No, non si tratta di arredamento. Nato quasi per gioco da una conversazione tra amici, Abitartè è arrivato alla sua terza edizione e coinvolge un crescente numero di partecipanti. “Lo abbiamo pensato sin dall’inizio come un momento di solidarietà, – ci spiega una delle sue ideatrici, Milena Viani – un’occasione per essere vicini, con un aiuto materiale, alle associazioni che lavorano nei quartieri disagiati e si occupano in particolare di minori.”
Eppure l’evento non ha nessuna delle caratteristiche degli interventi filantropici, seriosi, “compassionevoli” e spesso autoreferenziali. Si caratterizza piuttosto per l’aspetto gioioso e creativo, anche perchè questa è la fisionomia dell’associazione che l’ha pensato e voluto, La Terra di Bo, “la terra della scoperta, della possibilità di trovare e ri-trovarsi, una realtà dove si intrecciano natura, benessere, cultura, formazione, sport, convivialità, eventi, in un meraviglioso processo alchemico”.
Perchè non cominciare allora a raccogliere, con il passa parola tra amici, abiti usati da rimettere in circolazione donandoli a chi è disposto ad indossarli? “L’abito -ci dice ancora Milena- ha una forte carica simbolica. Indossare un abito già utilizzato non è solo un modo per combattere lo spreco. Noi vogliamo invitare a mettersi nei panni degli altri, negli abiti di vite diverse dalle nostre.”
Ecco allora il nome dell’evento, Abitartè, un nome polisemico che si può declinare in tanti modi, giocando sui significati e anche sulla scrittura, come vediamo dalle diverse forme grafiche che assume nella locandina. Abitartè si può leggere come “abito” più “arte” più “te”, intendendo per “te” un essere chiamato in causa, ma anche un mettersi in gioco per essere se stessi. Ma Abitartè è anche un “abitare” te stesso, un essere così come sei nel momento presente, perchè l’essere vivente è in perenne trasformazione.
Laboratori sensoriali per bambini di varia età, rugby, yoga, libri, tessuti e gioielli, musica, danze, con sconfinamenti in proposte insolite come la “riflessologia plantare” o la “circolazione sottile dell’energia”. Qualcuno approfitterà dell’occasione come una vetrina per farsi conoscere? Può darsi che non ci sia solo dono in questa diversificata partecipazione, ma chi deciderà di andare domenica a Viagrande, nella Villa Di Bella, avrà comunque l’opportunità di trovarsi davanti ad un mondo vario in cui succedono tante cose. Una cena solidale non poteva mancare in una serata così perchè la convivialità è anch’essa un segno, indica un modo di “essere con”. E sarà una cena preparata dagli organizzatori, con la partecipazione attiva e prevalente dell’associazione che è destinataria del ricavato della serata.
Quest’anno l’introito andrà al Centro Iqbal Masih, ben noto ad Argo soprattutto per il lavoro compiuto in questi anni con la squadra dei Briganti di Librino e con la riappropriazione del Campo San Teodoro. E anche in quest’occasione i Brigati si sbracceranno, non per vangare e dissodare, ma per aiutare a sistemare ed allestire e soprattutto per cucinare per i “loro” ospiti.
La Villa Di Bella di Viagrande, prestigiosa location per matrimoni ed eventi, è stata messa a disposizione, per il terzo anno consecutivo, dai fratelli Di Bella “in dono”. Nello spirito dell’iniziativa. Ricordiamo a chi volesse intervenire che è opportuna la prenotazione, necessaria soprattutto per conoscere il numero dei commensali. E’ importante anche prenotare la partecipazione ai laboratori, soprattutto a quelli che possono coinvolgere solo un numero limitato di persone.All’ingresso è chiesta una “donazione” di almeno 15 euro a persona, 5 euro per i bambini da 6 a 12 anni. I bambini di età inferiore saranno ammessi gratuitamente e potranno anche partecipare al laboratorio sensoriale a loro riservato. Anche questo da prenotare.
Per informazioni e prenotazioni,
milena 347 3861344 – vianimilena@yahoo.it
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