Federico De Roberto ne parlò nella sua guida turistica su Catania e probabilmente lo fotografò (amava fotografare anche se non quanto scrivere). Così l’autore dei Vicerè ne scrive: “Donato del Piano, abate calabrese, spese dodici anni della sua vita e dieci mila onze dei Padri — centoventisette mila e cinquecento lire — per costruirvi uno dei più celebri organi d’Europa, con settantadue registri, cinque ordini di tastiere e duemila novecento sedici canne.”
Adesso un altro testo parla dell’organo di Donato del Piano che fa sentire ancora la sua voce all’interno della Chiesa di san Nicolò l’Arena. L’interessante volume, “Donato Del Piano e l’organo dei Benedettini di Catania”, edito dall’Associazione Giuseppe Serassi, nella collana d’Arte Organaria, a cura di Luciano Buono e Giovanni Paolo Di Stefano, è stato presentato di recente proprio nella chiesa di San Nicolò. Le descrizioni del grandioso strumento sono state tracciate dai curatori del volume e dall’organista Luigi Ferdinando Tagliavini, che si è anche esibito, insieme ad altri virtuosi, facendo risuonare le 2378 canne delle note di Vincenzo Bellini.
Ci sono voluti 50 anni dalla prima ricognizione tecnica, fatta sullo stato complessivo dell’organo nel 1954, e il completamento del suo restauro, avvenuto nel 2004. La cosa che stupisce però è che nel frattempo se ne parlava e fiorivano le pubblicazioni sulle cattive condizioni dell’organo e sulla necessità di ripararlo: articoli sulla rivista bolognese “L’organo”, 1969; “L’organo del Monastero dei P. P. Benedettini di Catania” con le firme di storici e studiosi, 1981; “La favola dell’organo” di Enrico Girardi, 1992.
Finalmente, dopo vari fallimenti di progetti presentati da ditte organarie nazionali, nel 1999 si formò una commissione scientifica, su proposta dell’allora Assessore alla Cultura Alba Giardina, delle Giunta Bianco. I lavori vennero affidati ad una ditta di Varese che, tra il marzo 2001 e la primavera del 2004 ha proceduto alle complesse operazioni di restauro dell’organo.
Dotato di tre consolle, che consentono a tre organisti di suonare contemporaneamente, l’organo di Del Piano fu subito uno strumento unico nel suo genere in Italia e nel mondo.
Il libro appena presentato è suddiviso in 4 sezioni, Donato Del Piano, il suo tempo, la sua
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