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Gli uomini dei clan con l'Esercito di Silvio

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Povero Berlusconi, perseguitato dai magistrati e circuito dai mafiosi. Beata ingenuità! Dopo l’ospitalità data a Mangano, mafioso pluriomicida assunto come stalliere, adesso ecco che viene assoldata dall‘Esercito di Silvio un’impresa catanese che fa capo a prestanome e parenti di appartenenti al clan Ercolano-Santapaola.
A pubblicare la notizia -nero su bianco- è il Corriere della Sera on line che precisa anche come la Ecoin Srl sia la ditta catanese cui Simone Furlan, fondatore dell’esercito dell’ex presidente del Consiglio, ha affidato il tour nazionale a sostegno del Cavaliere.
Si dà il caso che la Ecoin sia stata sequestrata nel corso di una maxi operazione con 21 indagati, accusati di essere prestanome di Emanuele Caruso, condannato in primo grado nel 2011 per associazione a delinquere e nipote di “Pippo Mirenna”, uno tra i maggiori esponenti del Clan Ercolano-Santapaola.
Secondo finanzieri e magistrati Caruso avrebbe gestito attraverso uomini di paglia un patrimonio di 30milioni di euro. Caruso è stato arrestato fra l’altro, nel 2003 per concorso in associazione mafiosa e nel 2011, in primo grado, per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa di gare d’appalto.
Tutto ciò non ha impedito, però, alla nuova Forza Italia di avvalersi dei servigi del suddetto. Le manifestazioni della Ecoin Srl lanciate a Catania, sono state pubblicizzate a livello nazionale e sul sito ufficiale dell’Esercito di Silvio. Lì potrete vedere foto e video che ritraggono anche Gaetano Caruso, fratello di Emanuele, prestanome accusato di intestazione fittizia dei beni.

1 Comments

  1. Le mie sono solo supposizioni ma questi soggetti per gestire un tale numero di affari godono di appoggi e di cointeressenze con la burocrazia comunale e statale. Mi hanno riferito, ad esempio, che per una richiesta di concessione marittima che interessa il molo piccolo di Ognina, i soggetti che hanno fatto la domanda hanno sul groppone ben tre sentenze penali di condanna molto gravi e pregiudizievoli per consentire che la concessione da parte del demanio marittimo venga loro accordata . Ebbene, pare che il Prefetto di Catania , per intenderci quella signora che ci ha raccomandati a Sant’agata, abbia ignorato le tre sentenze e dato parere favorevole al rilascio della concessione. A questo punto, chiedo: di chi è la responsabilità ? Certamente questi signori condannati per reati comuni e per un grave reato ambientale in concorso con quell’ing. Pedalino, morto da qualche giorno, godono di asppoggi importanti in prefettura e negli uffici urbanistici della città. Ecco allora i veri responsabili del degrado. Chi li ferma?

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