Giovanni Orcel, chi era costui? Pochi lo ricordano, ben venga dunque la richiesta della CGIL e delle Fiom di intitolargli la piazzetta antistante i Cantieri Navali di Palermo, quegli stessi cantieri che all’inizio di settembre del 1920 furono occupati dagli operai, in maggioranza aderenti alla Fiom, di cui Orcel era un leader. Era una lotta per la difesa del posto lavoro, la risposta degli operai ai licenziamenti e alle sospensioni a catena, che coinvolgevano soprattutto gli aderenti alla Fiom, sindacato che a Palermo contava allora 2000 iscritti, un numero elevatissimo se confrontato al grado di sindacalizzazione di quel tempo.
All’occupazione del Cantiere seguì quella della ferriera Ercta e nella fabbriche occupate venne avviata l’autogestione. Gli operai continuarono la produzione per fare fronte alle commesse e a una delle navi in allestimento fu dato il nome di Nicolò Alongi, uno dei leader del movimento contadino, appena ucciso dalla mafia.
Proprio grazie alla collaborazione tra Orcel e Alongi erano, infatti, state sperimentate forme di unità tra lotte contadine e lotte operaie e l’assassinio di Alongi aveva profondamente colpito Orcel.
In seguito a dissensi interni al partito socialista e alla stessa Fiom, si arrivò ad un accordo nazionale che sancì, il 29 settembre, la fine dell’occupazione del Cantiere. Pochi giorni dopo Orcel fu ucciso da un sicario.
L’inchiesta sulla sua morte calcò varie piste, compresa quella delle lotte interne e quella passionale. La pista politico-mafiosa non venne adeguatamente seguita, nonostante le denunce della moglie e dei compagni di militanza che indicavano come responsabili dell’assassinio di Orcel gli stessi che avevano ucciso Alongi. Il mandante del delitto sarebbe stato Sisì Gristina, capomafia di Prizzi, che verrà ucciso l’anno successivo. L’esecutore, a quanto pare ignaro della personalità della vittima, avrebbe rivelato il nome del mandante a un fratello militante comunista e sarebbe stato, a sua volta, eliminato dalla mafia.
“Che la linea Alongi-Orcel dell’unità contadini-operai preoccupasse la mafia risulta da una lettera anonima indirizzata nel novembre del 1920 a un sindacalista trapanese, Pietro Grammatico, in cui si dice: farete la fine di Orcel”, scrive Umberto Santino su una nota biografica su Orcel pubblicata dal Centro di documentazione Impastato.
Di estrema attualità la riscoperta di questa figura di operaio e sindacalista, in possesso solo della licenza elementare, ma attivo e determinato nelle lotte condotte nei primi decenni del novecento, tra cui la lotta al carovita e in difesa del posto di lavoro.
«Riteniamo che la riscoperta di uomini come Orcel – ha detto Maurizio Calà, segretario della Camera del lavoro di Palermo – che hanno contribuito a costruire una Sicilia più onesta, serva a ridare a questa terra un’identità di contenuti nella battaglia contro le illegalità e per promuovere le ragioni del lavoro».
Ad Orcel ha dedicato un libro Giovanni Abbagnato, Giovanni Orcel – Vita e morte per mafia di un sindacalista siciliano 1887-1920, Di Girolamo Editore. Palermo 2007
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