La documentazione sulla base della quale
Una relazione ufficiale, quella del professore romano, che non lascia spazio a dubbi o equivoci: il MUOS incide negativamente sulla salute e sull’ambiente. In particolare, “L’indagine di conformità con finalità di approvazione per gli effetti ambientali elettromagnetici dell’installazione del sistema MUOS, descritta nel rapporto finale dello Space and Naval Warfare System Center, è priva del rigore e della completezza necessari a garantire la piena validità dei risultati, indispensabile requisito di uno studio che riguarda un sistema complesso nel Sito di Interesse Comunitario Sughereta di Niscemi, in vicinanza del comune di Niscemi, classificato in zona sismica ad elevata pericolosità e di tre aeroporti” (Comiso, Sigonella, Fontanarossa).
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Analoghi pareri negativi vengono espressi, nella relazione, anche sulle altre misurazioni effettuate. “Lo studio di incidenza ambientale relativo al progetto MUOS, preparato da GEMO-Team MUOS Niscemi e LAGECO, riprende per intero il Rapporto finale di conformità di NWSC senza fornire nuovi contributi”.
“Per la simulazione del campo elettromagnetico irradiato dalle parabole, ARPA Sicilia (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, n.d.r.) ha utilizzato un codice numerico nella modalità di campo lontano. Pertanto i risultati presentati non sono riferibili alla regione di campo vicino e quindi non possono essere utilizzati per la verifica di conformità”.
Nessuno stupore, quindi, nel leggere che “In conclusione i risultati dell’indagine non consentono di verificare il rispetto dei limiti di campo EM previsti dalla legge, né forniscono indicazioni quantitative sulle possibili interferenze in apparecchiature elettroniche, in strutture aeroportuali e in aeromobili”.
E’ stato l’avvocato Sebastiano Papandrea (che rappresenta il Coordinamento Regionale No MUOS), a rendere pubblica la suddetta relazione durante un incontro, promosso dalla Mamme No Muos di Niscemi e dai Nuovi Consumatori Europei, svoltosi a Catania venerdì scorso.
Un risultato particolarmente apprezzato da tutti i presenti, pur nella consapevolezza che, se è stato segnato un importante punto a favore di chi si oppone al MUOS, c’è ancora tanto da fare. Sia per quanto riguarda la battaglia legale, che rispetto alla mobilitazione popolare.
E, in effetti, c’è un fitto calendario di manifestazioni, a partire dall’appuntamento del 9 luglio a Palermo in occasione del pronunciamento del TAR sulla sospensione della revoca dei lavori del MUOS.
Leggi il testo integrale della relazione del prof. Marcello D’Amore (dal sito LinkSicilia.it)
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Ma l'avete almeno letto, sto documento in PDF?
Ma l'avete letto almeno UNA volta?
L'UNICA cosa che questo documento dice e' cio' che molti di noi gia' sapevano, e cioe' che sia la relazione dell'ARPA sia la relazione degli "esperti" di Torino sono una accozzaglia di cretinate, di ipotesi azzardate e di calcoli assurdi!
Ma perche' scrivete anche voi cretinate?
Peraltro l'intero documento e' FALLATO da un errore semplicemente PAZZESCO, cioe' confondere la potenza EIRP, un valore puramente TEORICO di 1600W con quello "reale"!!! E' come dire che io, che sono radioamatore, ed ho un trasmettitore da 100W con una antenna di 12 dB di guadagno, stia trasmettendo con una potenza di 966W !!! hahahahahahaha http://en.wikipedia.org/wiki/Equivalent_isotropically_radiated_power
Ho letto il documento. Sono perfettamente d'accordo con alcune osservazioni, che smentiscono frontalmente gli "esperti" di Torino:
- non e' possibile fare una valutaizone di impatto ambientale reinventandosi a capocchia i limiti di legge. Il limite e' 6V/m, e va rispettato QUELLO, punto.
- naturalmente se i limiti vengono sforati, i militari devono modificare i trasmettitori. Senza se e senza ma
- non e' possibile sare limiti di 6 V/m per campi a 30 KHz. Per quell'impianto va applicato il limite ICNIRP, a ci anche la legge italiana fa riferimento, e che viene ampiamente rispettato.
Sulle altre osservazioni invece dissento alla grande. E' verissimo che per un'antenna parabolica di quel tipo il campo prossimo si estende fino a 50-100 km, ma questonon singifica che on si sappia come e' fatto il campo. Ci sono formule approssimate, applicabilissime, che valgono per qualsiasi antenna parabolica, e che ti dannoi valori indicati nella relazione ARPAS. I tecnici ARPAS hanno usato un programma che calcola il campo prossimo, e D'Amico afferma che non sono stati usati perche' LUI non sa che distribuzioni di corrente ha un'antenna parabolica. Se vuole glie lo dico io, senza bisogno che me lo dicano i militari,
Un aereo in fase di decollo o atterraggio il fascio di MUOS non lo vede proprio. A 17 gradi di elevazione il fascio e' a 3000 m di quota a 10 km dall'impianto. E in ogni caso questo impianto e' analogo a qualsiasi antenna satellitare per upload di telecomunicazioni: come si fa ad evitare interferenze per queste antenne? Nessuno ha preteso di ciudere il Fucino o le antenen di Colico perche' troppo vicine ad un aeroporto.