Siamo giunti al clou del nostro giro dell’Etna. E’ il momento di salire in cima al vulcano: la quarta tappa è la più attesa e impegnativa ma lo spettacolo che ci attende non ha eguali. Sia pure per altri motivi lo stesso può dirsi della quinta e ultima tappa che ci farà costeggiare il bordo meridionale della Valle del Bove per poi concludersi al paese di Zafferana Etnea. Continueremo a tenere presenti le indicazioni fornite da Giuseppe Riggio nel volume ‘Etna il vulcano’ edito da Affinità Elettive, di cui abbiamo detto nelle puntate precedenti.
IV tappa: Etna sud
Dal Rifugio Sapienza ci si sposta verso la vicina Stazione della funivia, alle spalle si snoda una pista utilizzata dai pulmini che portano su i turisti. Essendo tagliata per i fuoristrada essa supera la pendenza con dei tornanti molto ampi che naturalmente ne allungano il corso. Alcuni possono essere tagliati ma non sempre conviene, perché si accresce la pendenza. In alternativa, si può effettuare più comodamente in funivia questa prima parte, peraltro non particolarmente interessante dal punto di vista dell’osservazione.
Si arriva così sul fianco ovest della Montagnola, per riprendere la pista in direzione di quella che era la Torre del Filosofo, avendo prima a destra e poi a sinistra i crateri che si sono formati tra il 2001 e il 2003.
Si torna quindi a piegare verso sinistra, in direzione del Cratere di Sud-est e della Torre del Filosofo dal cui pianoro, fino a poco tempo fa, si poteva ammirare all’alba l’ineguagliabile spettacolo del sorgere del sole dal mare, ma oggi ci si può avvicinare fino a un certo punto perché la fase eruttiva attualmente in corso ha rivolto una delle sue colate proprio in questa direzione.
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La visita ai crateri sommitali, un tempo meta d’obbligo per ogni escursionista, è resa oggi particolarmente problematica a causa degli instabili umori del vulcano. Permane inoltre il divieto della Prefettura del superamento di quota 2900, istituito dopo la rovinosa esplosione del 1979. Chi volesse proseguire oltre lo farà quindi a proprio rischio, soprattutto perché sono persistenti le emissioni di vapori solforosi e tenendo anche conto che le recenti colate hanno cancellato la parte iniziale della traccia che, dirigendosi verso ovest, porta fino al ciglio del Cratere Centrale.
Al ritorno sulla stessa pista dei fuoristrada, se il tempo lo consente, conviene comunque spostarsi verso il bordo sinistro del Piano del Lago, per ammirare dal Belvedere lo strapiombo e la Valle del Bove in tutta la sua estensione e lo sprofondamento della Cisternazza. Prima delle eruzioni del 2001-2003 era possibile ammirare, all’inizio della primavera, il laghetto che si formava alla base nord della Montagnola.
Non esistendo in quota alcuna possibilità di ricovero (a meno che non si abbia una tenda e il tempo consenta di utilizzarla per la notte), è d’obbligo ritornare verso le strutture turistiche di Etna sud, dove si pernotterà. Dalla Montagnola si potrà scegliere fra la pista dei pulmini o la funivia, ricordandosi che resta in funzione fino al tramonto.
V tappa: Etna sud – Zafferana
Dato che l’ultima tappa prevede la discesa dentro la Valle del Bove, due sono le alternative per la sua parte iniziale.
Si può risalire in funivia fino alla Montagnola, aggirarla da est e scendere in valle saltellando sulla sabbia dell’omonimo Canalone che, fra l’altro, consente di ammirare da vicino le stratificazioni multicolori dei costoni e i misteriosi muraglioni lavici dei ‘dicchi’. Arrivati in fondo, occorre costeggiare, scendendo verso est, le lave della colata del 1991-93, fino allo sbocco del canalone della Serra del Salifizio.
In alternativa si può invece imboccare dal piazzale di Etna sud la Provinciale che scende verso Zafferana e, dopo circa 1 Km e mezzo, salire a sinistra, dal sentiero che, in meno di un’ora, conduce sulla Schiena dell’Asino, altro punto di osservazione molto panoramico a 360°. In prossimità della ‘lapide Malerba’, si diparte una traccia che, scendendo lungo il canalone di Serra Perciata, porta in fondo alla valle; piegando a destra, anche in questo caso si arriva allo sbocco del canalone della Serra del Salifizio.
Da qui si risale verso la cresta meridionale della valle attraverso il Canalone dei faggi e, continuando a camminare lungo i saliscendi del crinale, si giunge in cima al Monte Zoccolaro, da cui, seguendo uno dei sentieri natura del Parco, si scende in direzione di uno spiazzale il cui belvedere è protetto da una ringhiera.
Da sotto il muro di contenimento si diparte un sentiero che, nel punto in cui incontra un grande caseggiato col tetto rosso, percorsi poche decine di metri sull’asfalto, imbocca a scendere la cosiddetta ‘Scalazza’, un’antica mulattiera a tratti basolata che collega i terreni coltivati col paese di Zafferana ed era usata anticamente dai carbonai e dai contadini.
Poche centinaia di metri dopo la sua conclusione si imbocca, in località Piano dell’acqua, nei pressi della zona in cui si arrestò la colata del 1991-93, la strada che, in tre chilometri, giunge alla periferia di Zafferana, tappa finale di questa faticoso ma irripetibile tour dell’Etna.
Per tornare in forze, basta entrare in uno dei principali bar del paese e gustare una pizza siciliana seguita da uno ‘sciatore’, morbido biscotto ricoperto di cioccolata fondente, e sorseggiare un thè caldo accompagnato da croccanti ‘foglie da thè’ al pistacchio o alla nocciola.
Alcune foto sono prese dal web