Pur sottolineando che “ritiene importante la tutela del Centro storico di Catania”, la Lipu affronta nel dettaglio soprattutto questioni di carattere ambientale che riguardano anche le periferie e la cinta extra urbana, come è giusto che sia da parte di una associazione che ha come finalità la tutela e la conservazione della natura.
Si tratta, in gran parte, di questioni che sarebbero di competenza di un Piano Regolatore piuttosto che di un Regolamento Edilizio, che non è uno strumento urbanistico e che dovrebbe accompagnare e non precedere, come di fatto sta avvenendo, l’approvazione del Piano Regolatore Generale.
Trattandosi comunque di suggerimenti di un certo interesse, proviamo a farne una sintesi rimandando -per chi volesse approfondire- alla lettura del testo integrale (link al pdf).
La prima questione affrontata
La LIPU chiede poi che venga inserita, all’interno del regolamento, la Relazione Agricolo-forestale, individuando, nelle parti esterne al centro abitato, le ‘unità paesaggistiche‘ quali i boschi ancora esistenti nel territorio del comune, le formazioni vegetali e le colture agricole di pregio, le formazioni naturali meritevoli di tutela, ma anche i giardini privati e in genere le parti di territorio che comunque andrebbero tutelate.
Vengono fatti anche esempi concreti, come la collina di Leucatia, la scogliera ad est del lungomare, le sciare di Nesima, gli alberi monumentali, i canali ed i fossi della zona sud, il torrente Acquicella ecc.
In materia di paesaggio urbano si osserva che nel Regolamento non viene citata la redazione del catasto degli alberi monumentali o di pregio, presenti in aree sia pubbliche sia private. Allo stesso modo non viene ricordata “la normativa degli alberi: un albero per ogni neonato con rendicontazione ai genitori circa l’ubicazione”.
La LIPU propone la redazione di un “Bilancio arboreo” del comune, da presentare alla scadenza di ogni mandato sindacale, che registri il numero degli alberi piantati nonchè la consistenza e la manutenzione delle aree verdi urbane.
Il Comune dovrebbe inoltre promuovere l’incremento degli spazi verdi urbani e la formazione di ‘cinture verdi’ intorno alle conurbazioni, adottando anche misure per la formazione del personale e l’elaborazione di capitolati finalizzati alla migliore utilizzazione e manutenzione delle aree.
Quanto all’idea di associare ad ogni metro cubo di nuova costruzione, o ristrutturazione, un equivalente volume di massa arborea, la LIPU ritiene che questa valida proposta possa divenire efficae solo se si trasformi da ‘suggerimento’ in ‘prescrizione’, divenendo vincolante. In caso contrario rischia di rimanere lettera morta.
In un clima caldo-temperato come quello di Catania, si rischia che i consumi energetici di condizionamento estivo siano molto elevati in quanto “l’eccessiva coibentazione progettata per la stagione invernale diventa una vera e propria trappola di calore“. Questo comporta durante l’estate l’impiego di impianti di condizionamento di maggiore potenza rispetto a quelli necessari per una classe energetica inferiore, e un periodo di funzionamento più prolungato.
Paradossalmente, per un edificio in Classe A, il risultato sarebbe un consumo energetico annuale (sommando il consumo invernale di riscaldamento ed il consumo estivo per condizionamento) più alto rispetto ad un edificio con classe energetica B o addirittura C (quella suggerita dalla LIPU).
Oltre ad una lievitazione dei costi per i cittadini si avrebbe così un decadimento della qualità dell’ambiente, cioè un effetto contrario a quello perseguito.
Piuttosto che promuovere interventi inapplicabili nel nostro ambiente, come ad esempio i tetti verdi, la LIPU ritiene che bisognerebbe incentivare e premiare interventi più adatti al nostro clima, come ad es. tetti ventilati, sistemazioni esterne a verde con funzioni bioclimatiche, riduzione della superficie delle finestre a sud etc.
Basterebbe rifarsi alle misure edilizie
Nel documento viene richiamata poi la necessità di prestare attenzione a fenomeni come l’inquinamento luminoso, la necessità di garantire la permebilità dei suoli introducendo appositi materiali permeabili all’acqua nella realizzazione di parcheggi ed altre aree esterne.
Si suggerisce di vietare la presenza di aziende insalubri nel centro città, con particolare riferimento all’allevamento e alla stabulazione di cavalli, e/o di canili ecc. spesso fonte di gare clandestine e di operazioni poco pulite.
Si invita anche ad adottare la delibera salvarondini per la tutela delle specie selvatiche di uccelli nidificanti in città.
Infine, vista la complessità della materia, sempre in evoluzione, viene proposto di “istituire un ufficio URP che suggerisca oltre che le misure di risparmio energetico più adeguate al nostro clima anche le notevoli possibilità di finanziamento diretto, di incentivi sull’energia rinnovabile raccolta o sulle detrazioni di imposta”.
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aderisco al commento della LIPU e segnalo la necessità di prestare tanta attenzione alla cosiddetta " LOTTA ALLA BUROCRAZIA" perchè dietro questo slogan si possono c elare veri e propri attentati alla tutela dei BENI COMUNI. Mi riferisco al silenzio-assenso o alla conferenza dei servizi per approvare piani regolatori o vincoli di zona o rifacimenti oppure opere su beni demaniali. In questi casi, il termine breve e l'automatismo della decisione può solo provocare un vero e proprio esproprio dei diritti della città sui beni comuni. Bisogna stare attenti perchè i politici di cui conosciamo i volti sono soli " LADRI ORGANIZZATI DEI BENI PUBBLICI" .Il caso di Piazza Europa o della Nuova Dogana debbono fare riflettere.