una chiave di lettura analoga può essere utilizzata anche per la costruzione dei parcheggi interrati, di cui ha parlato Anna di Salvo dell’associazione La Città Felice. Un problema scottante quello del parcheggio in una città come la nostra in cui l’automobile è il mezzo più utilizzato per gli spostamenti anche brevi. E’ stata questa infatti la questione su cui si è maggiormente dibattuto, con domande e riposte anche da parte del pubblico.
Possono i parcheggi interrati darci la doppia possibilità di avere piazze libere e fruibili in superficie, riservando alle auto gli spazi del sottosuolo, ha chiesto qualcuno? Varie le risposte emerse, con tagli differenti e complementari.
Si dovrebbe evitare l’ingresso delle automobili nel centro della città, ha ricordato Ignazio di Paola, geologo. E’ questo il senso dei parcheggi scambiatori, che vanno creati in periferia, mentre la costruzione dei parcheggi nelle piazze del centro ha l’effetto opposto di attirare le macchine.
Una impresa che voglia costruire un supermercato, ha osservato nel suo intervento un ingegnere, deve acquistare (a caro prezzo se è in centro) la vasta area edificabile necessaria e quella per il parcheggio di servizio dell’esercizio. In questo caso l’area edificabile (bene comune di gran pregio) viene ‘regalata’ all’impresa che vi costruisce un cinema, un centro commerciale ed il relativo parcheggio di servizio.
L’ impresa privata, che incasserà le tariffe di parcheggio, viene pure finanziata con 15 milioni di euro di contributo regionale, soldi di noi contribuenti, .
Una vera truffa, ha concluso l’ingegnere, che comporta l’accaparramento di un bene comune e il suo uso a scopo privato: il parcheggio costruito a beneficio del centro commerciale viene millantato come servizio per la città.
“Queste cose le abbiamo già viste -ha detto Giovanni Causo del Gapa – il nostro futuro è il passato, e questo è molto triste”. Anche la presenza di un pubblico poco numeroso ha suscitato, da parte di Caruso, una riflessione malinconica ma molto lucida. “ Ci troviamo a discutere sempre con le stesse persone -ha proseguito- e invece dovremmo raccontare queste cose fuori da qui, a tutti”.
Rimane questo forse il monito più grave, e anche più stimolante, della serata.
Iniziativa interessante che però andava fatta in altro luogo più consono e meno settario coinvolgendo più cittadini dei quattro gatti presenti, inferiori al numero delle sigle aderenti.
attenzione: ho ascoltato un parere di un architetto che conosce i piani PUA . Ha riferito che il centro congressi non si può realizzare perchè troppo vicino all’areoporto. Pare che sia stato già dato un parere negativo. Bisogna denunciare il tutto alla Pocura. Pare che lo abbiano già fatto.