Così l’altro ieri, in extremis, il Consiglio comunale ha approvato la messa in vendita, parziale o totale, delle aziende partecipate, con l’esclusione della Sidra, che rimane interamente in mano pubblica. Scadeva infatti il termine fissato dalla Corte dei Conti per approvare la delibera di riordino dei conti e un rinvio avrebbe comportato lo scioglimento del Consiglio e la dichiarazione di dissesto.
Gli attivisti del Forum Acqua Bene Comune considerano il salvataggio della Sidra una loro vittoria, una dimostrazione del successo dell’assedio da loro posto al Comune. Essi stessi considerano tuttavia la giornata di lunedì una pagina triste per la democrazia, con un Consiglio costretto a decidere in fretta “con il ricatto del dissesto” e un pubblico tenuto tendenzialmente fuori dall’aula e ammesso solo in parte dopo rumorose proteste.
Delle altre partecipate, Multiservizi e Asec trade saranno vendute (o svendute?) integralmente e hanno buone probabilità di trovare un acquirente.
I lavoratori della Multiservizi, preoccupati della loro sorte, hanno presidiato anch’essi il Consiglio. Lo scioglimento della società avrebbe comportato per loro la perdita del lavoro, mentre con la cessione possono sperare di conservarlo. L’acquirente avrà infatti la garanzia di ricevere per cinque anni l’affidamento degli stessi lavori svolti dalla partecipata, quantificabili in circa 20 milioni annui. Questo potrebbe permettere di mantenere gli attuali livelli occupazionali, anche se non è detto che a ciascun lavoratore verrà garantito lo stesso numero di ore.
Il personale della Multiservizi è infatti già oggi in esubero e questo spiega anche la pronuncia della Corte dei Conti su questa partecipata: “Sembrerebbe che il veicolo societario non sia stato utilizzato per rendere più efficienti ed economici i servizi resi all’ente locale, bensì per perseguire scopi di tipo occupazionale, estranei alle regole di economicità e buona amministrazione”.
Asec trade srl (Azienda servizi energetici catania), controllata da Asec spa, di cui è il settore commerciale (distribuzione e vendita del gas e di energia elettrica), andava dismessa perchè ormai un ente pubblico non può più gestire attività commerciali.
Avendo un bilancio positivo ed essendo in fase di sviluppo, è anch’essa interessante per eventuali compratori ma rischia di essere sotto-valutata e svenduta. Il caso di questa società dimostra che, con l’intento di ridurre gli sprechi, si possono dismettere anche aziende vitali.
Le altre partecipate saranno cedute parzialmente: Asec spa per il 49%, AMT e Sostare per il 40%. La quota maggioritaria rimarrà così nelle mani del Comune garantendogli poteri di controllo, ma la gestione operativa sarà lasciata all’eventuale socio privato, che non è interessato a svolgere un servizio ma ad ottenere un guadagno. Ecco perchè sono probabili degli aumenti tariffari.
Solo con la fornitura dell’acqua, il rischio è stato scongiurato. Così, sebbene a Catania il referendum non abbia ottenuto nemmeno il 50% dei consensi, i Catanesi godranno, almeno per ora, dei vantaggi del successo referendario su base nazionale.
La discussione sulle partecipate si è svolta in clima convulso con frequenti riaggiornamenti della seduta e la mancanza di una vera discussione e di un adeguato spazio per introdurre modifiche.
Come hanno scritto i consiglieri del PD nel loro comunicato “Se la ricognizione delle partecipate fosse stata affrontata otto mesi fa (così come richiesto dal Consiglio comunale con apposito o.d.g.,proposto dal PD e votato all’unanimità), ben altre potevano essere le scelte in ordine alle aziende del Comune come per esempio la creazione di una holding che avrebbe sicuramente garantito i livelli occupazionali e l’efficienza dei servizi espletati”.
Stancanelli e la sua giunta hanno dimostrato, con questa operazione, di voler solo fare cassa. E i cittadini hanno capito che ormai l’amministrazione non ha una maggioranza organica che la sostenga.
Diverse domande restano ancora aperte. Tra queste:
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Ha ragione il Signor Sindaco.. la legge prevede lo scioglimento di alcune società entro una certa data,ovvero quelle rientranti nella "Spending Review" non si capisce in base a quale norma si stia procedendo alla cessione anche delle aziende partecipate non rientranti nella stessa"Spending Review" e non gravanti sul bilancio comunale.
Forse sig.Sindaco c'è qualche particolare interesse nel cedere ad esempio Asec Spa e la figlia Asec Trade s.r.l nonostante non ci sia nessuna imposizione di legge? anzi sono il comune di catania e Sidra Spa ad avere debiti con le stesse, in particolare con Asec Trade.
Nonostante i crediti vantati nei confronti di comune, Sidra ed altre aziende locali, la gestione passata pessima (fautrice dei crediti), Asec trade produce utili (forse l'unica delle partecipate).... e la vendiamo... certo essendo l'unica partecipata appetibile sul mercato... Bell'affare x chi compra.
La paga poco ,adesso, con la situazione attuale in cui l'azienda è stata abilmente portata (ugualmente in utile)
e con una buona gestione che numeri farà Asec Trade nelle mani di un privato?
Perchè i cittadini catanesi devono regalare questi "numeri" ad un privato e non tenerli per la collettività?
Asec Spa discorso simile... abilmente portata in una situazione senza uscita al fine di cedere a privati parte delle quote , (insieme naturalmente alla rete cittadina del metano realizzata con soldi pubblici).
Una cosa che dovrebbe saltare all'occhio che esiste un personaggio in queste 2 aziende presente tutt'ora all'interno dell'Asec Spa ma presente anche all'interno di Asec Trade nel periodo in cui la stessa azienda Aimè ha contratto tutti questi notevoli crediti che tutt'oggi non consentono di assolvere al pagamento puntuale dei fornitori.. Nonostante cio' il misterioso personaggio è sempre li!!
Certo a Catania è facile far credere che sia un obbligo cedere queste 2 aziende... con l'ignoranza che domina a "Palazzo" tra i consiglieri...