A 'fera bio, dal mercato equo-bio-locale uno sguardo sul mondo

Aprire lo spazio della ‘fera bio’ alle esperienze di tutti coloro che si impegnano in progetti di solidarietà, fare diventare gli appuntamenti ormai tradizionali della seconda domenica del mese un momento in cui varie realtà si presentano e fanno conoscere i propri obiettivi e le proprie buone pratiche.
La prossima domenica, 8 giugno, ci sarà -per quest’anno- il primo appuntamento serale della ‘fera bio, sempre all’Istituto per Ciechi Ardizzone Gioeni di via Etnea 59, e la prima associazione che presenterà i propri progetti sarà Mani Tese, che quest’anno celebra – a livello nazionale- il suo cinquantesimo anniversario.
Non si faranno discorsi astratti, anche perchè non è nello stile di Mani Tese. Si partirà dal racconto dei viaggi fatti dai volontari in alcuni paesi africani, di recente in Kenya, con una proiezione di diapositive proprio nel chiostro centrale dell’Istituto.
Sarà possibile anche trovare oggetti di artigianato africano e ascoltare sullo sfondo musica africana, perchè gli organizzatori vogliono dare a queste serate un carattere tematico.
Il tema di questa domenica non sarà genericamente l’Africa, ma la sovranità alimentare che oggi il continente africano rischia di perdere.
E’ accaduto infatti, in Kenya, ma anche in molti altri paesi del Sud del mondo, che i produttori locali abbiano abbandonato le colture tradizionali destinate al consumo locale, attratti dalla prospettiva di arricchimento offerta dalla produzione per l’esportazione.
Le conseguenze di questa scelta sono state molto gravi e oggi un paese in sviluppo come il Kenya ha più di metà della popolazione sotto la soglia della povertà.
I contadini, infatti, sono rimasti privi dei prodotti base per la loro sussistenza e hanno perso completamente la propria autonomia economica, costretti a dipendere sia dall’acquisto di semi prodotti in laboratorio sia dall’intermediazione dei grossisti che vendono sui mercati internazionali.

Il monopolio sui semi rappresenta inoltre un pericolo anche per l’ambiente e per la biodiversità perchè contribuisce all’estinzione di molte varietà di piante.
La ‘fera bio’, senza perdere la propria caratteristica di mercato ‘equobiolocale’, intende in tal modo aprire una finestra sul mondo, perché l’agricoltura ecosostenibile non va difesa solo nel cortile di casa propria ma anche in paesi molto lontani da noi.
Per l’occasione saranno in vendita anche delle fotografie scattate dai volontari di Mani Tese nei paesi africani in cui l’associazione opera con propri progetti. Un altro modo per raccogliere fondi e autofinanziarsi, così come accade con il mercatino di via Montenero, in cui mobili, vestiti e oggetti vari, donati da chi non ne ha più bisogno, vengono acquistati a prezzi accessibili da chi intende riutilizzarli.
Oltre a finanziare i progetti del Sud del mondo, si offre in tal modo un’opportunità di risparmio a chi non può spendere e si combatte lo spreco rispettando l’ambiente.

Argo

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