La gerontocrazia politica siciliana
L’offensiva di Ferragosto è stata sferrata timidamente il lunedi 6 agosto, mentre l’isola veniva cotta a fuoco lento dall’ennesima ondata di caldo, con una piccola (si fa per dire: un quarto di pagina!) inserzione pubblicitaria con cui le emittenti locali Antenna Sicilia e Telecolor annunciavano, di voler “sostenere una nuova classe politica”, offrendo, per il periodo di agosto e settembre, spazi pubblicitari per le prossime elezioni regionali a prezzi stracciati fino all’80%.
E’ tempo di saldi, e che saldi, anche per gli Editori.
Unica condizione, avere “meno di 50 anni” e non essere “mai stati né deputati né senatori”. Per chi ha 50 e un giorno non c’è più speranza.
Finalmente un imprenditore autenticamente illuminato che investe sui giovani (si fa per dire) e non si limita a disquisire sul dramma dei cervelli in fuga.
Nei giorni successivi gli stessi spot sono trasmessi dalle stesse televisioni, mentre quelli sulla carta stampata si sono leggermente ingranditi (mezza pagina!).
Anche il quotidiano locale ha lanciato un’analoga offerta “per facilitare l’impegno politico” di candidati minorenni (rispetto ai 50 anni), con un’interessante integrazione. In calce si legge infatti che “l’Editore si riserva di integrare e/o modificare il presente comunicato preventivo”.
Non è che il Sullodato starebbe organizzando, attraverso una serie di convenzioni appositamente stipulate, una offerta integrata di servizi ai candidati che diano prova di verginità politica? Ad esempio:
– la trattoria ‘do zu Saru u ‘ngrasciatu’ potrebbe proporre cene elettorali a base di ‘arrusti e mangia’, a prezzi molto agevolati;
– un barbiere dell’Antico Corso potrebbe offrire a basso prezzo una consulenza personalizzata per la cura dell’immagine;
– la salumeria ‘da za Pippina a ‘ntrusciata’ preparerebbe spuntini a base di panini imbottiti, con dentro i ‘santini’ dei neo candidati:
– lo stesso Editore metterebbe a loro disposizione, come addetti stampa, dei giovani giornalisti praticanti in cambio di vitto e alloggio per la durata della campagna elettorale.
Non è escluso che altre analoghe offerte possano essere successivamente formulate.
Inquietante l’ultima frase: “(L’Editore) si riserva a suo insindacabile giudizio di accettare o meno il contenuto dei testi.” Si può interpretare nel senso che il Suddetto si vuole riservare una sorta di jus primae noctis su questa nuova classe dirigente che sostiene di voler promuovere?
Certo è che l’editoriale non firmato apparso su ‘La Sicilia’ di mercoledì 8 agosto, “Al lavoro per il progetto della Sicilia che vogliamo”, lascia il dubbio se si tratti di una promessa o di una minaccia.
Ma forse, più prosaicamente, in tempi di vacche magre per la pubblicità e viste le non floride situazioni economiche di alcune delle aziende del suo gruppo, il nostro imprenditore-editore-direttore sta solo cercando di attrarre nella rete delle sue molteplici testate tanti pesci piccoli che altrimenti non avrebbe modo di avere come suoi clienti.
In ogni caso la vecchia classe politica sta prendendo le sue contromisure. Gira infatti con insistenza la voce che R. Lombardo, viste le continue e illustri defezioni dal suo MPA, abbia intenzione di restringere sempre più alla sua cerchia familiare il gruppo dirigente, e il prossimo ad essere lanciato dovrebbe essere il figlio Toti, attualmente studente di Giurisprudenza a Roma, e già attivo con suoi gruppi in ambienti studenteschi e universitari.
Anche nel Pdl si è scelta un’analoga strategia: Giuseppe Castiglione, omonimo del presidente della Provincia genero di Pino Firrarello ma figlio di Santo Castiglione, presidente dell’Autorità portuale, è sceso in campo con un concerto di cantanti napoletani nel cuore di San Cristoforo. Un’iniziativa di grande spessore politico e culturale che la dice lunga sulle prospettive di rinnovamento che ci aspettano. Si salvi chi può!
Alla rituale domanda dei giornalisti se Toti sarà il suo delfino, don Raffaele ha risposto, parafrasando in salsa mediterranea il più illustre Bossi, affermando che per ora è solo una ‘masculina da Praja’. Speriamo che, crescendo, non diventi uno squalo.
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