Partire dal corpo e dalle emozioni per affermare che la liberazione da tutti gli stereotipi e preconcetti è possibile, soprattutto quelli che ci separano gli uni dagli altri in base al genere, alle preferenze sessuali, alle scelte etiche nei confronti del cibo e degli animali.
Da queste premesse nasce la mostra collettiva di immagini “Sui generi(s). Obiettivi di liberazione”, il tentativo di alcuni artisti di “confrontarsi con l’alterità intrecciando riflessioni, punti di vista e prospettive in una feconda ibridazione”
La mostra, inaugurata sabato 20 aprile, resterà aperta fino al 4 maggio nei locali del circolo CittàFutura, via Gargano 37 ed è stata organizzata da Ibride Voci, collettivo LGBTQ, antisessista, antirazzista ed antispecista, che anima le attività culturali del circolo.
L’iniziativa, da cui parte la campagna di lancio del Queer Veggie Pride 2013, originale evento giunto alla seconda edizione, che si terrà sabato 6 luglio a Catania, è accompagnata da una serie di incontri letterari che rilanciano, con le parole, le suggestioni della collettiva d’arte.
Dopo l’inaugurazione, sul tema “corpi senza frontiere”, con le riflessioni sul sesso come questione politica, la visione delle immagini sarà accompagnata da un percorso informale nella “storia della sessualità” del filosofo francese Michel Foucault – martedì 30 aprile, a cura di Dario Stazzone – e dall’ultima creazione del poliedrico attore ed autore teatrale Liborio Natali: “E pensare che da piccolo ero un bravo bambino”.
Con la performance di Natali, sabato 4 maggio, si concluderà anche l’originale lotteria SUI GENERI(S) a sostegno del Queer Veggie Pride, che assegnerà una foto d’autore di Alberta Dionisi, ES: la seducente immagine di uno sguardo ibrido che apre, ancora, a nuovi “obiettivi” di Liberazione.
Espongono, oltre ad Alberta Dionisi, Alberto Giuffrida ed Emanuele Rizzo (fotografie), Luca Red (tratti in china).
Ognuno di questi artisti ha cercato di esprimere, con una breve riflessione, il senso della propria attività creativa. Ecco quello che hanno scritto:
“… in fondo la fotografia è un atto confermativo di vita. ma non tanto perché è testimonianza che siamo stati e siamo e che presumibilmente saremo, ma perché la fotografia rende vita nuova alle cose, è un ridisegnare il mondo suggerendo altri modi di pensare. Insomma una sorta di geografia dello spirito che propone l’abbattimento dei confini, delle definizini che delimitano e ingessano la realtà, operando nello spazio intermedio delle infinite possibilità… ” (Alberta Dionisi).
“Semplicemente sono stato in silenzio, aspettando che le immagini risuonassero in me e si facessero tratto” (Luca Red).
“Nella mia idea di fotografia si focalizza lo sguardo su qualcosa che necessita di essere estrapolato dal contesto in cui avviene e che in tal modo diviene forte come parola. Una tessera aggiunta al mio personale percorso… continuamente pervasi da immagini che celebrano volgari gesti di un essere umano ormai al declino, abbiamo bisogno di gesti cauti, movimenti appena accennati, che ridiano senso a quel tempo sottratto dal singolo, alla violenza dell’omologazione” (Emanuele Rizzo).
“Nell’alveare del conformismo, non è poi così difficile scombinare i giochi. Le geometrie sterili perdono la loro prospettiva e si confondono di fronte alla semplicità dell’essere” (Alberto Giuffrida).
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