Le domande stesse sono state accantonate dal largo fronte unitario, che ieri ha espresso la propria volontà di opporsi alle demolizioni e alla deturpazione del centro storico con un un treno umano che si è mosso attorno al Castello Ursino e con una passeggiata guidata sui “luoghi del delitto”.
Presente anche il sindaco Stancanelli, che -con il suo sorriso rassicurante- ha sottolineato l’importanza di un movimento di opinione cittadino che sostenga non solo il rifiuto del progetto RFI, ma anche l’adozione del progetto alternativo di totale interramento, preparato dal Dipartimento di Architettura e fatto proprio dall’amministrazione.
Delle questioni aperte, di cui ieri si è parlato poco o nulla, vorremmo provare ad evidenziarne alcune:
In cambio del più costoso progetto di interramento le Ferrovie avranno dei terreni edificabili, ad esempio quelli su cui sorge l’attuale stazione. Sindaco -qualcuno obietta- lasceremo che si speculi a volontà costruendo in quest’area? Non si preoccupi -ribatte- tutto avverrà sotto controllo. Di chi? Del Piano regolatore, risponde. Peccato che il Piano regolatore non ci sia. Ancora. L’interramento dei binari non doveva essere un modo per restituire il mare alla città? In questo modo non si rischia di restituirlo solo a pochi privilegiati che avranno un affaccio diretto?
Eppure si insiste persino sul rischio di far passare così tanti treni sugli “archi della marina”, non progettati per sostenere sollecitazioni così intense. Quali sono o quali sarebbero questi treni?
RFI intende continuare a ridurre i treni a lunga percorrenza, ma progetta la creazione di una “metropolitana d’area”, da Messina e Siracusa, passando per Catania. Ecco perchè si parla di un cosi elevato numero di treni. Ma questi treni non ci sono e non è detto che mai ci saranno. Questo della metropolitana d’area è un altro progetto, non cambiamo discorso.
Quando poi si riparla del cosiddetto “corridoio” che dovrebbe unire Berlino a Palermo, si rischia quasi il ridicolo. Qualcuno sostiene infatti che per andare da Berlino a Palermo si passerebbe da Catania. Un tragitto comodo e veloce, davvero… Un altro piano immaginario.
E infine, perchè presentare la accattivante prospettiva degli “archi della marina” liberati dai binari
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Sabato pomeriggio non ho sentito nessuna parola sulla valutazione dell'impatto ambientale di queste opere, a prescindere dall'impatto storico-culturale-artistico.
Il territorio catanese è già sufficientemente a rischio e credo che ci sarebbero buone ragioni idrogeologiche per scoraggiare il progetto, anche se volessimo ignorare gli aspetti storici e artistici.
Secondo questo ragionamento, mi sembra già abbastanza criminale avere sventrato una parte della città per costruire una metropolitana alquanto inutile