4 livelli di parcheggio, due dei quali completamente interrati, uno per metà fuori terra e uno tutto fuori terra su metà della superficie totale (28.500 mq). Posti auto complessivi, 1.080, di cui 886 sotto terra. Più un Terminal Bus di 40 posti a raso.
Così sarà il parcheggio di Piazza Sanzio, di cui oggi pubblichiamo relazione e planimetrie, ottenuti con
richiesta di accesso agli atti. Perchè la città sappia e possa valutare se abbia un senso oggi riproporre uno dei parcheggi dell’era D’Urso-Scapagnini, soprattutto dopo aver visto cosa è accaduto in piazza Europa.
Qualcuno potrebbe obiettare che qui la situazione è diversa perchè quella era una bella piazza che è stata sventrata e deturpata, questo è uno spiazzo solo in parte utilizzato e in parte abbandonato al degrado.
Comunque è pur sempre un bene comune, un’area pubblica in centro città, di grande valore come area edificabile. Vi si svolge -ad esempio- un mercato domenicale, con vendita dal produttore al consumatore, che riscuote l’apprezzamento dei catanesi.
DOCUMENTI
Sistemare quest’ampia area, renderla gradevole e vivibile, lasciandone una parte adibita a parcheggio, comporterebbe per il Comune una modica spesa.
Il parcheggio interrato diventerà invece un bene privato, almeno per alcune decine di anni, perchè si tratta di un projet financing, in cui la società Catania Parcheggi, composta da Consorzio Nazionale Ciro Menotti e FINAL spa, investirà i propri soldi ma anche quelli della Regione.
Questo è infatti l’unico dei parcheggi previsti dal piano Scapagnini in cui sono presenti anche soldi pubblici, ragion per cui noi cittadini che paghiamo le tasse contribuiremo a realizzare una struttura di cui le società private incasseranno i profitti.
Due bugie emergono subito dalla lettura della pagina introduttiva della relazione, secondo cui il progetto risponde a due esigenze sentite dai catanesi: avere spazi ‘liberi’ (sì, così sta scritto, liberi) per i parcheggi e aree verdi attrezzate ad uso pubblico.
Ecco perchè si tratta di bugie.
Il verde
Dopo il miraggio prospettato in apertura di relazione, “ampi spazi verdi con strutture finalizzate alla pausa, lo svago, il riposo”, viene precisato che alberi veri e proprio potranno esserci solo nelle due ‘aree di risulta’, vale a dire nei settori estremi dell’area, all’angolo con via Giuffrida e -dalla parte opposta- con via Scammacca. Solo queste limitate porzioni di terra, “non risultando sovrapposte a strutture edificate”, avranno lo spessore di terra adatto ad “alberature alte” (pag 19).
Per il resto solo “fioriere” (!), accompagnate da ampie zone pavimentate e giochi d’acqua. Siamo sicuri che sia questo il verde di cui la città ha bisogno?
Area commerciale dentro il parcheggio
Quanto al parcheggio, non solo non sarà libero bensì a pagamento (le ditte investono per guadagnare, non per fare beneficenza…) ma -soprattutto- non sarà il parcheggio ‘in più’ di cui la città ha bisogno.
All’interno della struttura interrata sono previsti, tanto per cambiare, un supermercato e un cinema, due realtà che hanno bisogno di avere a disposizione posti auto per sé, due attività che attireranno altre automobili e creeranno (ammesso che abbiano fortuna e non vengano chiuse e abbandonate al degrado come Vulcania) ulteriore congestione del traffico.
Anche perchè il catanese medio, per evitare di pagare il parcheggio, lascerà presumibilmente l’automobile nel modo ‘fantasioso’ e irregolare che gli è consono, in doppia fila, in curva, davanti alle scivole…
Avremo comunque una singolare inversione della pratica usuale, quella secondo cui è il centro commerciale a prevedere e provvedere l’area di parcheggio a suo servizio.
