Con un provvedimento dirigenziale del 7 febbraio dl 2014 il Comune di Catania ha determinato un “accordo di sponsorizzazione volontaria per la realizzazione e la fornitura gratuita della nuova cartografia del Comune di Catania, in via non esclusiva, in formato tascabile, offerta dalla società Geoplan s.r.l.”
Si tratta di 3.000 cartografie professionali, fornite gratuitamente all’Amministrazione e distribuite, da quest’ultima, presso i punti informativi comunali.
L’Amministrazione può così, senza impegnare risorse proprie, fornire ai turisti uno strumento utile per visitare la Città; la società in questione, attraverso le inserzioni pubblicitarie presenti nelle mappe, ottiene un ritorno economico.
Vista l’importanza per la nostra Città di valorizzare l’offerta turistica, sembrerebbe un buon compromesso.
Nell’accordo di sponsorizzazione volontaria (allegato al provvedimento dirigenziale), si legge che le cartografie avranno come contenuto anche “informazioni di carattere storico, artistico culturale etc, corredate da fotografie, inerenti il Comune di Catania”.
Aprendo la mappa, di notevoli dimensioni, forse non ottimali rispetto all’utilizzo, di tale strumento, però, di tali informazioni non vi è traccia, se si escludono due foto: una del palazzo dei Chierici, l’altra della Cattedrale.
Ci si chiede: perché nessuno ha controllato il prodotto finale?
In effetti, tale verifica sarebbe toccata all’ufficio delle sponsorizzazioni ed alla sua resposabile, Patrizia Strazzeri. Il provvedimento dirigenziale, però, reca in calce la firma di Massimo Rosso, dirigente a tempo determinato, all’interno del Gabinetto del Sindaco-Ufficio Staff del Sindaco. Sarebbe toccato a lui verificare la congruenza fra quanto pattuito e quanto consegnato?
Inoltre, preso atto del risultato finale, ci si chiede: in questo procedimento è stato rispettato quanto previsto dal regolamento per la gestione delle sponsorizzazioni del Comune di Catania, adottato dal Consiglio Comunale con deliberazione n.21 del 19-03-2009?
In particolare, quanto contenuto nell’art.5 al punto 1 “La selezione dello sponsor avviene nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento e trasparenza, di tempestività, di libera concorrenza, di correttezza e di proporzionalità”, e al punto 3 “La selezione dello sponsor è effettuata mediante la procedura negoziata della trattativa privata preceduta dalla pubblicazione di apposito avviso, approvato con determinazione del Dirigente competente in riferimento agli interventi, servizi, prestazioni, beni o attività oggetto del contratto” e nell’art. 13 al punto 2 “L’Ufficio Sponsorizzazione svolge attività di: organizzazione e coordinamento di tutte le attività relative ai processi di sponsorizzazione del Comune di Catania”.
In attesa delle risposte, esprimiamo il nostro auspicio affinché sia migliorata l’accoglienza nella nostra Città, dando maggiori, e migliori, risorse agli uffici preposti ed evitando, diversamente da quanto affermato anche da esponenti politici che sostengono l’attuale maggioranza, di prospettare una futura privatizzazione del servizio.
Gli ultimi articoli - Enti Locali
La battaglia contro la privatizzazione del porticciolo di Ognina sembrava vinta. A maggio dello scorso anno
In Sicilia si chiamano Assistenti all’Autonomia e alla Comunicazione (ASACOM), in Italia hanno altre denominazioni, ma
Il presidente dell’Autorità Portuale di Catania dichiara che la procedura relativa al nuovo Piano Regolatore del
Un sogno che diventa realtà, la nascita a San Berillo di una squadra di calcio iscritta
Catania si aggiudica l’ultimo posto nella classifica delle città italiane più green? Non ci stupisce. Il
Al fatto, uno dei tanti purtroppo, non resta che porsi la solita domanda : perchè mai i dirigenti voluti allo scopo da Bianco, non hanno verificato la corretta rispondenza di quanto pattuito a quanto cosegnato ?
Risposta: per confermare, con buona pace di quanto promesso dallo stesso Bianco in campagna elettorale, la tradizione politico-ammmnistrativa che ha ridotto Catania allo stato attuale.
Soldi buttati al vento – un’altra cartaccia che finira’ come spazzatura nelle strade come i volantini dei grandi negozi e supermercati.
Se si vuole attrarre i turisti si dovrebbe cominciare a ripulire Catania dalla sporcizia e dai graffiti. Un’esempio e’ la Villa dei Varagghi – un luogo centrale e unoo dei giardini piu’ antichi di Catania – che dovrebbe essere l’orgoglio di questa citta’ ed un posto piacevole dove trascorrere un’oretta (fare un picnic per esempio), invece e’ uno scempio che simbolizza Catania: trascurata, sporca e maleodorante.
Ps. Ho notato una cosa bella l’altro giorno. Un commerciante che ha adottato l’aiuola di fronte al suo negozio. L’aiulola era lussureggiante, pulita e ben mantenuta (e la strada attorno al negozio pulta e senza cartaccie). Se ogni negozio, persona manterrebbe lo spazio attorno a se pulito invece di fregarsene perche’ tanto e’ sporco lo stesso, si potrebbe cominciare a vedere un po’ di cambiamento positivo.
Perchè mai dare la colpa a chi sporca adeguandosi così allo sporco diffuso in città nel pieno silenzio della attuale giunta Bianco che aveva promesso un radicale cambiamento amministrativo ?
Basterebbe l’intervento reppressivo di pochi vigili urbani per ottenere presto e bene per simili abusi, anche la dissuasione preventiva che sta alla base del vivere civile.
Altrimenti, perché mai dovremmo duramente pagare le attuali pesanti tasse comunali ?
Ieri ad Aci Sant’Antonio ho visto una parte troppo demoralizzante: una ragazza tutta imbambolata buttare la carta di un gelato a terra come se fosse normale e in piena visione e nessuno ha detto niente (inclusa io per essere onesta).
Ci vorrebbero i vigili urbani che multassero a chi getta cartaccie (o interi sacchi di spazzatura) a terra ma anche un po’ d’orgoglio da parte dei Catanesi. Ieri a Catania ho anche visto davanti a un negozio tante cartaccia tipo fossero piante da fiore. Invece di tenere pulito davanti al negozio il commerciante era fuori dalla porta a guardare la gente che passava mentre fumava. Non gli sarebbe costato niente raccogliere la cartaccia da davanti al suo negozio visto che non c’erano clienti. Ma qui anche si affonda nella spazzatura nessuno muoverebbe il dito perche tanto c’e’ la cultura che se non mio perche’ la devo prendere.