Rinvio del PRG ad una fase successiva alla pianificazione dell’area metropolitana, quindi alle calende greche, e rischi connessi alla possibilità di ‘ristrutturazioni’ in aree del centro storico adiacenti alla zona A del Piano Piccinato.
Questi gli argomenti che hanno messo maggiormente in difficoltà l’assessore Di Salvo durante l’assemblea sul Regolamento edilizio svoltasi lunedì sera a CittàInsieme.
E’ stato soprattutto Alfio Monastra a porre la prima questione, dopo aver comunque dato atto all’Amministrazione di avere accolto almeno le principali osservazioni che erano state avanzate sulla prima bozza del Regolamento, a cominciare innanzitutto dall’affermazione perentoria che il Regolamento non è uno strumento di Programmazione urbanistica, ma vuole solo aggiornare, dopo più di settanta anni, le regole tecniche alle quali i progettisti dovranno attenersi.
Ha fatto riferimento all’abolizione della premialità di cubatura in cambio del superamento delle soglie di risparmio energetico; all’esclusione della possibilità di trasferire cubature da un lotto ad un altro anche non contiguo; alla precisazione riguardo alla possibilità di effettuare in Centro storico solo interventi di manutenzione ordinaria e restauro conservativo.
Articoli correlati su argocatania.org
Il rinvio a data da destinarsi del PRG, motivato adesso anche dal prossimo avvio delle città metropolitane e quindi dalla necessità di programmare nella dimensione dell’Area vasta, è stato invece decisamente stigmatizzato da Monastra e da quasi tutti gli altri tecnici, per lo più architetti, che sono intervenuti successivamente.
Cosa ce ne facciamo di un Regolamento in assenza di Piano Regolatore? Perché rinviare l’approvazione di un Piano di cui la città ha assolutamente bisogno? Non sarà una ‘scusa elegante‘, come ha detto Monastra, per non affrontare una questione spinosa? Data l’ulteriore complessità che si aggiunge, riuscirà l’Amministrazione ad affrontare e risolvere il problema nei limiti di tempo del suo mandato?
La programmazione di Area Vasta inoltre interesserà soprattutto i problemi della mobilità e della collocazione dei servizi collettivi, ma lascerà impregiudicata la questione del governo del territorio della città in senso stretto.
Anche la stessa preannunciata Variante per il Centro Storico rischia di galleggiare nel vuoto in assenza di Piano Regolatore. Ma è solo il Centro Storico ad aver urgente bisogno di essere riqualificato?
E’ stato Aurelio Cantone a puntualizzare che il Regolamento (che il Consiglio dovrebbe discutere e approvare a breve) non scongiura affatto il rischio di possibili stravolgimenti del centro storico che, a sua volta, è diviso in diverse sottozone. Non è infatti interdetta la ristrutturazione (che prevede anche la possibilità di demolire e ricostruire) nella zona B del vecchio piano Piccinato, dove si trovano anche pregevoli edifici ottocenteschi.
Efficace, a questo proposito, l’esempio della piazza Vittorio Emanuele III su via Umberto, il cui lato ovest ricade in zona A mentre quello est sta già in zona B. Senza contare che già molti interventi di restauro conservativo confinano pericolosamente con interventi di ristrutturazione quando, ad esempio, si interviene sulle quote dei solai.
In ogni caso, anche per la Variante bisognerà agire con lo stesso metodo del PRG, definendo prima gli indirizzi ed elaborando di conseguenza gli strumenti attuativi.
8 Domande all’Assessore all’ Urbanistica di Catania
1° Pensa che il Regolamento Edilizio oggi in argomento, possa a Catania sostituire il prescritto Piano Regolatore Generale, aggiornare una urbanistica immutata da decenni e così impedire in futuro altre “varianti” speculative?
2° Ritiene che il muro ex doganale che paralizza i veicoli dal Duomo alla Plaia, che sottrae milioni di ore lavorative alla collettività incolonnata nel traffico e che continua ad aggravare il degrado sociale ed economico dei quartieri a sud di Catania, sia ancora ammissibile anche sotto il profilo urbanistico?
3° Ritiene opportuno che Catania si possa finalmente affacciare su un vero water-front che parte da Acitrezza, passa tra i monumenti del Duomo e si estenda dalle spiagge della Plaja all’oasi del Simeto ?
4° Pensa che la prevista edificazione sulle banchine del porto pari a sei volte quella prevista su c.so dei Martiri, possa rispettare detto Regolamento Edilizio insieme ad un PRG al quale finora non è ancora stato adeguato quello portuale come vuole la Legge?
5° Ritiene giusto che tanti edifici sulle banchine possano venire descritti come portuali per sottrarsi alle imposte comunali sugli immobili , mentre se correttamente ricondotti alla pertinenza comunale e come tali ad una legittima destinazione turistico-residenziale, con il loro controvalore finanziario di oltre due miliardi di Euro potrebbero abbattere l’attuale pesante carico fiscale imposto ai cittadini per sanare il deficit delle casse comunali?
6° E’ a conoscenza che il Ministero dei Trasporti ha classificato l’ efficienza della gestione mercantile ed autonoma del porto di Catania, ultima in tutta Italia fra le analoghe gestioni e la sola lungamente negativa ?
7° E’ a conoscenza dei rilevamenti di settore che indicano in decine di migliaia i posti di lavoro sostenibili nel nostro porto se venisse riconsegnato alla nostra città, alle crociere, al diporto nautico, alla pesca turistica e professionale ed alla edilizia di servizio a tali settori?
8° Può spiegare il silenzio dell’ attuale amministrazione comunale, del tutto analogo a quella della amministrazione precedente, sulla cementificazione della Plaia, tuttora in corso, priva del prescritto consenso del Consiglio Comunale e di concrete possibilità di utilizzo mercantile sui bassi fondali in perenne insabbiamento?