Non è un povero, ma è andato a
Giovanni Sciolto, da tempo amico di Argo e giovane “esploratore” delle realtà sociali più marginali, racconta anche questa volta, nel suo modo suggestivo e poetico, una esperienza che indirettamente allude a situazioni drammatiche di povertà, presenti a Catania, ma nello stesso tempo valorizza l’opera di chi sa accogliere e aiutare.
Questa testimonianza è stata già pubblicata da Giovanni sul suo blog, Il ghetto dei fenicotteri, con il titolo” Le matite catanesi di Dio”.
Sei luglio duemiladodici, Catania. Sono le diciassette e quindici minuti. Caronte sorseggia un cocktail analcolico, sdraiato sul tetto di una casa. Ride di noi. Piazza Bovio è trafficata, come sempre. Ricordo che un anno fa, più o meno, in quel negozio indiano, comprai il riso che avrei mangiato al Palazzo delle Poste con i Maliani. E al chiosco, dall’altro lato, compravo le birre quando avevo voglia di osservare Catania, da solo. Le pagavo ottanta centesimi ciascuna.
Cinquantuno. Su quel cartoncino bianco, un pennarello nero aveva impresso il numero che, per qualche minuto, avrebbe sostituito il nome con cui mio padre e mia madre mi diedero il benvenuto, il trentuno dicembre millenovecentottantasette.
Mi chiamano. Abbasso lo sguardo. Mi vergogno. Io ho già pranzato, a casa mia, con Ester e Isabel. Penso che il mio piatto sia un capriccio. Spero che nessuno mi chieda nulla. E’ cosi’ è. Non importa chi tu sia e da dove venga. Sei un essere umano e ad accoglierti sono solamente sorrisi. Sulla soglia, una giovane suora asiatica mi ricorda che sono “il benvenuto”. Quattro, cinque gradini. Bicchiere, nocepesca, forchetta, coltello, tovagliolo e pane. Prendo posto, mi siedo. Non faccio in tempo a srotolare il tovagliolo che si alzano tutti in piedi. Padre Nostro. E’ il momento giusto per levare lo sguardo e scrutare il salone. Sono tutti assorti.
Saremo una settantina, forse più. Da ogni parte del mondo. L’atmosfera restistuisce calma e serenità. Mentre una donna legge un passo del Vangelo scorgo i Musulmani. Hanno lasciato la sala e attendono la fine delle preghiere. In religioso silenzio, rispettosi di quel sentimento di fede che caratterizza, tra l’altro, le loro esistenze.
Nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo, Amen. Proselitismo, penso superficialmente. Mi ricredo. Guardo i volontari che ci servono amorevolmente. La pasta con le melenzane e il cavolfiore è deliziosa. Intorno a me viene servito il bis. E poi il secondo. La forchetta, di plastica, si spezza. E con lei, anche i miei pregiudizi. Le matite di Dio tendono i piatti a chi ha fame. Lo fanno senza aspettarsi nulla in cambio. Disegnano, ogni giorno, una parabola densa di rispetto e amore. Giovanni Sciolto, Mohammed Ben Ahmed, Sekou Toure, Milanka… esseri umani. Tutti.
Madre Teresa sarà fiera delle sue figlie catanesi.
Nella giornata di ieri due lampi hanno squarciato il fitto buio che l’amministrazione Trantino ha…
Progettazione e realizzazione della stazione marittima più l’affidamento di ben 44 servizi portuali di interesse…
Sono più di 100 a catania, gli uomini e le donne senza tetto e/o senza…
Gentile Assessore, leggiamo nel suo curriculum di un impegno più che ventennale nel mondo sportivo.…
As a woman I have no country. As a woman I want no country. As…
Ancora dieci giorni e potremmo trovarci con la frittata già fatta. Per il 14 marzo…
View Comments
A volte chi rappresenta Gesù sulla terra,purtroppo ci allontana da lui,le Sorelle Missionarie di Calcutta, sono le mani di Gesù .
Da un anno frequento la "Casa" di Catania, ho conosciuto Sister Prasna,Sister Geremia, Sister Teresa, Sister Cristmita, Sister Clara e Sister Lorence.
Non si può che Ammirare,Ringraziare,Aiutare,Imparare tutto da loro e Ringraziare Gesù per il Dono di conoscerle.
God bless you all