COMUNICATO STAMPA
Mercoledì 23 ottobre 2013, presso la Sala della Sacrestia a Roma, si è tenuto l’incontro dal titolo: “Muos: Sicilia tra ponte di pace e avamposto militare“.
L’iniziativa è stata promossa dall’Intergruppo dei Parlamentari per la Pace in collaborazione con il Coordinamento Regionale dei Comitati NO MUOS.
Il Coordinamento, rappresentato per l’occasione da Nadia Furnari, assieme al giornalista Antonio Mazzeo, al professore del Politecnico di Torino Massimo Zucchetti e all’avvocato Sebastiano Papandrea (storici consulenti del Coordinamento), ha incontrato l’intergruppo Parlamentari per la Pace, sigla trasversale che raccoglie ben sessantotto tra senatori e deputati, provenienti da Sel, Pd, Sc e M5s, e sensibili ai processi di democratizzazione e collaborazione non violenta tra i popoli.
L’incontro è stato occasione per presentare il testo di una possibile proposta di mozione parlamentare in cui si dimostra l’incostituzionalità del MUOS e si denuncia l’illegittimità dei trattati stipulati al di fuori delle procedure e competenze individuate dagli articoli 80 e 87 della Costituzione.
Tali violazioni sono state sottolineate anche da alcuni professori dell’Università di Catania (tra i quali Agatino Cariola e Rosario Sapienza) nell’ambito del seminario tenutosi presso il dipartimento di Scienze Politiche il 22 ottobre scorso.
Il Coordinamento, di fatto, invita i Parlamentari a chiedere al Governo di risolvere gli accordi con il Governo Statunitense, procedendo a richiedere le necessarie autorizzazioni parlamentari.
“Il senso della presentazione della proposta di mozione – spiega Nadia Furnari – è quello di essere interlocutori paritetici sulla vicenda del MUOS e su tutte le dinamiche di condizionamento territoriale della militarizzazione della Sicilia (impatti sociali, sanitari, ambientali e politici)”.
L’Avv. Nello Papandrea ha spiegato nel dettaglio il senso dei contenuti della proposta di mozione, invitando i parlamentari a chiedere al Governo la risoluzione dei patti incostituzionali che ad oggi sono stati alla base dell’installazione MUOS a Niscemi.
Il giornalista Antonio Mazzeo ha ricordato che il Muos non è un sistema di controllo e di difesa, ma «un tassello importante per le future strategie di guerra», di cui l’Italia non beneficerà sicuramente. Ed è incredibile che, in merito a una decisione così importante per il territorio come un’installazione militare, non solo non sia mai stata consultata la popolazione locale ma, come ricorda il deputato Erasmo Palazzotto, «questa scelta non sia mai passata dal parlamento e dalle nostre istituzioni democratiche. Abbiamo ceduto sovranità senza una seria discussione negli organi preposti».
Il Prof. Zucchetti ha sottolineato come non ci fossero i presupposti scientifici per revocare la revoca. Infatti, né lo studio di maggioranza dell’ISS, né quello di minoranza hanno mai dato il via libera alla costruzione del MUOS. Anzi, i due studi evidenziavano che lo studio non aveva valore dal punto di vista autorizzativo.
I Parlamentari per la Pace, ritenendo estremamente valido il documento presentato dal Coordinamento, si sono impegnati a discutere, nelle prossime riunioni di intergruppo, la proposta di mozione presentata dal Coordinamento del Comitati No Muos, dall’ARCI, dall’Associazione Antimafie Rita Atria, dai COBAS, da Legambiente e dalla Rete Disarmo.
Presenti all’incontro anche alcuni parlamentari della Commissione ambiente e difesa. Questi ultimi hanno sentito l’esigenza di ribadire la necessità di portare nelle rispettive commissioni le problematiche legate al MUOS e in generale tutte le istanze legate ai processi di militarizzazione sollevati dal coordinamento.
Dunque, dopo anni di sensibilizzazione costante sul territorio, di lotte in prima persona e di manifestazioni popolari, il Coordinamento regionale dei Comitati No Muos (che è parte del più ampio Movimento NO MUOS) entra nelle aule del Parlamento italiano con una tavola rotonda il cui titolo è una risposta alla sciagurata definizione del ministro della difesa Mario Mauro, secondo il quale la Sicilia sarebbe «una portaerei protesa nel cuore del Mediterraneo», e un nuovo Checkpoint Charlie.
L’incontro di ieri dimostra che il Coordinamento regionale dei Comitati No Muos è in grado di articolare la propria proposta politica sia attraverso le mobilitazioni di massa, sia attraverso l’interlocuzione con chi può farsi portavoce, nelle istituzioni, delle istanze del movimento pacifista.
II Coordinamento regionale dei Comitati farà sintesi dell’impegno romano nella prossima riunione regionale che si terrà il 2 novembre.
Coordinamento Regionale dei comitati di base NO MUOS