Non vogliono la discarica e tantomeno il suo ampliamento. I rappresentanti del coordinamento No discarica di Misterbianco e Motta S. Anastasia mettono in guardia dal “mostro ecologico” che l’ampliamento della discarica di Tiritì provocherebbe. La discarica è infatti incuneata tradue centri abitati mentre la stessa legislazione siciliana impone una distanza di almeno cinque chilometri tra i comuni e le raccolte di rifiuti. La Tiritì dista, invece, meno di 500 metri da alcune zone di Misterbianco e altrettanto da Motta.
Per il coordinamento, Margherita Aiello, Josè Calabrò, Maria Caruso, Paolo Conti, Danilo Festa, Santo Gulisano, Massimo La Piana, esaminano le dichiarazioni che definiscono “reticenti” e contraddittorie, rilasciate “in politichese” dall’assessore regionale Niccolò Marino che, pure, ha ammesso alcune responsabilità. Marino ha allargato le braccia, ammettendo che per l’ampliamento della discarica è stata rilasciata un’autorizzazione che non può essere revocata ma ha nominato una commissione d’indagine.
Ha inoltre promesso l’emanazione di una circolare che imporrà prescrizioni ferree per tutte le discariche. Una promessa che ci si augura venga mantenuta ma che comunque lascerà aperto il problema del controllo sull’osservanza delle prescrizioni stesse.
Il coordinamento dà un giudizio grave della posizione dell’assessore e della Regione che non tutelerebbe l’ambiente e la darebbe vinta ai privati, e ribadisce le sue richieste:
- chiusura e bonifica definitiva della discarica di Tiritì
- annullamento/revoca dell’ampliamento di Valanghe d’Inverno
- previsione nel piano regionale per la gestione dei rifiuti, di una discarica localizzata in altro sito distante dai centri abitati, adeguata al piano Rifiuti zero
L’ampliamento aggraverebbe la situazione igienico sanitaria già pesante per i cittadini di Misterbianco e di Motta che da tempo subiscono i miasmi mefitici della discarica esistente. Con l’ampliamento, deciso dalla giunta Lombardo nel 2009, la Tiritì verrebbe ad essere triplicata.
La zona in cui ricade la discarica è, inoltre, a rischio frane ed è vicina al torrente Rosa. Il 6 aprile scorso la Guardia di Finanza ha accertato la presenza di percolato nei torrenti Rosa, Cubba, e nel sottosuolo della valle Sieli.
Occorre considerare inoltre un conflitto di interessi: la gestione da parte della stessa ditta, l’Oikos, del servizio di raccolta (anche per Catania, con appalto firmato del dicembre del 2010) e trasporto dei rifiuti e dell’impianto di smaltimento.
Non a caso circola da tempo una domanda: quale interesse può avere la Oikos ad incrementare la raccolta differenziata dal momento che guadagna dal conferimento in discarica?
Leggi il testo integrale del comunicato stampa del Comitato ‘No discarica’ di di Misterbianco e Motta S. Anastasia