Fino al 15 ottobre 2012 è possibile regolarizzare gli immigrati extracomunitari che lavorano “in nero” nel nostro Paese.
Il datore di lavoro dovrà pagare mille euro ed almeno 6 mesi di contributi per ciascun lavoratore che intende regolarizzare. Il provvedimento di “emersione” riguarda non solo colf e badanti, come nella precedente sanatoria, ma tutti i rapporti di lavoro irregolare a tempo pieno (solo per colf e badanti il minimo è 20 ore), senza alcun limite di quota massima.
Anche per questa sanatoria sono presenti delle condizioni che devono essere attentamente valutate prima di presentare l’istanza. Già nel 2009 molti lavoratori irregolari sono rimasti senza permesso, dopo aver versato 500 euro di contributo (vedi Argo sull’argomento).
Il decreto esclude i casi in cui il datore di lavoro abbia, fra l’altro, precedenti per sfruttamento o favoreggiamento dell’immigrazione, o dichiari un reddito al di sotto di una soglia minima, così come esclude quei lavoratori che hanno avuto un provvedimento di espulsione o sono stati segnalati ai fini della non ammissione nel territorio dello Stato, oppure condannati, anche con sentenza non definitiva.
E’ altresì onere del lavoratore dimostrare di essere presente in Italia ininterrottamente da una data antecedente al 31 dicembre 2011, attraverso documenti provenienti da organismi pubblici, come ad es. tessera STP, certificato medico di pronto soccorso., etc
Il decreto prevede altresì l’inasprimento delle pene per i casi di lavoro irregolare e per le violazioni in tema di igiene e sicurezza. “La grande novita del dlgs 109/2012 – scrive Davide Mancuso in Lavoratori immigrati irregolari su Asud’europa anno 6 n. 32 – è l’introduzione della possibilità per gli stranieri di denunciare i loro datori di lavoro, ottenendo in cambio un permesso di soggiorno della durata di sei mesi, rinnovabili fino al periodo necessario al completamento del procedimento penale a carico degli sfruttatori. Una norma che rende “conveniente” per i datori di lavoro procedere alla sanatoria piuttosto che rischiare pene più severe e può “premiare” gli stranieri che hanno il coraggio di denunciare la propria condizione lavorativa.
Per saperne di più vedi il sito sportello immigrazione dove è possibile scaricare anche una guida pratica.
Sull’argomento la Rete Antirazzista Catanese propone una propria guida (che puoi leggere a questo link) in cui sono presenti utili informazioni. Tra queste la spiegazione dei casi in cui : “sono abilitati alla presentazione della domanda anche coloro che hanno presentato richiesta di rilascio o di rinnovo”. I migranti vengono, inoltre, messi in guardia da possibili truffe a loro danno: “chi ti chiede denaro per dichiarare il falso e frodare la legge, sta truffando soltanto te!“
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