COMUNICATO STAMPA
Presentato il documento di Legambiente Catania nell’ambito delle iniziative per la tutela della bellezza a livello nazionale. Tali punti saranno sottoposti nei prossimi giorni ai candidati alla carica di Sindaco e consigliere comunale alle prossime elezioni amministrative di Catania.
1 – Tutela della riserva naturale “Oasi del Simeto”
La riserva naturale Oasi del Simeto costituisce un patrimonio naturalistico di interesse prioritario per la tutela dell’ambiente e della biodiversità non soltanto per la città di Catania ma a livello comunitario. Questa area protetta, inoltre, racchiude uno straordinario potenziale di ricchezza per un uso turistico compatibile.
La città di Catania assume quale obiettivo preminente la restituzione del decoro all’area protetta deturpata dall’abusivismo edilizio attraverso la eliminazione delle costruzioni incompatibili con la tutela ambientale e paesaggistica e l’avvio di progetti di riqualificazione ambientale.
A tal fine il Comune:
2 – Restituire la costa alla città
Nonostante Catania sia una città costiera la fruizione del mare risulta in molti casi pregiudicata dalla presenza di costruzioni ed impianti balneari sia nella costa rocciosa che in quella sabbiosa. Per tale motivo va in primo luogo previsto che le aree costiere situate al di fuori del centro abitato siano sottoposte a vincolo di inedificabilità in una fascia della profondità di 1000 metri dalla linea di costa.
Il Comune, inoltre, definisce le forme di tutela e valorizzazione delle aree costiere libere da edificazione anche all’interno del centro abitato, gli usi compatibili non di carattere edilizio e gli obiettivi e le strategie di riqualificazione del patrimonio edilizio e turistico esistente. Vanno inoltre individuate tutte le azioni per garantire la maggiore fruizione della costa da parte dei cittadini.
3 – Tutela del mare
La tutela del mare costituisce obiettivo prioritario del governo della città di Catania. Il mare in buone condizioni non è soltanto un bene inestimabile per i cittadini ma una eccezionale risorsa per il turismo.
Tutti gli scarichi che recapitano a mare devono essere censiti e quelli abusivi prontamente eliminati. Va attuato un controllo attento, capillare e continuo di tutti gli scarichi legittimi, ed in primo luogo dell’impianto di depurazione di Pantano d’Arci, al fine di scongiurare fenomeni di inquinamento delle acque costiere.
Vanno altresì individuate ed eliminate le micro discariche presenti sulla costa e attuati interventi per prevenire l’abbandono di rifiuti in mare.
4 – Stop al consumo di suolo
Il suolo costituisce una risorsa limitata che va adeguatamente tutelata in quanto elemento essenziale per la vita degli ecosistemi e del genere umano. Ulteriori interventi edilizi in aree libere per qualunque attività (residenziale, turistica, sportiva, artigianale, industriale) sono consentiti solo qualora siano effettivamente necessari e sia inequivocabilmente dimostrato che non sia possibile utilizzare aree già urbanizzate o deteriorate dall’intervento antropico o aree dismesse da riqualificare.
Va assolutamente respinta l’idea che il PRG preveda la parziale edificazione per uso residenziale di tutte le aree libere della città, in cambio della realizzazione di aree verdi di limitata estensione. Parimenti le previsioni speculative del PUA di nuove edificazioni vanno drasticamente ridimensionate. Gran parte delle aree non edificate va destinata a parco urbano, la cui realizzazione può essere consentita anche a privati, prevedendo limitate edificazioni per finalità ricreative, sportive, culturali.
Il Comune individua, nell’ambito dello strumento urbanistico, gli ambiti caratterizzati da degrado delle aree e dei tessuti urbani da assoggettare ad interventi di rigenerazione urbana, ambientale e sociale con l’obiettivo di ridurre i consumi energetici, riqualificare gli spazi pubblici, ridurre le aree impermeabilizzate, mettere in sicurezza gli edifici da punto di vista statico. Tale azione va prevista anche nell’ambito della zona industriale di Pantano d’Arci.
5 – Nuove aree verdi nella città e tutela di quelle esistenti
La città di Catania è agli ultimi posti in Italia per aree verdi e quelle esistenti si trovano spesso in stato di abbandono e oggetto di attività illecite.
Va dato impulso alla creazione di nuove vaste aree verdi pubbliche (Monte Po’, Librino), anche alla luce della nuova Legge n. 10 del 14.01.2013, e va redatto un piano per la piantumazione di specie arboree in aree di proprietà pubblica. In ogni caso, nella creazione di nuove aree verdi va data priorità alle specie autoctone.
Particolare attenzione va rivolta ai lembi di boschi naturali presenti nel contesto urbano a Cibali, Monte San Paolillo e a San Giovanni Galermo. Queste aree rivestono un elevato valore non soltanto sotto l’aspetto naturalistico ma anche da quello storico – culturale; per tali aree va prevista una tutela integrale e va garantita l’inedificabilità anche nelle fasce di rispetto.
