Metro e bus come mezzi di locomozione, l’iPad come strumento di lavoro, come set giornalistico le piazze e le vie di Catania. E’ agile, giovane e snella come le sue redattrici la nuova web Tv, stella appena nata, solo il 15 maggio scorso, nel firmamento di Internet.
Si chiama Catania Pubblica(www.cataniapubblica.tv), nella doppia accezione di Catania che pubblica cioè diffonde news, opinioni, informazioni e Catania pubblica, di tutti, “uno spazio indipendente in cui possano confluire le diverse voci presenti nel territorio”.
Direttrice responsabile Elisa Catanzaro, giornalista professionista con esperienza iniziale nella carta stampata de Il giornale di Sicilia. Redattrici Giulia Brullo, Mary Conti, Valeria Rapisarda, 26, 28 e 31 anni. Nessun finanziatore, tutte le spese (se non stratosferiche comunque consistenti) a carico loro, in attesa di pubblicità prossima ventura e, intanto, ritmi di lavoro molto sostenuti e un gran carico di passione ed entusiasmo. “Ma contiamo molto anche sulle campagne di tesseramento”, dice Elisa Catanzaro.
Il fatto che siano tutte donne è una scelta o un caso? “L’una e l’altro – dice la direttrice – ci conoscevamo già per per essere state colleghe in altre redazioni e testate. Eravamo già affiatate ed è stato un fatto naturale trovarci e sceglierci”. E’ nato così il web tg. Elisa, Mary e Valeria (Giulia Brullo è entrata successivamente) hanno dato vita a un’associazione culturale TreDcomunica, proprietaria ed editrice di Catania Pubblica.
Il progetto è stato presentato nei giorni scorsi al Centro Culture contemporanee Zo con una grande festa alla quale ha dato il suo contributo musicale l’Orchestra da camera “José Antonio Abreu” e i musicisti dell’orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania. Presenti, inoltre, le associazioni Meridies, Alkanta`ra, Quadrivium, il Rotary Club Catania, l’Adoc, Citta`Insieme, Amnesty International Catania, il Movimento Salvaciclisti.
Sulla webTv Cataniapubblica si può vedere un tg tutti i giorni della settimana, anche la domenica; cinque, sei servizi per telegiornale, tutti realizzati, montati e messi on line dalle quattro giornaliste quattro. “Ma spero che la redazione si allarghi presto -dice Elisa Catanzaro- E’ questo il mio sogno”.
E così viene descritto e presentato nel sito il progetto di “Catania Pubblica, la città sul web”, una “tv indipendente per raccontare la città e i suoi attori”. “All’interno della nostra piattaforma – così l’editoriale – trovano spazio l’informazione professionale realizzata sotto la testata giornalistica “Cataniapubblicatg”, ma anche notizie dal mondo dell’associazionismo e della cultura locale raggruppate ne “L’angolo di…”, o la sezione per notizie e video che arrivano dai web utenti intitolata “Cataniapubblica Te”, e ancora “Spazioimprese” una vetrina per quelle aziende che credono nell’innovazione e nelle potenzialità del web .
La finalità è quella di creare un luogo d’incontro dove informare e essere informati su quello che accade in città, e in cui coinvolgere nella discussione sulla cosa pubblica i web spettatori, organizzando eventi che permettano di passare dal virtuale al reale.
Una piazza in cui scambiare opinioni e conoscenze e tramite la forza dell’associazionismo raggiungere e consolidare un potere editoriale, che in caso contrario, sarebbe ridotto”
Gli ultimi articoli - Informazione
L’assoluzione di Mario Ciancio Sanfilippo, sia pure in primo grado, è avvenuta con formula piena, “il
Di “Controvento. Racconti di frontiera”, l’ultimo libro di Attilio Bolzoni, abbiamo già parlato, in occasione della
“Controvento. Racconti di frontiera”, edito da Zolfo è l’ultimo libro di Attilio Bolzoni. Sulla copertina una
Le follie del nostro mondo, quello che ormai ci appare normale ma non lo è, le
Disastri ambientali, crisi climatica, guerra in Europa, crisi economica: dalle nostre parti non si parla d’altro.
tanti auguri! Dal canto mio è da tempo che lotto per i BENI COMUNI anche se la sordità e molto diffusa. Vi propongo di creare una rete di COMUNI PER I BENI COMUNI suggerita dal Sindaco di Napoli De Magistris.( vedi notizia sul Manifesto ) Forse è un modo per far capire alla gente comune che anche il capitalismo garentisce l’esistenza di una fascia di diritti comuni su beni comuni ed i Comuni sono gli enti che in prima battuta garentiscono l’intangibilità di quei beni.