Dell’ampio spazio aperto dell’area saranno innanzi tutto ridotti, per quanto possano essere ‘abbelliti’, gli spazi di vivibilità. La “piazza centrale” (pag,20 della relazione) che “sovrasta il volume del commerciale” sarà una sorta di passaggio pedonale tra via Imperia e via Sanzio e sarà “articolata su livelli differenziati in funzione della destinazione d’uso e dell’utilizzo dei volumi sottostanti”.
La superficie a raso verrà quindi organizzata in funzione dei piani sottostanti, compresi i buchi di accesso (come in piazza Europa) ai piani interrati, con lo spazio ‘mangiato’ dalle rampe, da apparecchiature di servizio per il condizionamento dell’aria, dai lucernai delle superfici interrate. A poco servirà abbellirli con pannelli vetrati…
Dell’area commerciale, che è parte integrante del progetto perchè serve a fare cassa e recuperare i soldi investiti dalle ditte, nella relazione si dice poco. Appena tre righi a pag,19, spiegando che non deve eccedere il 15% della superficie totale. Che sia previsto anche un cinema non è detto esplicitamente. Solo in modo indiretto a pag.20 si parla (con riferimento alle fioriere di cui sopra) di “punti di uscita si sicurezza dei flussi pedonali del blocco cinematografico”.
Un piccolo sotterfugio per contrabbandare l’interessato come utile?
E, per chiudere, una osservazione sulla strana caratteristica del documento che ci è stato consegnato presso la Direzione Lavori Pubblici, una cinquantina di pagine stampate senza data, timbri e firma, sia pure con il corredo di alcune planimetrie. Solo in seguito alle nostre richieste, l’ingegnere responsabile unico del procedimento (RUP), Orazio Palmeri, ha vistato e timbrato -in nostra presenza- il fascicolo che oggi pubblichiamo.
Credo che bisognerebbe parlare anche di questo intreccio societario e della stessa Catania Parcheggi. E’ riduttivo dire che la Catania Parcheggi è composta da Menotti e Final. Qui c’è spiegato chi c’è davvero dietro.
http://ctzen.it/2014/09/30/parcheggio-sanzio-lavori-al-via-a-dicembre-a-capo-il-principe-indagato-in-expo-2015/
Dietro c’è anche altro. E Argo tornerà sull’argomento pubblicando altri documenti. Per oggi abbiamo messo a disposizione della città le prime carte perchè si conosca intanto il progetto e le sue contraddizioni.
Ho letto e riletto l’articolo, poi ho scaricato e letto la relazione tecnica e serenamente (ma pronto a cambiare idea) affermo di rientrare in quelli che dicono “che è una situazione diversa da Piazza Europa” e provo a spiegarlo.
1)Mi sembra di aver capito che è il bando di gara stesso, pubblicato anni e anni fa, a prevedere che il 15% della superficie possa essere adibito a locali commerciali: cosa avrebbe dovuto fare il privato? Rinunciare a questa opportunità? Ben altro fu l’iter di Piazza Europa, dato che se non ricordo male i Virlinzi chiesero successivamente una misura compensativa sotto forma di aree commerciali o gestione di stalli blu nelle vicinanze.
In questo caso il privato si è attenuto al disciplinare del bando, quindi non vedo alcun atteggiamento da furbetto. Poi si può discutere sulla correttezza del bando, ma ahimè parliamo di atti risalenti ad anni fa: possibile che nessun giornalista catanese abbia letto quel bando nei giorni / settimane successive alla pubblicazione?
2) Le prime pagine della relazione tecnica sono dedicate alla spiegazione degli interventi sulla viabilità in via Giuffrida e Sanzio ed è strano che nel vostro documentatissimo pezzo non si faccia menzione di questi interventi a carico dell’impresa. Di fatto via Giuffrida nel tratto finale verrebbe resa a senso unico in direzione sud, con svolta obbligata a destra verso Piazza Lincoln – Corso delle Province (anch’esso a senso unico verso sud) o a sinistra verso viale Sanzio – viale vitt. Veneto.
I flussi in direzione nord verso viale Mediterraneo e il casello autostradale verrebbero dirottati lungo la via Imperia e via S. Filippo Neri, adeguatamente ampliata.