Per il loro fondamentale contributo in termini di qualità urbana, vivibilità, tutela della biodiversità, va previsto nello strumento urbanistico il divieto di trasformare tutte le aree verdi private con superfici maggiori a 200 m2 e, per qualunque superficie, la tutela degli esemplari arborei di pregio ambientale, paesaggistico o storico. A tal fine gli uffici del Comune effettueranno un apposito censimento e proporranno specifiche norme da inserire nello strumento urbanistico.
6 – Restituire decoro alla città
Avviare una costante attività di manutenzione e riqualificazione del territorio attraverso:
Tali attività, oltre a ridare decoro a tante aree della città e innalzare la qualità della vita dei cittadini, fornirebbero una immagine decisamente migliore della città a turisti e visitatori.
7 – Mobilità sostenibile e piste ciclabili
La realizzazione di un sistema di mobilità sostenibile fondata sui mezzi pubblici e sulla creazione di piste ciclabili potrebbe far rientrare Catania tra le città europee. Sino ad oggi l’uso della bicicletta a Catania, per nulla sicuro, è stato considerato solo in termini di attività sportiva e ricreativa mentre il suo utilizzo va sostenuto quale un efficiente mezzo per gli spostamenti nella città.
Il potenziamento di mezzi pubblici e biciclette, con conseguente diminuzione del traffico privato, consentirebbe di rendere maggiormente vivibile la città. Una città vivibile è una città più bella.
8 – Le Scuole serbatoio della bellezza
La messa in sicurezza degli edifici scolastici deve essere una assoluta priorità per ogni amministrazione pubblica. Tuttavia, le scuole devono essere al centro di un piano di interventi che, oltre alla indispensabile ed indifferibile messa in sicurezza, deve riguardare l’ampliamento delle aree verdi, il miglioramento degli spazi interni, la creazione di laboratori, affinché le scuole diventino serbatoi per una futura bellezza.
9 – Liberare le piazze
La maggior parte delle più belle piazze del centro storico di Catania sono assediate dal traffico veicolare e mortificate dall’utilizzo quale parcheggi. Va restituita maggiore dignità ad ambiti di grande pregio architettonico e culturale e di grande rilevanza turistica attraverso la limitazione del traffico e almeno la riduzione dell’utilizzo quali aree di sosta.
10 – Tutelare gli edifici di interesse storico
Catania racchiude innumerevoli testimonianze di grande valore artistico, storico archeologico e culturale che vanno adeguatamente tutelate e valorizzate. Dal Liberty alle aree archeologiche, dagli edifici rurali ai grandi monumenti, sono troppi i casi di deterioramento, di abbandono, o peggio, di distruzione o snaturamento. Anche in tal caso la conservazione di questi beni e il loro utilizzo compatibile vanno assunti quali priorità per la città di Catania: buona parte del futuro della città potrebbe fondarsi proprio sul suo passato.
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Fra questi punti, tutti ovviamente condivisibili, non trovo alcun riferimento puntuale alla drammatica situazione in cui versa una delle più belle piazze della città.
Piazza Carlo Alberto, sede del pretestuosamente "storico" mercato, su cui insistono tesori d'arte come San Gaetano alle Grotte, la basilica del Carmine, il convento con chiostro, edifici ottocenteschi di pregio, é oggi ridotta ad una discarica a cielo aperto, ostaggio della malavita che impone regole e leggi, abbandonata dalle istituzioni che preferiscono girarsi dall'altra parte...
Un territorio quotidianamente stuprato e avvilito, in preda al caos piú totale, sette giorni su sette, fonte di stress e vergogna per i suoi abitanti, talvolta impediti perfino ad usufruire dei propri ingressi e garage...Il sabato, poi, sembra di vivere all'inferno, con vergognosi cumuli di pattume, accuratamente indifferenziato, sotto le case, odori nauseabondi e rumore fino alle due di notte.
Qualcuno di Lega ambiente si é mai trovato a passare in questa povera piazza il sabato dopo le 21? Credo di no, non ho mai saputo di alcuna denuncia del problema che riguarda questo territorio e, conseguentemente, la salute pubblica. Spero che queste brevi note possano sollecitare un intervento di un'associazione che stimo e che m'é parsa sempre attenta - e lo dimostra il documento dei dieci punti per Catania - alla salvaguardia dell'ammbiente e dei suoi abitanti.
Grazie per l'attenzione.
Il punto 2 di Legambiente chiede “Restituire la costa alla città”, ma tace accuratamente sul lungo muro portuale che separa Catania dal mare fino al faro Biscari e si appresta ancora a separarla fino al Lido Azzurro. Altro silenzio inspiegabile di Legambiente è quello sulla avvenuta deviazione abusiva del Torrente Acquicella in violazione di precise leggi ambientali. Un silenzio che continua sulla devastazione della Plaia per una imprecisata “darsena” tuttora in corso in danno di Catania, in beffa del Consiglio Comunale che non ha mai approvato tali lavori ed in dispregio di altre associazioni che hanno denunciato tali devastazioni ai competenti organi giudiziari.
E’ facile per gli esponenti locali di Legambiente giustificare ai loro referenti politici tali silenzi . Sarà impossibile farli accettare ai loro figli ed a noi catanesi tutti.