COMUNICATO STAMPA
Natale 2013
Il Senatore D’Alì del PdL di Trapani, liberatosi dal pasticcio per le gravi accuse della Procura di Palermo, ha così potuto presentare un pasticcio di panettone per Natale con un DDL disegno di legge portuale, che avrebbe dovuto risultare importante ed urgente per Catania in attesa di crescere come città ricca di sole, di mare e di monumenti, con porto ed aeroporto attaccati al centro Mediterraneo.
Tale DDL invece risulta indigesto per Catania il cui porto stranamente non ha mai prosperato di turismo e tantomeno del traffico mercantile che risulta l’ultimo e solo lungamente passivo tra tutti i porti in mano agli enti pubblici così definiti “Autorità Portuali” .
Lo stesso “panettone” DDL era già stato preparato per Catania da tempo e con particolare cura da un altro pasticciere, il commissario governativo Aiello, mandato dai Ministri Passera e Cancellieri a sistemare le malandate banchine portuali nonostante incompetente in materia di trasporti.
Il dott. Aiello, esperto in materia finanziaria, puntualmente ha pensato da oltre un anno di sistemare tali banchine innalzandovi sopra edifici da unmilione e mezzo di metri cubi ed dal controvalore finanziario di oltre due miliardi di Euro.
Edifici di cui il mercato immobiliare non ha alcun bisogno ma che attira le speculazioni cartolari finanziarie e bancarie per come tristemente confermato dall’attuale disastro economico.
Oggi, una volta cotto ed approvato dal Senato il dolce natalizio DDL che oggi è in attesa della seconda e definitiva cottura alla Camera, non resta che leggerne con attenzione e pazienza la ricetta che i suddetti cuochi ed i relativi apparati politici vorrebbero fare ingoiare e digerire a tutti noi cittadini.
La nuova ricetta vuole emendare la attuale Legge portuale 28.1.94 n.84 oggi in vigore, ma tace e non giustifica l’attuale e costoso mantenimento a carico pubblico di ben 24 enti autonomi portuali in Italia.
Non ne prevede la opportuna soppressione di quelli incapaci di conseguire gestioni economiche proprie mercantili e pertanto incapaci così di giustificare così il proprio mantenimento a carico pubblico.
Non prevede di far tornare questi porti alla normale ed economica amministrazione cittadina sotto il controllo tecnico e la sorveglianza delle locali Capitanerie e pretende il mantenimento di enti costosi ed inefficienti affidando funzioni improprie urbanistiche come fossero mercantili o marittime.
Di tali gestioni portuali inefficienti e da sopprimere Catania ne è capitale, rilievi ministeriali alla mano, e la ricetta DDL approvata in Senato è sicuramente appetitosa per tutta la casta politica locale mai sazia di comodi e lauti stipendi, ma resta assai indigesta per tutti i cittadini ai quali si tenta di nascondere l’additivo altamente tossico contenuto nell’ art. 3 c.6 di tale DDL : “L’intesa si intende raggiunta qualora il comune o i comuni interessati non comunichino all’autorità portuale un motivato diniego entro novanta giorni dalla ricezione della richiesta”.
Si rivela così il vero intento di sovvertire la priorità dei piani regolatori generali delle città per come prescritta dall’art.5 c.2 della suddetta Legge vigente 84/94 e sottomettere l’interesse generale dei cittadini a quello portuale che dovrebbe restare settoriale.
Una inaccettabile sottomissione ai poteri forti se non oscuri, mediante il vecchio trucco del silenzio-assenso da parte dei sindaci i quali per primi la farebbero franca quanto a corresponsabilità nelle devastazioni ambientali e negli abusi procedurali che verrebbero commessi nelle nuove ed autonome città-porto predisposte con tale DDL.
Così come la hanno già fatta franca a Catania gli autori del precedente “silenzio assenso” che ha permesso di avvantaggiare il dott. (dishonoris catanaensis causa) Caltagirone con l’ecomostro “Mulino S.Lucia” sull’unica via di fuga e di soccorso per la popolazione in caso di evento sismico.
Questa volta il dolce natalizio del nuovo silenzio predisposto nella cucina parlamentare dell’attuale governo, è destinato fare ingoiare come digeribili ai cittadini catanesi e ai locali organi inquirenti, edifici sulle banchine del porto per oltre un milione e mezzo di metri cubi di cui quattrocentomila già destinati al suddetto dott. Caltagirone con tanto di gara “pubblica” irregolare iniziata nel 2000 e mai ufficialmente bocciata.
Dal momento che la Fondiaria SAI ex Ligresti, ben conosciuta dal Commissario Aiello esperto nel settore, è stata già salvata da altra società finanziaria, resta ancora da scoprire a chi e per quale effettivo uso sono destinati i restanti unmilionecentomila metri cubi di edifici sulle banchine del porto già da un anno presentati e caldeggiati al Comune di Catania dallo stesso commissario portuale.
Neppure le feste di Natale possono permettere che pubbliche strutture vengano donate a pasticcieri, pasticcioni al punto di fare la festa alle tasche ed al futuro dei cittadini.
Buon Natale, intanto !
COMITATO CITTADINO PORTO DEL SOLE – Iniziativa di partecipazione democratica per la rinascita di Catania e del nostro Porto
Prima delle elezioni incontrammo, il plurale è pertinente in quanto il candidato Sindaco in quel periodo si presentò ovunque fossero richiesti chiarimenti sul progetto di futuro di questa città e di come e con chi si sarebbe opposto ai “poteri forti”.
Siamo al dunque ed in questa vicenda, così come nelle altre, nulla pare muoversi nella direzione dichiarata (spero solo che stia aspettando la “maturazione dei tempi” come azione strategica) Nel frattempo lo vedo apparire spesso in Televisione a descrivere un futuro radioso fatto di metropolitane che arrivano dappertutto, di porti che accolgono chissà cosa per chissà quale fine e “palloncini e sacchi vuoti” tenuti in piedi a forza di parole.
A tutti promise un: ne parleremo appena mi insedio!
Niente di questo è avvenuto e forse, incosapevolmente, ha girato le spalle a quelle associazioni di cittadini che avrebbero costituito la più salda alleanza per una azione di legalizzazione, la cosiddetta società civile, quella per intenderci che giorno dopo giorno si trova, da sola, in prima linea contro il degrado, il malaffare, con uno Stato (ad ogni livello, quindi anche locale)che ha abdicato al ruolo istituzionale di governo.
Un sentito ringraziamento a quelle figure sostenute dal voto popolare catanese che si sono prodigate, con successo, alla devastazione di questa ormai putrescente città ed un grazie di cuore a quanti si propongono per unirsi al banchetto. Buon anno!