Tutti questi interventi fanno parte del progetto e sono sostenuti dall’impresa aggiudicataria (insieme alla compartecipazione pubblica di cui avete parlato). Francamente mi sembra, una volta tanto, un esempio di progetto privato che va ad incidere positivamente anche su questioni pubbliche legate alla viabilità. Se davvero l’intervento suggerito riuscisse a ridurre di un 15/20% le file interminabili in via Giuffrida credo che sarebbe una gran cosa per l’intera città.
3) Le attività commerciali previste sono un supermercato e un cinema. Il primo è un tipico esercizio commerciale di vicinato, in una zona ad alta densità abitativa e in cui, se la memoria non mi inganna, insistono solo due piccoli market simply (viale vitt. Veneto e via Vagliasindi vicino alla Sidra) oltre al market bio che ovviamente si rivolge ad un altro target di clientela.
Il cinema invece è un’attività commerciale serale e da weekend, quindi in fasce orarie e giorni diversi da quelli del grande traffico lavorativo della città.
Voglio dire che il privato aveva la possibilità di adibire il 15% dell’area a locali commerciali e tutto sommato ha suggerito attività utili per il quartiere e che non appesantiscono nelle ore diurne il traffico locale.
3) Sulla questione verde pubblico io non so voi dove abitate. Io da dieci anni vivo in quella zona e vi assicuro che agli abitanti basterebbe avere il Parco Falcone pulito come agli inizi e il Largo Bordighera migliorato anche nella zona sterrata lungo il viale Bernini.
Ben altra e delicata è, invece, la questione delle aziende interessate al progetto. Ma in questo caso attendo info e documenti da voi e da altra stampa locale.
la voce del padrone ha abbaiato ed ha dat il verde. Il parco falcone per la zona in questione è solo un fondo di caffè. Stiamo scherzando ? Perchè non interessate un bravo architetto per fare spiegare all’anonimo Andrea come si legittima urbanisticamente una zona ? Questo signore lo sa oppur no che tutto il territorio urbano della città è fuori legge ? Spiegateglielo oppure ditemi che sono folle.Vi darò le mie prove.
Gentile avvocato Arena,
partiamo da una considerazione banale: il verde pubblico non è mai troppo in una città, a maggior ragione a Catania che vanta tristi primati negativi in fatto di spazi realmente fruibili e non solo sulla carta.
Detto questo, a me sembra che il quartiere in questione presenta già un discreto numero di aree verdi che meriterebbero miglior cura per diventare davvero luoghi di incontro e centri di aggregazione spontanea: il Parco Falcone, la Piazza Michelangelo attualmente ridotta a rotatoria, il largo Bordighera, l’isolato di Vulcania volendo spingerci più in là. E poi certo, c’è la Piazza Lincoln su cui io farei un discorso a parte: ho criticato le modalità di assegnazione della sponsorizzazione e nutrito dubbi sui lavori di riqualificazione però, a distanza di oltre un anno, devo ammettere che prima era solo un “cacatoio” per uccelli mentre adesso è luogo di sosta abituale per ragazzi e adulti. Possiamo discutere della qualità degli interventi di recupero e di aspetti botanici, ma io non ho vergogna ad ammettere che a conti fatti l’intervento del privato ha recato un beneficio agli abitanti della zona.
Sono apertissimo a leggere interventi di architetti e urbanisti, ma invito anche tutti voi a girare l’Europa e verificare che lì dove la qualità della vita è di gran lunga migliore della nostra ci sono, udite udite, anche parcheggi in pieno centro.
Qui si sta parlando di una grande distesa di asfalto che si vuole adibire a parcheggio scambiatore: ragionando con buonsenso mi sembra una buona idea. Non si parla di un parcheggio in Piazza Europa o nel suo amato porticciolo di Ognina o sotto la fontana del liotru, ma all’ingresso della città e a 200 metri dalla galleria che immette poi per i paesi etnei.
Ripeto, l’ubicazione del parcheggio e la proposta progettuale a me sembrano interessanti e funzionali alle esigenze di mobilità della città.
Naturalmente attendo idee diverse e mi auguro che ne possa scaturire un dibattito sereno.