COMUNICATO STAMPA
Le affermazioni del nuovo presidente della Sidra (“La Sicilia”, 29 Novembre), Emilio Giardina, colpiscono più per ciò che manca che per ciò che è presente.
Grave ci sembra, innanzitutto, il silenzio su una questione di elementare giustizia: la Sidra deve ancora saldare un pesante debito nei confronti dei cittadini catanesi, cioè le ingenti somme riscosse per il canone fognature e depurazione, ingiustamente inserito in bolletta dal 2006 al 2008.
L’obbligo della restituzione di questo canone – imposto a utenti che, nella loro grande maggioranza, non usufruiscono di alcun servizio di depurazione, e dichiarato illegittimo da una sentenza della Corte Costituzionale – è stato già sancito da una legge nazionale, ma mai assolto dalla società catanese.
La restituzione di quanto illegittimamente percepito è un atto necessario di giustizia e di legalità, ma anche un provvedimento utile dal punto di vista sociale ed economico in un momento in cui i cittadini pagano pesantemente il costo della crisi.
Naturalmente, oltre che al nuovo vertice della Sidra, della questione chiediamo conto anche alla nuova amministrazione comunale che deve chiarire se intenda proseguire l’atteggiamento inaccettabile della giunta Stancanelli o voglia assumere le proprie responsabilità istituzionali per garantire ai cittadini quanto finora è stato loro illegalmente sottratto.
Vi è poi un’altra omissione grave: con il referendum del 2011 i cittadini italiani hanno espresso chiaramente la propria contrarietà alla gestione privata delle risorse idriche, riaffermando la necessità di una riappropriazione sociale e una tutela dell’acqua e dei beni comuni.
La Sidra non è una società di diritto pubblico, ma una Società per Azioni. Ciò significa che, pur avendo come unico azionista il Comune di Catania, è disciplinata da norme di diritto privato.
La conseguenza è che in questi anni la società idrica è stata gestita attraverso un utilizzo distorto di entrambi i sistemi, pubblico e privato. Del privato ha sfruttato soprattutto il sistema di reclutamento, non regolamentato da concorsi pubblici.
Per rispettare davvero l’esito referendario – e per risolvere finalmente questo grave conflitto d’interessi tra Comune di Catania e Sidra S.p.A. – chiediamo all’amministrazione catanese di decidere la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato e la gestione dello stesso non più mediante una S.p.A., bensì mediante un Ente di diritto pubblico – come fatto recentemente dal Comune di Palermo – e di istituire forme di partecipazione dei cittadini alle scelte di gestione di una risorsa così preziosa. Il presidente Giardina ha un’opinione a riguardo?
Luca Cangemi, segretario circolo Olga Benario di Rifondazione comunista
Un altro triste esempio di illegalità impunita e di fatto istituzionalizzata. Se una S.p.A. al pari della SIDRA avesse commesso appropriazioni simili, ne avrebbe risposto penalmente.
Catania deve svegliarsi ed agire, pacificamente ma con fermezza e subito , per chiedere ai suoi amministratori il dovuto rispetto della Legge.