Nonostante il CIPE abbia ridotto – vedi ArchivioCorriere – l’ammontare dei contributi pubblici a 312 milioni di euro (di cui già 300 spesi nel 2011) il dott. Pietro Ciucci, amministratore unico dell’ANAS e commissario straordinario per il Ponte sullo Stretto, sembra non voglia rendersi conto che non ci sono più le condizioni per portare avanti il progetto del Ponte sullo Stretto.
E’ quanto ritengono alcuni deputati e senatori (primi firmatari Marco Filippi e Giampiero D’Alia che hanno prodotto una interrogazione parlamentare al Ministro Passera, chiedendogli se non ritiene opportuno un “procedimento di autotutela al fine di evitare ulteriori danni erariali”, anche attraverso la “rimozione del dott. Ciucci dalle cariche ricoperte in Anas e nella società Stretto di Messina”.
Fra l’altro, si legge nella interrogazione che ben in altre tre occasioni il dott. Ciucci ha sottoscritto accordi “pur non avendo in alcun modo la copertura finanziaria degli impegni assunti”: il 23 settembre 2009 per il riavvio delle attività; il 23 dicembre 2009 per l’impegno alla “piena esecuzione del contratto pena il pagamento di una penale che dovrebbe oscillare tra i 300 e i 500 milioni di euro”; il 10 settembre 2010 per la previsione di aumenti di costo senza copertura.
Persino nella relazione di chiusura del bilancio di esercizio 2011 della Stretto di Messina s.p.a., “pur evidenziando il totale azzeramento dei contributi pubblici originariamente previsti, non è stato in alcun modo evidenziato che (sono venuti meno) i presupposti di continuità aziendale. Presupposto che avrebbe dovuto indurre senza alcun indugio gli amministratori alla messa in liquidazione della società, in quanto non in grado di raggiungere il suo obiettivo sociale”.
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Nella relazione sulla gestione delle partecipazioni, per un verso si evidenzia il maggiore costo dell’investimento che passa da 6,3 a 8,5 miliardi di euro, per l’altro si sostiene genericamente che le risorse pubbliche necessarie potrebbero essere attribuite ad altre fonti di finanziamento o utilizzando incentivi che nel caso specifico non sarebbero applicabili.
Daniele Martini, in un articolo su IlFattoQuotidiano scrive che “Anche se non lo scrivono testualmente, i senatori sostengono che Ciucci si è preso libertà che vanno molto al di là del suo mandato, con la volontà di favorire di fatto e in tutti i modi possibili le imprese che il Ponte avrebbero dovuto costruire, in testa Impregilo e poi Condotte e la Cooperativa muratori e cementisti-Cmc di Ravenna. Anche a danno delle finanze pubbliche”.
In chiusura dello stesso articolo, la risposta di Ciucci: i “suddetti tagli alle risorse non implicano l’assunzione da parte del Governo di una decisione definitiva contraria alla realizzazione del Ponte”. Secondo Ciucci le risorse che sarebbero già state “assegnate per la copertura finanziaria del progetto potrebbero essere riattribuite a valere su altre fonti”. Della serie, mai dire mai.
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