Come mai nessuno ci aveva pensato prima? Esiste la soluzione – teorica, ma con qualche esempio pratico -per le crisi istituzionali italiane e del mondo intero: l’autorità femminile al governo! E’ proprio questo, infatti, il sottotitolo del libro “Sovrane” (edizioni Il Saggiatore) di Annarosa Buttarelli, docente di filosofia all’Università di Verona, recentemente presentato alla Feltrinelli di Catania in collaborazione con l’associazione La Città Felice.
Dice l’autrice: “Il libro esamina i problemi della crisi contemporanea, che investe tutti gli aspetti della vita associata, i cui legami erano garantiti dalla struttura del patriarcato, che ora non ha più la forza per ordinare legami sociali o sorreggere una vita istituzionale […] Il cardine che ha ordinato eventi politici e simbolici è stato infatti quello della sovranità, ora in perdita in tutti gli Stati-Nazione e su territorio, perchè il posto è stato preso dall’economia finanziaria imponendo quindi un’egemonia economica“.
Secondo la Buttarelli oggi è sparito il concetto di democrazia: il popolo non è stato ben rappresentato e anche se ora cerca di ribellarsi lo fa disordinatamente. Tutto questo però è successo perchè la democrazia inventata dagli uomini, compresa quella ateniese, si è sempre affermata con la violenza, che ne è rimasta garante.
Ora invece c’è bisogno di una riflessione che faccia affiorare possibili linee differenti di pensiero e tra queste c’è quella dell’autorità femminile, improntata alla relazione, generatrice di relazione.
La relazionalità femminile si pone al di sopra della legge, anzi la precede e se ci sono modi differenti di accostarsi al potere, quello della donna consiste nel mostrarsi sovrana sulla cultura e sul diritto, basandosi su valori eterni quali l’amore duraturo, il controllo sull’uso pubblico del denaro, la responsabilità.
Logicamente non sono esclusi i dialoghi con gli uomini che siano disposti ad ascoltare le leggi della vita, delle relazioni, della qualità più che quelle della quantità, del denaro, del possesso. Nel libro viene anche fatto un cenno ad alcune vie economiche di relazione come quelle di un dialogo tra ‘utile’ e ‘superfluo‘ per sfuggire alla logica dell’ “utile”, criterio-guida dell’economia contemporanea.
Nell’indicare il suo pensiero, la Buttarelli si rifà ad alcune pensatrici quali Maria Zambrano, Simone Weil, Nicole Loraut, Carole Pateman e ricorda le esperienze passate di Elisabetta del Palatinato, di Elisabetta I, di Cristina di Svezia ma anche a quelle di donne contemporanee, quali le lotte contrattuali delle operaie di Brescia tra gli anni ’80 e ’90 e l’amministrazione del sindaco di Ostiglia, Graziella Borsatti,esperienza seguita da altre donne, sindache di piccoli paesi
Ma come possono realizzarsi le idee proposte dalla Buttarelli nel suo libro “Sovrane”? L’autrice ipotizza la creazione di una rete di donne al di fuori dei partiti, dei luoghi di spartizione dei poteri e un Movimento indipendente che si candidi a “governare non solo in cucina”.
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