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Costruttori di pace contro il Muos

Come celebrare la giornata dedicata da Pax Christi all’“andare insieme”? A Catania, con una iniziativa organizzata insieme a Libera nel salone della parrocchia dei SS. Pietro e Paolo. Argomento: il Muos, proprio all’indomani di una manifestazione festosa in cui circa quattromila persone sono “andate insieme” e si sono ritrovate a festeggiare il sequestro del cantiere da parte della magistratura.
L’assemblea di domenica sera in via Siena poteva essere un momento ripetitivo, eppure così non è stato. Anche perchè le persone alle quali si è parlato non erano le solite, tanto che qualcuno, a conclusione dell’incontro, ha dichiarato di avere “i brividi lungo la schiena”.
Peppe Cannella, medico e comunicatore efficacissimo, membro del Comitato No Muos di Modica, è riuscito a introdurre, nella carne viva (come ama dire) dei presenti, la percezione quasi palpabile degli effetti che la costruzione del Muos potrebbe avere sulla salute dei siciliani.
Un inquinamento elettromagnetico, all’interno della sughereta scempiata, c’è già. E’ quello prodotto dalle 41 antenne del NRTF, in funzione dal ’91. Cosa avverrà quando saranno pronte le parabole  del diametro di 18 metri l’una, collegate -attraverso satelliti geostazionari- alle altre tre stazioni di terra in costruzione in Virginia, Haway e Australia?
La scienza ha ormai chiarito che “sui gruppi umani l’elettrosmog produce problemi ai tessuti emolinfatici e agli organi riproduttivi, disturbi di carattere mentale e malattie alla tiroide, di cui già gli abitanti di Niscemi e dintorni sono affetti in modo atipico”.
Ma non è tutto. Cosa accadrebbe se l’impianto non funzionasse perfettamente e, per un guasto meccanico o un errore umano, le parabole puntassero, non a 17° sull’orizzonte, come previsto, ma più in basso, direttamente sui conglomerati umani presenti nel territorio? In fase acuta, quanto meno ipertermie, necrosi dei tessuti, danni al cristallino. E le conseguenze a lungo termine? Su questo ancora troppo silenzio.
Eppure Cannella non è stato, domenica sera, un cantore di morte. La sua è stata anzi una testimonianza di vita, di entusiasmo. Ha portato con sé la pentolina che la piccola Luce aveva preparato per la manifestazione di sabato scorso, con la bacchetta di legno riservatale dalla mamma per battere sul metallo in segno di protesta. Perchè, ha spiegato Cannella, i comitati sono cresciuti tra la gente e con la gente, sono diventati luoghi di incontro e di confronto tra persone di provenienza diversa e di diversa età, uomini attempati e giovani e soprattutto molte donne, alcune con i loro bambini.
Il tema della salute è quello che coinvolge di più, sebbene si muova anche chi ama l’ambiente.
L’esperienza della discussione comune, la presa di coscienza dei problemi, la protesta unitaria stanno ridando alla gente entusiasmo e fiducia. Si riscopre la passione politica, l’impegno civile, ci si rimette in gioco, superando lo scollamento creato dalla involuzione dei partiti. E Cannella lo dice innanzi tutto di sé, e per questo convince.
Ma lo dice anche di altri, di gruppi che fanno sensibilizzazione con il teatro di strada, dei ragazzi che stanno usando internet per mettersi in contatto con chi vive nei luoghi del pianeta in cui sono in costruzione le altre stazioni del Muo.
Sulle responsabilità del governo Lombardo nell’autorizzare i lavori di costruzione del Muos, violando le stesse leggi regionali che avrebbe dovuto tutelare, si è soffermato invece Antonio Mazzeo, che ha ricordato anche il silenzio dei partiti, rotto solo dopo l’intervento della magistratura.

Il movimento No Muos può considerare il recente sequestro come una propria vittoria, ma non può -dice Mazzeo- ritenersi soddisfatto. Attende, per esempio, che si indaghi sui motivi per cui i lavori di costruzione della struttura siano stati affidati ad una ditta, la Piazza Calcestruzzi s.r.l., priva del certificato antimafia e in odore di contiguità con boss mafiosi.
I processi di militarizzazione, d’altra parte, creano business e diventano facilmente “brodo di cultura” di interessi criminali e di corruzione politica. Le enormi somme di denaro in essi impiegate sono sottratte a tutti noi, agli asili che non avremo, alle scuole che non saranno messe in sicurezza, agli ospedali con sempre meno risorse.
Di questo, sulla stampa e fra la gente, si parla poco. C’ é un certo risveglio di interesse per quello che avverrà quando l’aeroporto di Fontanorossa sarà bloccato per i lavori alle piste. Secondo Mazzeo, tuttavia, la ventilata possibilità che Sigonella sia utilizzato come aeroporto sostitutivo per il 33% dei voli civili non è realistica
Da Sigonella partono continuamente i droni, gli aerei senza pilota, per il Corno d’Africa, per la regione dei Grandi Laghi, per lo Yemen, con possibili nuovi teatri di guerra in Siria e in Iran. E i droni, di cui Sigonella è la capitale mondiale, sono incompatibili con il traffico civile.
Della liceità, anche etica, dell’uso dei droni si discute negli Usa e altrove. Da noi si tace.
L’argomento interessa invece il movimento di Pax Christi, sempre in prima fila nelle battaglie antimilitariste e promotore di riflessioni etiche a riguardo, anche dentro la Chiesa. Adesso il Muos, afferma Domenico Piazza del Punto Pace di Catania, deve diventare per Pax Christi un tema nazionale caratterizzante, come è avvenuto con gli F35 e con il disegno di riforma dello ‘strumento’ militare voluto dal ministro Di Paola. Anche opporsi a tutto questo è un modo per essere ‘costruttori di pace’.

Argo

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